Vendor dal cuore verde

Si moltiplicano le dichiarazioni di ecocompatibilità dei produttori, sempre più attenti alle problematiche ambientali

Amd

Da molti anni, insieme ad altri partner dell’industria e ai governi di tutto il mondo, Amd sostiene iniziative mirate alla riduzione dei consumi energetici e delle emissioni dei gas serra. Già parte di associazioni quali l’ Epa (Environmental protection agency) Climate Leaders Program, Epa Energy Star Program e molte altre a livello mondiale, nel 2001 Amd ha pubblicato l’ “Amd’s annual Global Climate”, sottolineando il suo impegno nel ridurre i consumi energetici e l’impatto sul surriscaldamento globale. Negli ultimi 5 anni, l’azienda di Sunnyvale ha ridotto di oltre il 50% le emissioni normalizzate di gas serra, introducendo tecnologie innovative all’interno dei propri processori in grado di ridurre consumi energetici dei pc e dei server. «L’impegno di Amd verso le tematiche ambientali, si snoda su due fronti – spiega Anna Carzana, Corporate communication Amd Italia -. Quello di progettare dispositivi che permettano agli utenti di ottimizzare i consumi energetici e quello di implementare importanti iniziative all’interno dei propri impianti produttivi. Per quanto riguarda i processori, per esempio, Amd nel 2000 è stata la prima azienda a introdurre una tecnologia in grado di gestire dinamicamente il consumo energetico dei notebook in base all’uso, la tecnologia Amd PowerNow!. Sono seguite tecnologie sempre più avanzate per l’ottimizzazione dei consumi energetici integrate in tutti i processori: nel 2005 la tecnologia Amd Cool’n’Quiet ha ricevuto la certificazione Energy Star dall’Epa». Amd è membro fondatore del comitato The GreenGrid, nato con l’obiettivo di ridurre il consumo energetico all’interno dei datacenter di tutto il mondo e, di recente, è entrata a far parte del Climate Savers Computing Initiative. «Nell’ambito produttivo, Amd è impegnata sul fronte dell’utilizzo di energia rinnovabile – conclude Carzana – ed è stata la prima azienda americana di semiconduttori a entrare a far parte del programma U.S. Epa Green Power, per l’ impiego di materiali non inquinanti, così come per l’uso intelligente delle risorse idriche».

Apc-Mge

Da tempo la società adotta un approccio ecologico, riconoscendone l’importanza anche in termini aziendali. «Le soluzioni scalabili e dimensionate correttamente che possono crescere insieme al carico It offrono la migliore opportunità per migliorare l’efficienza energetica, ridurre i costi di elettricità e contribuire al benessere dell’ambiente – sostiene Fabio Bruschi, country manager per l’Italia di Apc-Mge -. Anche per questo la nostra offerta riguarda in modo particolare l’ottimizzazione ecologica della sala centro elaborazione dati. Da almeno 10 anni, infatti, Apc ha concentrato i propri investimenti di R&S nell’ambito delle soluzioni infrastrutturali per i Ced, focalizzandosi sul condizionamento di precisione». Con l’acquisizione di Apc da parte del gruppo Schneider Electric si è inoltre formata la nuova Apc-Mge “Critical Power & Cooling Services” business unit, dedicata ai servizi strategici di alimentazione e raffreddamento. «In particolare, la gamma di soluzioni modulari Apc per il raffreddamento, compatibili con InfraStruXure, permette una distribuzione di aria fredda ai rack a elevata densità a seconda del carico specifico – continua Bruschi – rispondendo alle esigenze di numerosi ambienti It, dai locali di permutazione alle sale Ced fino ai datacenter di ogni dimensione». InfraStruXure InRow Rc è una soluzione modulare per il raffreddamento che viene installata vicino al rack contenente i dispositivi It e che, implementata su entrambi i lati dell’armadio rack, può offrire una potenza di raffreddamento fino a 60kW per ciascun rack o fino a 30kW per rack con ridondanza 1+1. «La nuova unità InfraStruXure InRow Sc offre una soluzione dedicata al raffreddamento che soddisfa le principali problematiche di dissipazione del calore negli armadi di cablaggio e nelle sale server – sottolinea Bruschi -. L’unità InfraStruXure InRow Rp è l’ultima arrivata ed è in grado di supportare una densità di alimentazione fino a 70 kW per rack se usata con sistemi di contenimento dell’aria calda. Il sistema di raffreddamento di precisione InfraStruXure InRow Rp ottimizza la disponibilità dei blade server migliorando la prevedibilità di raffreddamento. Grazie alle sue due unità di raffreddamento risponde alle esigenze dei più diversi ambienti a densità elevata. Tale architettura elimina la necessità di ventilatori ad alta velocità usati negli approcci tradizionali, risparmiando energia e ottimizzando la disponibilità di alimentazione».

