L’automatizzazione di fabbrica non può prescindere da quella dei processi. Parola dell’It manager di Janssen-Cilag
Alessandro Gamba, oltre a far parte del board per l’innovazione It a livello globale, è responsabile dell’Information technology di Janssen-Cilag, azienda farmaceutica del gruppo Johnson&Johnson, il cui stabilimento produttivo dislocato a Latina è uno tra i più moderni al mondo. Centro di innovazione tecnologica e farmaceutica, è l’unico polo produttivo capace di soddisfare le esigenze in campo farmacologico di tutti i settori di Johnson&Johnson, producendo circa 100 milioni di unità l’anno, distribuiti in più di 56 paesi nel mondo, Usa e Giappone inclusi. Il sistema produttivo si avvale di un meccanismo di automazione industriale fondato in larga parte sulla robotizzazione delle operazioni e su avanzate tecnologie che permettono la semplificazione delle attività, un miglior controllo di processo e una garanzia di qualità della produzione.
«L’It è sempre stata considerata un punto cardine per trasferire l’innovazione nei processi manifatturieri – spiega Gamba -. Negli anni, il suo contributo ha seguito l’evoluzione dello stabilimento: dall’espansione dell’intera area manifatturiera al sistema di qualità per accrescere il livello di efficienza, all’integrazione con i sistemi degli altri poli produttivi. Oggi una delle principali priorità». L’aspetto innovativo ha prevalso in tutte le scelte tecnologiche fatte, in primo luogo per rendere i processi sempre più automatizzati con vantaggi in termini di capacità produttiva, efficienza, maggior controllo sui costi e maggiore professionalità per i lavoratori che possono disporre di una visione completa di tutte le attività aziendali. «L’innovazione, però – aggiunge il manager -, non viene interpretata come l’introduzione di nuove tecnologie, ma come elemento che fa parte della cultura aziendale, perché solo così può influire sull’organizzazione, sulle persone, sui processi, sui prodotti, generare benefici e garantire un vantaggio competitivo».
Per attribuire all’It un ruolo di facilitatore, è importante che il responsabile sappia cogliere le innovazioni e tradurle in soluzioni operative. «L’approccio di base che adottiamo nella realizzazione di un progetto è di natura esplorativa – indica Gamba -. Sì all’innovazione, ma non avventata, scalabilità per evitare i rischi tipici della fase implementativa e flessibilità, grazie alla scelta di partner tecnologici tendenzialmente agili, flessibili e capaci di assorbire parte dei rischi annessi». Enfasi su una gestione centralizzata dei flussi informativi da e verso tutti i vari sistemi, dunque, sulla sincronizzazione e trasparenza dei processi, consentite grazie a una preventiva attività di modellizzazione. Dai processi alla tecnologia e non viceversa.
Tutto ciò porta a un’integrazione spinta. Ed è qui che emerge l’effettivo coinvolgimento dell’It nell’organizzazione. «Di sicuro
– puntualizza -, la figura che contribuisce a promuovere l’innovazione in azienda deve avere competenze tecniche, capacità di comprensione del business e conoscenza delle dinamiche di mercato per essere in grado di instaurare una stretta collaborazione con le altre funzioni, di interpretarne, vagliarne e realizzarne le richieste e le idee e condividere opportunità e potenzialità di cambiamento».
È fondamentale anche porre l’accento sul rapporto tra persone e tecnologia: va rafforzato il coordinamento, dal nucleo operativo fino al vertice strategico, per trarre quei benefici generati dalla coesistenza di molteplici esperienze e far percepire la tecnologia come strumento di ausilio e non come un’imposizione. Inoltre è importante incentivare la comunicazione per trasferire il reale valore innovativo che la tecnologia racchiude. «Bisogna contribuire alla creazione di un ambiente di condivisione e scambio di conoscenza – conclude il manager -, indispensabile per la gestione del cambiamento, accompagnata dalla realizzazione concreta del processo di innovazione messo in atto anche grazie all’It».
Quando la Business intelligence diventa Manufacturing intelligence
La Bi non deve essere utilizzata solo per supportare i processi decisionali tipici dei livelli alti e medi della struttura organizzativa. Il suo uso deve anche poter agevolare i livelli della bottom-line nella presa di decisioni prettamente operative, i cui effetti si ripercuotono sull’efficienza dei processi manifatturieri.
L’ambiente di Manufacturing intelligence di Janssen-Cilag, chiamato Visual Factory (la cui infrastruttura e alcuni moduli sono stati realizzati con la soluzione Decisyon dell’azienda omonima), include strumenti di performance management e tool che facilitano la comunicazione e la collaborazione, con la finalità di rendere visibili a tutta l’organizzazione i processi dello stabilimento nella loro totalità. In pratica, i dati con diversi livelli di granularità, la loro raccolta, i dashboard e i Key performance indicator sono raggruppati in una sola istanza che può essere pubblicata, in differenti forme, nel rispetto delle diverse esigenze dei molteplici utenti.
La Visual Factory, che dispone di un unico punto di accesso, ha una struttura costituita da più moduli con specifici obiettivi: tenere sotto controllo, da parte di tutti i dipartimenti, il ciclo di vita degli ordini presenti in una lista prioritaria; pianificare il processo relativo a un ordine proveniente dall’area vendite; supportare l’area risorse umane nei processi di valutazione del personale; stabilire le priorità dei progetti da realizzare attraverso l’allocazione delle persone e la definizione del flusso di lavoro; monitorare gli indicatori tipici della catena di fornitura tramite efficaci strumenti visuali.
Schermi Lcd a 42 pollici collocati nei diversi reparti produttivi, di imballaggio e di magazzino consentono il monitoraggio dell’intero flusso manifatturiero con segnali di alert quando alcuni valori si discostano dagli standard previsti, permettendo al personale preposto di intraprendere l’opportuna azione. «La possibilità per tutti i dipendenti di avere visibilità riguardo alle attività dello stabilimento, grazie a strumenti di facile uso e interpretazione delle informazioni – specifica Gabriele Ricci, automation and operation manager di Global Pharmaceutical Supply Group Emea, business unit di Janssen-Cilag -, agevola la formazione di un ambiente collaborativo e di condivisione, in cui ciascun lavoratore si sente maggiormente responsabilizzato, motivato e coinvolto nel raggiungimento degli obiettivi. È così che va intesa la Manufacturing intelligence».





