I percorsi di carriera

L’evoluzione lavorativa seguita fino a oggi e quella auspicata per il futuro, tenendo conto dei motivi di insoddisfazione e dei percorsi da compiere per la ricerca di un nuovo posto

L’analisi delle figure professionali approfondita precedentemente si riferisce al contesto presente e non ha riguardato in alcun modo i curricula e i percorsi di carriera precedenti alla situazione attuale.


Come già detto, il panel d’indagine è caratterizzato da una permanenza media in azienda pari a 7,1 anni e da un’anzianità media del ruolo professionale di 6,7 anni.


Si tratta di periodi di tempo molto rilevanti che sono il risultato di due elementi: il crescente livello di maturità del settore Ict ha notevolmente ridotto la mobilità delle sue risorse lavorative; il livello di soddisfazione verso l’attuale impiego è medio-alto, al punto da non determinare elevati turnover. Impiego che, nella maggioranza dei casi, è stato trovato dai rispondenti all’indagine tramite conoscenze personali o, al limite, grazie all’invio spontaneo del curriculum vitae. Altri canali di ricerca più qualificati non sembrano riscuotere un elevato grado di successo.


In genere, la ricerca dell’attuale impiego, alla luce anche dei canali preferenziali evidenziati precedentemente, è stata piuttosto rapida. Nella maggioranza dei casi, infatti, è durata meno di 6 mesi (67,2%).


Il 53,1% del campione ha espresso un grado di soddisfazione assolutamente medio, la soddisfazione più elevata è stata dichiarata dal 23,4%, mentre un quasi equivalente 23,5% appare del tutto insoddisfatto.


Le principali ragioni di insoddisfazione sono rappresentate dal livello retributivo e dalle scarse opportunità di crescita professionale, mentre la maggiore soddisfazione è determinata dalla posizione occupata e dalla considerazione e stima espresse dal management aziendale. Con il 74,5% delle citazioni, il livello retributivo è, dunque, il principale elemento di insoddisfazione nei confronti dell’impiego attualmente coperto dai rispondenti.


Quasi il 79% delle risorse dispone di una retribuzione annua lorda inferiore a 50.000 euro, ma la maggioranza di queste si colloca nella fascia retributiva inferiore, ovvero fino a 30.000 euro.


Sono le aree aziendali più tecniche, ovvero manutenzione e assistenza, sviluppo e programmazione, sistemi, reti e sicurezza a essere caratterizzati dai livelli retributivi più bassi.


È comprensibile, quindi, un generale livello di insoddisfazione rispetto a questo elemento, che risulta in qualche modo rafforzato guardando alle variazioni delle retribuzioni rispetto all’anno scorso.


La retribuzione lorda annuale, infatti, si è mantenuta nella maggioranza dei casi assolutamente invariata.


In relazione “all’altra metà del cielo”, per il 79,3% delle donne, l’appartenenza al genere femminile continua a essere percepita come uno svantaggio. Per il restante 20,7%, invece, la situazione era molto più pesante in passato e ora si è praticamente risolta. La donna appare svantaggiata, in particolare, in termini di retribuzione, considerazione da parte del management, tipologia di mansione e, contestualmente, opportunità di crescita. In passato, la situazione era sostanzialmente analoga.


L’origine di un ruolo


L’attuale profilo professionale dei rispondenti all’indagine è il risultato, nella maggioranza dei casi (60,5%), frutto di percorsi evolutivi da un ruolo a un altro. Sono le risorse delle aree direzione e gestione e commerciale, marketing e comunicazione a essere maggiormente “mobili” in questo senso. A tal proposito, è interessante notare come la figura del Cio provenga prevalentemente dalle aree di direzione e gestione e consulenza, a ulteriore conferma della sua strategicità in azienda e delle sue competenze business. Non vanno, comunque, dimenticati i casi di Cio provenienti dalle aree sistemi, reti e sicurezza che governano senza dubbio gli aspetti Ict che hanno un maggiore impatto sul business aziendale.


Al contrario, le figure di responsabili dei sistemi informativi/Edp manager hanno una provenienza più “variegata” che si colloca, nella maggioranza dei casi (64,4%), nelle aree più operative, come sistemi, reti e sicurezza, sviluppo e programmazione, manutenzione e assistenza.


La maggioranza dei cambiamenti di ruolo (59,1%) è avvenuta lasciando un’azienda per un’altra. Ciò è vero soprattutto per le figure professionali di maggiore responsabilità, quali Cio e l’amministratore delegato/direttore generale, mentre le figure di stampo più tecnico cambiano più frequentemente ruolo all’interno della stessa azienda.


Il numero medio di posti di lavoro cambiati negli ultimi 5 anni è, comunque, piuttosto basso, pari a uno.


Per il 74,1% dei casi non si è trattato di interruzioni di carriera ma di semplici cambi di lavoro. Qualora ci siano state interruzioni di carriera, le ragioni sono imputabili sia ad abbandono volontario sia a difficoltà aziendali. Per il futuro, la maggioranza dei rispondenti (quasi il 57%) intende cambiare ruolo, ma solo in minima parte rimanendo nell’azienda attuale. Le aree professionali preferite in tal senso sono la direzione e gestione, seguita da sistemi, reti e sicurezza, commerciale, marketing e comunicazione.


Particolarmente significativo appare il dato relativo ai responsabili dei sistemi informativi/Edp manager: il 91,9% di tali figure intende rimanere nell’area direzione e gestione, conquistando però posizioni di maggior rilievo.

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