Dell

Con la sua strategia “verde”, Dell coinvolge tutto il ciclo di vita del prodotto, dal design alla costruzione vera e propria, dalla gestione da parte del cliente sino al ritiro del prodotto una volta dismesso. In questo processo sono coinvolti tutti: i clienti, Dell, i dipendenti e i fornitori. Dell aderisce a un serie di iniziative volte a uno sviluppo sostenibile e a un consumo energetico consapevole, ultima in ordine di tempo è la “Zero-Carbon”, che punta a massimizzare l’efficienza energetica dei prodotti Dell e a limitare l’impatto in termini di biossido di carbonio prodotto dalla corrente necessaria a far funzionare i computer. Partecipa, inoltre, al programma “Pianta un albero per me”, una campagna che prevede il versamento da parte dei clienti al The Conservation Fund e al Carbonfund.org (due organizzazioni no-profit) di un piccolo contributo. I fondi saranno spesi per piantare alberi in foreste gestite in modo sostenibile, per assorbire il biossido di carbonio emesso nell’atmosfera dall’elettricità generata. «Dell si è data anche l’obiettivo di ridurre ulteriormente del 15% entro il 2012 le proprie emissioni di biossido di carbonio – spiega Chiara Pesatori, marketing communications & Pr manager di Dell Italia -. In quest’ottica ha ampliato il numero delle soluzioni Energy Smart che consentono agli utenti di ridurre sprechi nel consumo quotidiano di energia. Quindi, le nuove configurazioni di notebook Latitude D630, D830 e D531, sono compatibili con le specifiche Energy Star 4.0, fissate dall’Epa che vigila sui consumi energetici di desktop e portatili. Sono stati introdotti sul mercato i modelli di server PowerEdge 2970 che riducono il consumo di energia fino al 34% e offrono prestazioni migliorate in termini globali e per Watt fino al 105% rispetto alla generazione precedente di server con Cpu dual-core. Per il modello PowerEdge EnergySmart 2970, invece, le prestazioni per Watt migliorano fino al 25% e il consumo energetico del 21%».

Fujitsu Siemens Computers

Fsc è da oltre 15 anni impegnata nello sviluppo di una politica per l’ambiente ed è pioniera nell’ambito del riciclo e dello smaltimento dei prodotti It. In questo senso, già da tempo ha sviluppato nuovi processi produttivi, ha selezionato materiali innovativi e investe ingenti risorse per produrre linee Green: modelli di pc basati su standard “verdi” che prevedono sistemi facilmente smantellabili, eliminazione delle viti nell’assemblaggio dei monitor per semplificare il disassemblaggio, riduzione a 1 o 2 dei numerosi tipi di materie plastiche. «Grazie a questo impegno, il livello di ecocompatibilità raggiunto dai nostri prodotti è oggi del 99% – dice Giuseppe Magni, direttore marketing di Fsc Italia -. Ma l’impegno nella difesa dell’ambiente si concretizza anche nello sviluppo di prodotti in grado di garantire un sensibile risparmio energetico. In questo ambito, Fsc è impegnata per ridurre i costi legati al consumo di energia nei datacenter aziendali e migliorare il rapporto tra prestazioni e consumo energetico offerto dai server Primergy. Il tema del risparmio energetico nei datacenter è, infatti, centrale poiché ha ripercussioni, oltre che sui costi per l’energia elettrica e sull’emissione di Co2, anche sull’efficienza e sulla crescita dell’infrastruttura It. Fsc vanta un’offerta in grado di far fronte a molteplici esigenze che va dai server Blade Primergy Bx620, basati sul Cpu Quad-Core Intel Xeon 5300, con consumi contenuti abbinati a prestazioni al top, ai server Primergy Rx300S3 con processori Quad-Core Intel Xeon L5310 Low Voltage, che, grazie a opportuni accorgimenti in fase di progettazione, garantiscono la riduzione dei consumi di energia nei datacenter. Inoltre, Fsc ha introdotto il nuovo Primergy Tx120, che, grazie alle caratteristiche avanzate, offre tra i più alti livelli di risparmio energetico».

