Gli elementi chiave di un’infrastruttura Rfid sono: Tag (transponder): è il componente che, apposto sull’oggetto, permette di “digitalizzare” i dati relativi a un certo bene, attribuendogli nuove proprietà come quella di essere identificato senza alcun …
Gli elementi chiave di un’infrastruttura Rfid sono:
Tag (transponder): è il componente che, apposto sull’oggetto, permette di “digitalizzare” i dati relativi a un certo bene, attribuendogli nuove proprietà come quella di essere identificato senza alcun collegamento o contatto diretto, di memorizzare notevoli quantità di informazioni e di misurare alcune grandezze fisiche del suo ambiente. Il tag è composto da tre elementi: un chip, che contiene la memoria; un’antenna, che raccoglie e trasmette i segnali radio da e verso il lettore, e un supporto fisico che collega e protegge gli altri due elementi.
Reader: è il componente deputato all’interrogazione, lettura e scrittura dei tag. È composto da una parte logica (incorporata in una scheda a circuito stampato), da una parte radio (deputata alla modulazione e ricezione del segnale di comunicazione con il tag) e da un involucro di protezione.
Erp: si tratta del contenitore all’interno del quale trovano posto tutte le informazioni che transitano sui tag e che vengono “lette” dal reader.
Middleware: è il necessario componente di orchestrazione dei processi e connessione delle diverse tecnologie coinvolte nel processo di acquisizione, scambio e aggiornamento delle informazioni contenute nei tag.
I tag e i transponder sono “accordati” tra loro in funzione di specifiche applicazioni e al variare dei parametri tecnologici che le caratterizzano. Questi i parametri più significativi:
Frequenza di trasmissione: si va dalle basse frequenze (Lf, intorno ai 100 KHz) alle alte (Hf, intorno ai 15 MHz), alle altissime (Uhf, oltre i 100 MHz) per arrivare sino alle microonde (dai 2,45 GHz). Al crescere della frequenza aumenta la distanza massima di lettura, la velocità massima a cui si può muovere l’oggetto da interrogare, così come il transfert rate. Per contro, cresce parallelamente anche la sensibilità alle condizioni operative esterne, come la presenza di metalli o acqua.
In linea di principio, i tag in altissima frequenza sono più adatti per applicazioni di logistica e produzione, mentre le applicazioni a più bassa frequenza sono più adatte laddove non sia richiesta una distanza di lettura elevata.
Alimentazione: si distinguono tag attivi, semiattivi e passivi. Questi ultimi sono quelli non dotati di una fonte autonoma di alimentazione, che traggono la potenza necessaria ad attivare i circuiti logici e la risposta in onde radio prendendo energia dal campo del reader che lo interroga. Quelli semiattivi sono dotati di una sorgente di alimentazione, che assicura funzionalità aggiuntive come, ad esempio, la capacità di alimentare dei sensori (di temperatura, movimento) incorporati sul tag. Infine, quelli attivi hanno a bordo una sorgente di alimentazione autonoma, utilizzata per assicurare una più ampia portata al segnale radio emesso.
Capacità e memoria: i tag possono essere dotati di memorie che vanno da pochi bit fino a 65 Kbit, che permettono di immagazzinare informazioni aggiuntive, quali quelle relative allo stato di conservazione di un bene deperibile.La memoria interna può essere “in sola lettura”, scrivibile o sovrascrivibile.





