Una debole ripresa non basta per ridare slancio all’It italiana

Nel primo semestre del 2006 il nostro paese cresce meno della media europea, per cui continua ad aumentare il gap con i paesi più industrializzati. L’hardware più trainante di software e servizi

Un primo semestre carico di novità emerge dal periodico Rapporto Assinform
che presenta il consuntivo del mercato dell’Ict in Italia. Innanzitutto
le Tlc, che fino a ora hanno sostenuto l’attivo del settore, hanno imboccato
un trend in calo (+0,6% contro un + 2,1% dello stesso semestre del 2005), mentre
l’It è tornata a crescere (+1,1% contro un +0,4% di un anno prima).

Come ha sottolineato Giancarlo Capitani, amministratore delegato di NetConsulting
(che elabora i dati per conto dell’associazione di settore Aitech-Assinform)
l’informatica ha beneficiato della ripresa e del miglioramento del conto
economico, ma questi fattori da soli non sono sufficienti, in quanto il settore
era già in ripresa. Questa volta l’accelerazione viene anche dai
servizi, che hanno ripreso a crescere grazie all’attivazione di nuovi
progetti e al fatto che finalmente le tariffe sembrano essersi stabilizzate.

Nel dettaglio, l’hardware, avendo raggiunto 2,759 miliardi di euro, ha
messo a segno un +2,9% (contro un +2,4% del 2005), una percentuale che non rende
però giustizia al movimento in unità avvenuto nei suoi comparti.
Infatti nei mainframe è aumentato di ben il 95,9% il numero dei Mips
venduti, trend dovuto soprattutto agli annunci di nuovi prodotti e ai chip di
sostituzione che hanno abbassato l’entry point dei nuovi sistemi, per
cui sono diventati più scalabili e appetibili. Questo ha spinto molte
banche a procedere alla sostituzione. I server midrange hanno rallentato il
passo (+3,5% contro un +5,7% dello stesso periodo di un anno prima), come pure
i pc che però si attestano pur sempre su una crescita del 12,7% in unità
(era del 14,9% nel 2005 e del 21,2% nel 2004), tenendo presente che in Europa
la contrazione è più forte. Anche all’interno di questo
comparto ci sono elementi di novità. Infatti i desktop sono tornati a
crescere (+6,6% contro un -1,7% di un anno prima) in quanto si è assistito
a una serie di gare bandite da banche e utility che hanno premiato soprattutto
i grandi brand. Trend sempre elevato, ma dimezzato, per i portatili, che da
un +38,5% realizzato nel 2005 sono scesi a un +18,5%; ciò nonostante,
hanno definitivamente superato in unità i desktop (1.055.000 i primi
e 965.000 i secondi) segno che prosegue il processo di sostituzione. Il rallentamento
è anche dovuto al fatto che gli utenti, sia aziende che consumer, stanno
aspettando i nuovi modelli, per cui potrebbe esserci una ripresa del comparto
nella seconda metà dell’anno. Va, tuttavia, anche sottolineato
che il consumer nel primo semestre ha preferito acquisire altri device come
tv (per i campionati di calcio), videofonini e smartphone, per cui ha contribuito
solo in parte all’acquisto di pc (+13,5% contro un +40,9% del 2005). Infine,
prosegue la crescita anche dei pc server (+16,6%).

Il ritorno in attivo dell’area software e servizi (+0,6%, pari a 6,6
miliardi) è caratterizzato da dinamiche diverse. Da una parte il software
aumenta dell’1,7%, al cui interno si distingue l’andamento del middleware
(+4,5%) in quanto presso le grandi aziende sono stati avviati importanti progetti
di integrazione, di consolidamento, di virtualizzazione e altro ancora. Il software
di sistema (+1,1%) è trainato dai pc, in attesa che arrivino nuovi sistemi
operativi, come Vista di Microsoft. Ritorno in attivo anche per il software
applicativo (+0,7%), in quanto c’è una ripresa della vendita di
gestionali, un segnale che è più positivo di quanto dicano i numeri.
Nell’area dei servizi, pari a 4,688 miliardi (+0,2%) sembra essersi fermato
il fenomeno del calo delle tariffe: le aree trainanti sono risultate quella
dell’outsourcing (+2,5%), della system integration (+1,6%) e della consulenza
(+1%) là dove c’è un’offerta di filiera completa.

Le Tlc (pari a 21,950 miliardi), come già anticipato, sono arretrate
a un +0,6% in quanto le mobili hanno frenato la loro corsa (+1,5% contro un
+4,3% nel 2005) mentre le fisse hanno chiuso in negativo (-0,2%). La notevole
competizione ha portato a un significativo calo delle tariffe, che però
non danno evidenza dei numeri in atto in certe aree: le carte sim sono aumentate
del 13%, come pure gli accessi a banda larga (+37,2%).
Per la seconda parte dell’anno, Capitani si attende un proseguimento del
trend positivo dell’It, che comunque cresce molto meno della media europea:
facendo un confronto diretto con i paesi più industrializzati, si osserva
che la tecnologia c’è ma non la usiamo. Oggi l’Italia deve
correre più velocemente degli altri paesi, per superare il digital divide,
ma deve anche avviare un processo che coinvolga Pubblica amministrazione, imprese
e consumer affinché uniscano le forze per trainare tutto il sistema.
«All’Italia oggi manca una visione strategica e una grande regia,
ma non è chiaro dove sia la cabina di regia e chi sia il regista
»,
ha concluso Capitani.

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