Hp

«Ogni anno vengono immessi sul mercato milioni di tonnellate di nuovi prodotti It, i cui percorsi vengono decisi in fase di progettazione – dice Silvio Remonato, responsabile ambiente e relazioni istituzionali di Hp Italia -. È, infatti, in questo momento che sono decisi fattori determinanti quali le materie prime, i sistemi di montaggio e di imballaggio, il consumo energetico. Consapevole di ciò Hp progetta i suoi prodotti con la massima attenzione all’impatto sull’ambiente che avranno in tutto il ciclo di vita». Dal 1992 Hp ha avviato il programma “Design for Environment” che stabilisce le linee guida per una progettazione dei prodotti compatibile con il rispetto dell’ambiente. Grazie a questo programma, la multinazionale ha limitato significativamente la quantità di materie prime usate per la produzione, e ridotto notevolmente la richiesta energetica dei suoi prodotti. «Per ogni progetto è previsto un responsabile ambientale che collabora con il team di sviluppo e la divisione Ricerca e Sviluppo, fungendo da consulente e da garante – continua Remonato -. Gli Hp Labs sviluppano ricerche indirizzate al risparmio energetico da oltre dieci anni; hanno ottenuto più di mille brevetti sui sistemi di gestione efficiente dell’energia e del raffreddamento dei server. Per Hp è obiettivo prioritario garantire un’elevata efficienza energetica, infatti, oltre mille dei suoi prodotti sono qualificati come Energy Star, inclusi tutti i pc con Windows. Inoltre, quasi tutte le stampanti Laserjet Hp in modalità off consumano al massimo un Watt e i server Hp BladeSystem introducono la tecnologia Dynamic Power Saver che monitorizza l’uso dei processori, limitando il consumo e raggiungendo il 90% d’efficienza energetica». Recentemente, Hp ha immesso sul mercato la tecnologia GreenStorage che dimezza i consumi energetici e i costi di raffreddamento.

Ibm

Un miliardo di dollari all’anno è quanto Ibm sta destinando a un’iniziativa chiamata “Project Big Green”, un piano di azione per lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi volti a ridurre drasticamente la crescita del consumo energetico nei datacenter per Ibm e i suoi clienti. «L’iniziativa coinvolge un team globale di oltre 850 specialisti in efficienza energetica – sottolinea Antonietta Menga, Infrastructure management services leader di Ibm Italia -. Ibm gestisce attualmente l’infrastruttura tecnologica commerciale più grande del mondo con più di 8 milioni di mq di datacenter in sei continenti. Adottando le stesse iniziative di efficienza energetica che offre ai suoi clienti, Ibm prevede, in tre anni, di raddoppiare la capacità informatica dei suoi datacenter senza aumentarne i consumi». Il “Project Big Green” prevede un approccio per i clienti caratterizzato da cinque fasi, cui corrispondono soluzioni Ibm già disponibili anche per il mercato italiano:

1. Diagnosi delle inefficienze energetiche dei datacenter dovute anche all’imperfetta progettazione delle superfici.

2. Progettazione e costruzione di datacenter a basso consumo, con soluzioni Ibm modulari e preconfigurate da 50 o 100 mq, da installare in 8-12 settimane, meno costose del 15% rispetto ai datacenter tradizionali.

3. Virtualizzazione e consolidamento del lavoro su un numero inferiore di macchine, aumentandone l’utilization rate e riducendo i costi relativi a energia e manutenzione. Oggi molti sistemi utilizzano dal 5 al 12% della loro capacità: l’Ibm System z, consente di arrivare a un uso del server prossimo al 100%.

4. Gestione efficiente della potenza, con riduzione dell’80% dei consumi sui server, impostandoli sullo standby quando non sono necessari. Power Executive sarà disponibile su tutti i server e lo storage Ibm.

