Watchguard in avanti

Le nuove funzionalità nella versione 8.6 del sistema operativo Edge e nella 9.1 di Fireware fanno dei Firebox Utm validi per le medie imprese.

Si tratta essenzialmente di un aggiornamento software quello presentato da Fabrizio Croce, regional manager south Europe di Watchguard e la spiegazione è facile: “le appliance presenti presso i nostri clienti – afferma il manager -, dal punto di vista hardware sono più che sufficienti per il livello di traffico e per il numero di utenti medi di una Pmi italiana”.

I dispositivi della casa americana sono progettati per le piccole e medie imprese statunitensi che, generalmente, corrispondono a una medio/grande nostrana.
Dunque, l’aggiornamento alla versione 8.6 del sistema operativo della famiglia Firebox X Edge e della versione 9.1 del Fireware installato nelle altre famiglie Firebox X Core e X Peak, non determinerà uno stravolgimento effettivo nell’installato italiano.

Non ci sarà un replacement di macchine, visto che “tutte le appliance sono compatibili con i nuovi sistemi operativi – chiarisce Croce – soltanto quelle realizzate prima di luglio 2006 saranno oggetto di un Trade Up perché non sono Rohs compliant”.

Dunque, magri affari per il canale, visto che l’aggiornamento è automatico e rientra all’interno del contratto di manutenzione. Parlando di specifiche, sono molte le novità. L’Edge 8.6 comprende la protezione della posta in uscita (Smtp, Http, Ftp e Pop3) e il supporto del protocollo Pptp per le Vpn funzionanti in ambiente Windows Vista, Linux e Macintosh. Ancora, la protezione wireless prevede la definizione di aree “guest” in cui, all’interno di una azienda, è possibile collegarsi a Internet ma non accedere alla rete aziendale.

Infine, è previsto il backup della Vpn mediante due provider diversi. “Queste caratteristiche non sono presenti in nessuna appliance della stessa fascia della concorrenza – afferma Croce”.

Il Fireware 9.1 ha in comune con l’Edge 8.6 il software di management mentre differisce per le funzionalità operative, garantendo così la completa compatibilità tra le appliance di tutte le famiglie Watchguard. In particolare è stata introdotta il server load balancing, per distribuire il flusso di dati tra i diversi server, inoltre è possibile definire dei siti sicuri per evitare l’analisi del proxy, e quindi rallentamento e malfunzionamenti, nel caso di download di aggiornamenti e patch.

Ancora, è previsto un server di quarantena per lo spam, il proxy per il Pop3, lo scanning antivirus per i siti Ftp e la possibilita di scan di file fino a 1 Gb. Infine, le policy di sicurezza possono essere trasferite da una appliance all’altra ed è stata ulteriormente semplificata l’interfaccia grafica.

La strategia di rivendita non è cambiata – conclude Croce -, agiamo sempre e solo tramite il canale con gli stessi distributori (Ingram Micro, ItWay, Sidin, Symbolic e Tecnocael) e continuo a trovare difficoltà ad reclutare un distributore per il centrosud. Inizialmente sembra esserlo, ma la distinzione con un system integrator svanisce presto”.

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