Da tempo ormai si parla di mobilità sul lavoro. Non è un concetto astratto, ma molto più concreto di quanto si pensi.
In questo spazio (Techne – Con parole mie) i protagonisti della tecnologia raccontano e si raccontano, portando alla luce la miscela virtuosa di tecnica ed esperienza al servizio delle esigenze dell’utenza. Parlano sulla base della conoscenza, evitando di fare riferimento alla propria produzione, bensì portando il discorso su un piano generale e fruibile da tutti.
I mobile worker, da alcuni chiamati con il termine bellicoso di “road warrior”, sono ovunque. Li vedi, li senti. In aereo sono impazienti di accendere il Blackberry quando l’avviso di arrivo li abilita all’uso. Sembra che il loro device sia più importante dell’aria da respirare.
Ma non ci sono solo loro.
Donne, uomini, teenager, pensionati, tutti viaggiamo con memorie portatili come iPod, telefoni, chiavette Usb, laptop, e via elencando. Tutti questi oggetti di culto possono essere persi, dimenticati o rubati. Pensate quanti dati contengono.
Se si parla di azienda il tema è più serio. Questi dispositivi contengono dati importanti per la vostra azienda. Dati dell’azienda, ma anche di altre. Dati sensibili, spesso.
Negli Usa la cosa è stata già presa sul serio. Ci sono leggi molto restrittive per le aziende quotate. Non si possono perdere dati di altri. O meglio, ci deve essere una certificazione che i dati (una volta perduti o rubati) non possano essere letti da altri. Devono essere criptati.
Una delle più famose aziende informatiche di sicurezza web ha licenziato il suo manager delle risorse umane dopo che gli era stato rubato dall’auto il laptop contenente i dati sulla social security dei dipendenti. Dati personali di previdenza sociale, ultra sensibili.
Le aziende devono cifrare i loro dati dunque, lo dice la legge. E non parliamo dell’importanza che i dati possono avere per il business. Possono essere persi per sempre, o peggio, finire in mani sbagliate. Il costo per l’azienda? Potenzialmente infinito.
La cifratura è una tecnologia non invasiva e deve prevedere un piano sicuro di recupero dei dati in caso di smarrimento. E’ fondamentale per la credibilità dell’azienda, assicurando che i dati possano viaggiare dentro e fuori il suo perimetro, senza metterne a repentaglio il business.
Ecco, quindi, i magnifici 7 consigli che mi sento di dare per una migliore sicurezza in azienda:
– Educare il proprio staff sulla sicurezza
– Estendere la sicurezza a tutto il personale per evitare fuoriuscite di dati sensibili
– Fare firmare ai dipendenti un documento che specifichi le policy aziendali sulla sicurezza
– Regolamentare le connessioni con delle norme precise
– Assicurare tutti gli ingressi Usb con metodo (policy)
– Criptare i file
– La sicurezza è a due vie e deve essere condivisa. Fate sì che il vostro staff ne capisca l’importanza e non vi giochi contro.
*Regional Director Southern Europe Check Point Software Technologies





