Software semplici per tutti, la promessa del Ceo Thompson

Cambiano le necessità di protezione delle aziende e i vendor devono essere in grado di anticipare queste mutate esigenze. «C’è stato un cambiamento profondo negli ultimi anni – esordisce il Ceo di Symantec, John Thompson, di passaggio a Milano -. Prima …

Cambiano le necessità di protezione delle aziende e i vendor devono essere in grado di anticipare queste mutate esigenze. «C’è stato un cambiamento profondo negli ultimi anni – esordisce il Ceo di Symantec, John Thompson, di passaggio a Milano -. Prima, infatti, gli attacchi erano visibili, perpetrati ai danni delle macchine, tesi a carpire le identità degli utenti del business online e, più in generale, a interrompere le attività su Internet delle imprese. Oggi, invece, le minacce sono più subdole e invisibili, come avviene per trojan e cookies, che spopolano. E anche lo scopo di questi attacchi è cambiato. Infatti, sono sempre più spesso condotti con l’intenzione di bloccare le transazioni e le interazioni di business, minando la disponibilità di dati e informazioni che transitano nel sistema informativo aziendale». Anche il profilo stesso degli attacker è cambiato. «Prima si trattava di ragazzini a caccia di fama – prosegue – mentre oggi a compiere questi atti sono soprattutto personaggi appartenenti a organizzazioni internazionali, che fanno soldi con tali attività illecite». Ecco perché, sostiene il manager, Symantec ha cambiato profondamente il suo portafoglio prodotti negli ultimi mesi «per essere al passo con le evoluzioni in atto. Ci siamo resi conto che non si può più separare la gestione dei dispositivi dalla loro sicurezza. Le aziende si devono rendere conto che devono aumentare la robustezza dell’infrastruttura con forme di clusterizzazione delle macchine, cosa questa che attiene più alla gestione oculata che non alla protezione in senso stretto». E proprio nella direzione della miglior gestione dell’It, la società ha rivisto in toto la propria offerta: «Abbiamo introdotto una nuova filosofia, battezzata Security 2.0 – conclude Thompson -. Non si tratta di una questione di pura forma, ma di un nuovo paradigma della sicurezza, che verte non più sulla protezione dei dispositivi e dei pacchetti ma su quella delle interazioni, transazioni e contenuti online. Fino al 2000, la sicurezza era vista come un costo incrementale, conseguenza dell’apertura online del business. Oggi, le aziende sono ormai consce del fatto che devono garantire la protezione come elemento fondamentale delle proprie attività. Questo significa che gli strumenti di protezione devono essere alla portata di tutti, sempre più semplici da implementare e utilizzare ed è proprio verso la progressiva semplificazione dei nostri software che stiamo andando».

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