5. Adozione di soluzioni di raffreddamento con liquidi, all’interno e all’esterno dei datacenter al posto dei ventilatori. Le soluzioni Ibm che usano acqua fredda per dissipare il calore consentono risparmi del 60%.

I.Net

Specializzata in servizi Ict per la business continuity e il recovery system, I.Net, ha superato il concetto di datacenter, passando a quello di business factory, strutture di eccellenza preposte a ospitare e proteggere sia i centri nevralgici delle aziende (applicazioni e database business critical, che erogano i servizi alla clientela o all’utenza distribuita sul territorio, e architetture di disaster recovery), sia le infrastrutture necessarie alla gestione H24 di network, sistemi e applicazioni. La business factory permette alle aziende di affidare le infrastrutture ad ambienti che danno loro vita, le tengono monitorate garantendone la continua disponibilità in condizioni ottimali. Si liberano della complessità e dei grattacapi legati a un aspetto che non riguarda il core business, ma di cui il business non può fare a meno. I.Net dispone oggi di 3 Business Factory, 2 su Milano e una su Roma. Quella di ultima generazione, nell’hinterland milanese, ha una superficie di quasi 15.000 mq al servizio delle infrastrutture It. È possibile concentrare carichi elettrici fino a 12-15 Kw per rack. «Con la distribuzione statica della potenza di raffreddamento, tradizionalmente adottata, è difficile soddisfare le attuali richieste di raffreddamento e lo spazio diventa una risorsa non più significativa mentre la criticità si sposta verso la capacità di estrarre calore – spiega Andrea Marini, direttore Business Factory Development & Management di I.Net -. La nuova business factory fornisce la potenza frigorifera dove esiste il reale bisogno e ciò permette di avere un alto grado di flessibilità diversificando gli spazi in base alla tipologia dell’installazione, passando così da una distribuzione statica a una dinamica». La struttura di I.Net dispone di un sistema autonomo di generazione in grado di sopperire a un’eventuale mancanza di fornitura elettrica per oltre 2 giorni, in assenza di approvvigionamento di gasolio. Prosegue Marini. «La business factory di I.Net è stata costruita su un terreno con una falda acquifera molto abbondante, che ci ha permesso di progettare un sistema di raffreddamento per il sistema di condizionamento che sfrutta d’estate l’acqua fredda prelevata dal sottosuolo a 40 metri di profondità, d’inverno il sistema Free Cooling per mezzo di raffreddatori posizionati sul tetto. Questo garantisce un risparmio sui costi energetici relativi agli impianti di condizionamento del 30% rispetto ai tradizionali sistemi di raffreddamento a gas, evitando l’uso dei compressori elettrici. L’acqua così utilizzata sale alla temperatura costante di 18°C e viene resa disponibile alle colture del parco agricolo sud di Milano, con beneficio per i coltivatori nei mesi freddi».

Intel

«In tema di contributo della tecnologia al risparmio energetico e alla riduzione dei costi connessi, i settori in cui si sono compiuti passi avanti significativi in termini di abbattimento dei consumi sono quelli relativi ai processori, ai chipset e alla componente di connettività di rete, wireless e non – spiega Andrea Toigo, Business solutions specialist di Intel -. Un primo passo verso una riduzione dei consumi energetici da parte di Intel si ebbe nel 2003 con l’introduzione della tecnologia del processore Intel Centrino studiata appositamente per i portatili, che permette una durata prolungata della batteria.» Oggi con la nuova generazione di questa tecnologia (Intel Centrino Duo e Pro e con i processori Core 2 Duo) sono stati ridotti notevolmente i consumi delle componenti del notebook deputate all’elaborazione, alla grafica e alla comunicazione, mentre restano da risolvere i problemi legati al consumo di altre componenti quali schermi Lcd, hard disk e lettori ottici, cd e dvd, che consumano molta energia. Gli interventi possibili sono diversi. Intel da parte sua, ha deciso di investire su tecnologie innovative per ridurre i consumi legati allo schermo Lcd, e all’utilizzo dell’hard disk: per esempio con la tecnologia Intel Display Power Saving, che sfrutta studi condotti sulla fisiologia dell’occhio umano, in modo che la luminosità e il contrasto siano modulati così da contribuire a ridurre i consumi senza che l’utente percepisca alcun cambiamento. Per quanto riguarda i dischi fissi, Intel mette a disposizione Intel Turbo Memory Technology, il modulo di memoria Flash che velocizza l’accesso ai dati sul disco fisso riducendone l’uso e, quindi, i consumi. Infine, per desktop e server, la microarchitettura Intel Core, presentata nel 2006 e oggi utilizzata per i processori con più core, permette di avere microprocessori più efficienti che associano prestazioni elevate a un ridotto consumo.

