Il fornitore come chiave di accesso all’innovazione

Spunti interessanti in direzione del raggiungimento dell’efficacia e dell’efficienza dei sistemi informativi possono sicuramente essere dati al Cio dai fornitori. Attenzione, però, perché la fretta può essere cattiva co …

Spunti interessanti in direzione del raggiungimento dell’efficacia e
dell’efficienza dei sistemi informativi possono sicuramente essere dati
al Cio dai fornitori. Attenzione, però, perché la fretta può
essere cattiva consigliera e portare a considerare partner quelli che in realtà
sono semplici vendor o system integrator, che dir si voglia. «Il loro
è un ruolo essenziale
– indica Giovanni Fermi di Universo Servizi
-, ma non bisogna sposare a priori il concetto di partnership, lo si deve
fare solo in base alle specifiche competenze e, in ogni caso, visto che è
difficile trovare un fornitore che, onestamente, rinunci alla trattativa perché
la soluzione da lui offerta non è la più opportuna, il governo
dell’It deve rimanere interno
». Fornitori qualificati e non
generalisti, dunque, ma per Adriano Riboni di Sanofi Aventis, «ciò
che conta è lavorare con aziende di fiducia, che spartiscano con noi
rischi e scadenze e che apportino conoscenze che non possediamo. Resta, comunque,
al Cio il compito di capire come le soluzioni possano trovare applicazione
».
È chiaro che non tutti possono diventare partner. Per esserlo, annota
Paolo Torelli di Fiditalia «deve esserci condivisione di strategia
e obiettivi comuni. Visto che la complessità della tecnologia, che resta
un’opportunità da cavalcare, aumenta, i fornitori ci possono aiutare
a comprenderla meglio ma il Cio deve metterci la propria conoscenza del business
».

Claudio Vella del S. Raffaele va ancora più nel dettaglio: «Il
semplice fornitore può essere assimilato al titolare di un autosalone
dove si va per comprare una macchina che si è scelta per conto proprio,
mentre il partner può essere considerato un omologo, che conosce esigenze,
processi, possibilità finanziarie e propone soluzioni adeguate semplificando
al Cio il modello di scelta
». E che per i vendor, quindi, sano realismo
sia. Questo il consiglio di Fermi che specifica come le soluzioni calate in
ambienti mission critacal abbiano impatti diversi dalle stesse testate a livello
prototipale. «La software selection è la fase più delicata
della nostra attività
– aggiunge Riboni – e per la scelta del
vendor si deve tener conto di vari fattori, dalle referenze, all’esperienza
nel settore specifico, alla solidità
». Deve esserci disponibilità,
soprattutto mentale, perché come notato da Alberto Fidanza, a capo della
filiale italiana di Ca, «il fornitore compie il grande salto e diventa
partner quando capisce esattamente i problemi e condivide i rischi. E questo
non è semplice
».

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