Una lettura estiva per capire come cambia il made in Italy
Soft economy è il titolo di un libro di Ermete Realacci e Antonio Cianciullo
che racconta la nuova Italia dell’innovazione quella di Marco Caprai e il suo
Sagrantino, delle macchine da caffè della Nuova Simonelli o delle intuizioni di
Daniele Kihlgren che ha rivitalizzato un antico borgo ai piedi del Gran
Sasso.
Si tratta di quell’imprenditoria italiana che non consoce la parola declino e che dell’innovazione ha fatto la sua parola d’ordine. E’ sparsa per tutta la Penisola a conferma che le idee vivono e crescono anche all’ombra dei piccoli campanili. Dalle loro storie e dai loro successi prende vita anche Symbola, la fondazione per le qualità italiane, “che vuole consolidare e diffondere il modello di sviluppo della soft economy, dove i territori incontrano le imprese, dove si stringono alleanze tra i saperi, le nuove tecnologie, la tradizione e dove la competitività si alimenta di formazione, di ricerca, di coesione sociale e rapporti positivi con le comunità”.
Symbola, che dal 22 al 25 novembre ha organizzato a
Milano la Campionaria delle qualità italiane, ha organizzato qualche giorno fa a
Bevagna (nella zona del Sagrantino di Caprai) un seminario per discutere di
piccole e medie imprese, qualità e innovazione. L’incontro è stato aperto da una
relazione di Carlo De Benedetti al quale ha fatto seguito una relazione di Aldo
Bonomi, sociologo, presidente del consorzio A.A.Ster e membro del comitato
scientifico di Symbola, che ha esaminato il nuovo made in Italy in una relazione
che trovate a questo indirizzo http://www.symbola.net/din/agenda_doc.php?id=567 e
che consigliamo come lettura estiva.