MetaSystem

MetaSystem è da sempre specializzata nella produzione di Ups (Uninterruptible power supply) ad alte prestazioni per la protezione elettrica di applicazioni mission critical. La prima gamma di Ups modulari e ridondanti a tecnologia online doppia conversione risale al 1993. La linea di Ups modulari ad alte prestazioni è oggi arrivata alla quarta generazione con la gamma Megaline e Trimod.

«Quella dei costi energetici è una problematica che incide fortemente sui budget aziendali, specialmente negli ultimi tempi – afferma Gianluca Fabiani, responsabile mercato Italia, divisione Energia di MetaSystem -. Nei prossimi anni questa spesa, assieme a quella relativa al raffreddamento dei datacenter, rischia di diventare più alta del costo degli stessi server. MetaSystem fornisce soluzioni che offrano rendimenti elevati che si traducono in consumi elettrici più bassi e minore dissipazione del calore, con conseguente riduzione dei costi di condizionamento ed elettrici. Un altro aspetto legato sempre al rendimento, e quindi ai consumi elettrici, riguarda il sovradimensionamento degli Ups. Dalla nostra esperienza mediamente erogano non più del 40% della loro potenza nominale, mentre il rendimento dell’apparecchiatura aumenta con la percentuale d’uso. In questo modo si sostengono costi energetici inutili per assicurarsi future espansioni. Al contrario, i nostri sistemi modulari ed espandibili consentono di ottimizzare gli investimenti in Ups, adeguandoli alle reali necessità, senza precludere future espansioni».

Microsoft

Mettendo a punto il nuovo sistema operativo Windows Vista, Microsoft ha inserito tra le priorità il risparmio energetico per laptop e desktop. «Fino a ieri – spiega Lorenzo Santagata, product manager Windows Client di Microsoft Italia – spegnere il computer per ridurre i consumi o per prolungare l’autonomia della batteria del portatile comportava tutto il tempo di attesa per il riavvio all’utilizzo successivo. Con Windows Vista il computer è sempre pronto all’uso, quando serve, permettendo comunque di prolungare la vita della batteria. Lo stato di spegnimento predefinito è ora la nuova modalità “sospensione”, la soluzione che unisce assieme i vecchi stati di standby e “ibernazione” di Windows Xp. Basta premere il pulsante di accensione del menu Start e il computer salverà in memoria i dati contenuti della sessione corrente, entrando subito dopo in una modalità a consumo estremamente ridotto. I contenuti della sessione di lavoro sono salvati anche sul disco rigido, in modo che siano recuperabili anche in caso di mancanza di alimentazione della memoria. Per riprendere la sessione di lavoro basta premere il pulsante di accensione del computer: il pc si riattiverà in pochi secondi, tornando al punto in cui lo si era lasciato». Le impostazioni di risparmio energia si basano su combinazioni per il risparmio di energia, gruppi di impostazioni dell’hardware e del sistema, che consentono di gestire la modalità in cui il computer usa l’energia. È possibile utilizzare tali combinazioni per risparmiare energia, ottimizzare le prestazioni del sistema oppure bilanciare il risparmio con le prestazioni.

«Le tre combinazioni – bilanciamento, risparmio di energia e prestazioni elevate – sono progettate per soddisfare le esigenze della maggior parte degli utenti – continua Santagata -. È possibile modificare le impostazioni di una o più di tali combinazioni o, se nessuna soddisfa esigenze specifiche, creare una combinazione personalizzata basata su una di quelle predefinite».

