Materia prima a basso costo (opensource) e tanto finanziamento agevolato. Così si cresce
Magari perché uno non sa dove andare a trovare le informazioni o per quello
spirito italico che propende per le cose fatte da sé, solo il 13% delle
Pmi ricorre ai finanziamenti pubblici per gli investimenti in Ict. Il
51% ricorre all’autofinanziamento, mentre il 38% va sul sicuro e i soldi li
chiede in banca dove magari il rapporto personale facilita la questione.
Mettiamoci anche un po’ di sfiducia nei confronti dello
Stato e si capisce perché la storia di Francesco Beraldi, presidente di Orangee,
è una vicenda anomala.
Orangee è una società di cento persone, fra le sedi di Roma, Milano, Cosenza, Malaga, Tunisi (dove lavorano dieci addetti) che fattura quasi 6,5 milioni di euro.
L’azienda fondata
dieci anni fa da Francesco Beraldi, calabrese, appartenente a una schiatta di
imprenditori, con un passato in Ibm, Oracle e Tas (società che ha creato la
piattaforma di teletrading per il mercato finanziario italiano), fa servizi
tecnologici a grandi gruppi italiani (Banca Intesa, Italtel, Wind, per cui segue
il portale 155 dal 1999). “Siamo in crescita – rivela Beraldi –
dopo Accenture e Ibm, con oltre un milione di euro siamo ormai il
terzo fornitore di Wind”
.
Il modello di business è improntato al realismo:
una piccola azienda può permettersi di essere il fornitore di una grande solo se
lavora sulle tecnologie emergenti, sulle applicazioni di nicchia. Poi, un
mattoncino alla volta, può consolidare nel tempo la propria presenza in un
grande gruppo, rendendosi indispensabile al suo funzionamento.
Nella fattispecie, lo può fare concentrandosi sullo
sviluppo di Ict a basso costo (in sintesi: Internet e
opensource)
, ispirandosi, suggerisce Beraldi, a un modello che ha caratterizzato il mercato del tessile, in cui il peso del costo della materia prima della singola unità di prodotto è diventato minoritario rispetto a quello legato alle azioni di creazione e personalizzazione.
“Se uno è bravo, oggi trova sulla Rete il 70% di quello che gli serve per costruire un’applicazione. Il resto lo fanno le attività di personalizzazione e implementazione”.
Per Beraldi in Italia il mercato delle Pmi del settore Ict è schiacciato: “le aziende si riducono a fare body rental per le grandi. Una strada semplice da seguire, ma che non porta lontano. Bisogna, invece, spingere sull’innovazione”.
Per andare al di là degli slogan: “l’innovazione la si crea avendo un’idea e cercando
aiuti per svilupparla , come quello della finanza agevolata. Noi abbiamo reso strutturale alla nostra attività il ricorso ai finanziamenti pubblici e alle partnership con le università. In tre anni abbiamo consolidato e industrializzato un modello di struttura operativa basato sul finanziamento”.
Farsi finanziare è fondamentale, anche perché, rivela Beraldi, “il grande cliente ti chiede un investimento enorme, in persone, conoscenza, tempo. E anche il miglior cliente, quello più consolidato, paga a 120 giorni”.
Importante, poi, è
il rapporto con il mondo accademico: Orangee ha
iniziato con l’Università della Calabria
. Ora sono partner, per un consorzio sull’opensource, anche quelle di Torino e di Pisa (dove, tra l’altro, sono stati formati gli sviluppatori tunisini).
Per
finanza agevolata Beraldi si riferisce non tanto alla legge 488/92, che finanzia
gli impianti, ma alla 46/82, che sostiene l’investimento in persone, per il
tramite della consulenza accademica.
Il modello da seguire, brevemente, è quello di presentare ai ministeri eroganti (Attività produttive e Ricerca) un progetto credibile. Gli enti, poi, riconoscono un finanziamento suddiviso in una parte a tasso agevolato (un mutuo, in sostanza) e in una a fondo perduto.
“Non abbiamo inventato nulla. Abbiamo, da piccoli, seguito una strada che per anni era battuta da grandi società italiane, come Engineering, Insiel, Telecom, tanto per rimanere in campo tecnologico. Ma anche da Bistefani, che coi finanziamenti agevolati creava nuovi biscotti”.
Ma anche questa strada a lungo andare
rischia di esaurirsi. Il futuro della finanza agevolata per le Pmi, secondo
Beraldi, è quello dei consorzi, in cui piccole e grandi aziende, omogenee per
dimensione, territorio e settore, potranno unirsi ai centri di eccellenza
accademici per sviluppare progetti tematici e in grado di fare indotto.
Come accade attorno a poli accentratori di
investimenti, quale è il porto di Gioia Tauro, dove dal Giappone approdano tutte
le automobili per il mercato europeo, che Orangee serve con un sistema di
tracciamento e fatturazione del traffico merci e per il quale è partito il
consorzio R&D.Log, inserito in un Accordo di Programma Quadro (fra i
ministeri dell’Economia, Ricerca e la Regione Calabria).