Sun Microsystems

«L’approccio eco-responsabile di Sun Microsystems coinvolge tecnologie, prodotti, modo di lavorare e modelli di business – dice Giuseppe Facchetti, Systems Practice Manager di Sun Microsystems -. I microprocessori progettati da Sun non solo sviluppano prestazioni performanti ma consumano quantità ridotte di energia (70 W nel processore T1) inducendo risparmi di utilizzo e nel raffreddamento del datacenter, in quanto minori consumi implicano minore calore generato. I server Sun basati su queste tecnologie sono più compatti: minor calore generato significa anche minore meccanica di raffreddamento all’interno del server. Questo si traduce in minori spazi richiesti nel datacenter e un ulteriore risparmio e ottimizzazione per l’It dei clienti». I prodotti di Sun rispettano le normative Weee (Waste electrical and electronical equipment) e RoHS (Restriction of hazardous substances), per agevolare il riciclo e il riuso dei prodotti e per evitare l’utilizzo di materiali tossici nella produzione.

L’Eco Responsibility Initiative di Sun (il programma che prevede tutte queste azioni di policy coordinate) tocca anche il modo di lavorare delle persone. Il programma Open Work coinvolge i dipendenti di Sun, consentendo loro di accedere alle informazioni sempre e dovunque, usando qualsiasi tipo di dispositivo terminale.

«Grazie a questo programma, la metà del personale di Sun lavora da casa o in un ufficio flessibile da due a cinque giorni alla settimana – continua Facchetti -. Così Sun, nell’anno fiscale 2006, ha registrato un risparmio di ben 18.000 tonnellate di gas serra attribuibili ai consumi di benzina, cui si aggiungono 3.000 tonnellate attribuibili al funzionamento degli uffici. Sempre nell’anno fiscale 2006, Sun ha risparmiato altre 8.000 tonnellate di gas serra grazie all’uso dei thin client Sun Ray».

Il thin client Sun Ray è un dispositivo di costo contenuto, sempre attivo,che non richiede amministrazione del desktop e che rappresenta l’interfaccia per lo svolgimento di ogni operazione da parte dell’utente. Sul fronte dei modelli di business, Sun Microsystems propone soluzioni di utility computing, come il sito www.network.com, che, con un meccanismo di pay-per-use, consente agli utenti di eseguire le applicazioni di proprio interesse pagando il tempo-macchina usato, senza dover acquisire sistemi, allestire il relativo datacenter, climatizzarlo, e così via.

Unisys

«Fino a qualche tempo fa i pensieri dei responsabili It relativamente alle tematiche ambientali erano focalizzati sui temi del riciclo dei materiali e il rispetto delle regolamentazioni – dichiara Claudio Guerrini, partner Relationship Executive Systems & Technology di Unisys Italia -. Il protocollo di Kyoto e la nuova attenzione dei governi verso la riduzione delle emissioni di anidride carbonica hanno profondamente cambiato lo scenario. Dal punto di vista delle infrastrutture It, la situazione dei consumi energetici è stata aggravata dal successo delle architetture basate su blade server, che hanno portato a un aumento del numero dei server in azienda, ma anche a un sottoutilizzo delle risorse disponibili. Alimentare e raffreddare i server (i costi di condizionamento sono paragonabili a quelli di alimentazione, ndr) per poi usarne solo il 10% è uno spreco non più sostenibile. Unisys ha da sempre osteggiato questo tipo di architetture distribuite, costruendo l’offerta su soluzioni consolidate e centralizzate, in grado di arrivare a un utilizzo delle risorse vicino all’80%».

Unisys offre servizi di consulenza tecnologica per l’analisi della struttura informatica esistente e la definizione dei progetti per la sua ottimizzazione. Le architetture di riferimento sono basate sui server enterprise Unisys ES7000, sistemi standard Intel (ma in grado di offrire caratteristiche di livello mainframe in termini di scalabilità e potenza, ma anche di affidabilità) e sulle tecnologie di virtualizzazione.

«A parità di processori Intel, i server Unisys ES7000 offrono una densità superiore di sistemi virtuali rispetto alle tecnologie di tipo blade – conclude Guerrini -. Un’applicazione concreta è stata realizzata da noi per un importante istituto finanziario inglese, che è potuto passare da un’architettura basata su 7.500 server fisici a una strutturata su 2.500 server virtuali. Il cliente dovrebbe conseguire un taglio dei costi energetici pari a 4 milioni di dollari l’anno e una riduzione delle emissioni di anidride carbonica pari a circa 9.450 tonnellate, il 6% delle emissioni totali prodotte fino a oggi».

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