Red Hat, parola d’ordine risparmiare

Al Summit 2007, la società parla agli sviluppatori, puntando i riflettori sulla riduzione dei costi di gestione

Ridurre i costi di gestione delle applicazioni è l’invito che Matthew Szulik, presidente e Ceo di Red Hat ha fatto alla comunità dei suoi sviluppatori riuniti a San Diego, in California, in occasione del Summit 2007. La società, specializzata nella distribuzione di software opensource basato sul sistema operativo Linux, ha guadagnato credibilità nel corso degli anni e, oggi, vanta partnership con Oracle, Ibm, Dell (Michael Dell ne ha addirittura finanziato il capitale, alcuni anni fa), Intel, e Hp. Questi vendor distribuiscono gran parte del software della società all’interno del proprio hardware, mentre Red Hat preferisce mantenere contatti diretti con gli sviluppatori favorendo i progetti di contribuzione, come Fedora. Nel corso dell’evento, la società ha annunciato un nuovo programma, sviluppato con Ibm, che si propone di favorire l’adozione della propria distribuzione di Linux, Red Hat Enterprise, sui mainframe System z di Big Blue. L’iniziativa fornirà agli utenti soluzioni per la valutazione, il deployment e il supporto della piattaforma congiunta.


«Le aziende e le amministrazioni pubbliche – dice Szulik – hanno iniziato a capire che la miglior sicurezza fisica associata all’installazione centralizzata di server e storage su mainframe può essere abbinata anche alla miglior gestione delle risorse, grazie all’impiego della nostra tecnologia di virtualizzazione, inserita all’interno di Red Hat Enterprise Linux 5, senza compromessi».


I nuovi System z potranno anche trarre beneficio della funzionalità SeLinux (Security Enhanced Linux), sviluppato con l’ausilio della National Security Agency americana, che ha contribuito a migliorare le funzionalità di protezione del sistema operativo opensource. «Le partizioni Linux all’interno dei mainframe – puntualizza il Cto di Red Hat, Brian Stevens – stanno crescendo in virtù della provata sicurezza e dell’ausilio che offrono al consolidamento delle applicazioni distribuite. Ecco perché questo lavoro congiunto con Ibm evolverà». L’idea è di supportare, con team tecnici di entrambe le società, la comunità opensource, per accelerare gli sviluppi autonomi sulla piattaforma congiunta Red Hat su System z.


Addio vecchie licenze


All’evento si è parlato anche di modelli di distribuzione applicativa. Il monito lanciato da Szulik, ai concorrenti (e a Microsoft in particolare) è che in futuro le applicazioni di produttività dovranno essere fruibili sempre di più online. Il manager ha, quindi, riaffermato l’impegno della società verso la riduzione dei costi delle soluzioni per l’ufficio. Lo fa, in particolare, con l’annuncio di un bundle indirizzato ai mercati emergenti. Frutto della collaborazione con Intel, Red Hat Global Desktop non è solo un nuovo ambiente desktop, ma un’accoppiata, che prevede hardware a basso costo, sistema operativo e servizi online, destinata a Pmi e Pa delle nuove economie. La società starebbe anche lavorando a un progetto che prevede di riuscire a far stare tutto il sistema operativo su una chiave Usb: il software, in pratica, sarebbe eseguito come una partizione virtuale della macchina ospitante. «Si tratta del primo passo verso una nuova concezione di innovazione – precisa il manager -, che fa della mediazione tra le esigenze di crescita degli utenti e un giusto prezzo della tecnologia la carta vincente. I clienti sono frustrati dal fatto di pagare licenze costose per software di cui usano meno della metà delle funzionalità. A questo devono il costo di manutenzione. Noi proponiamo un modello differente e la crescita di MySql e JBoss ci fa capire che abbiamo imboccato la strada giusta». «Molte applicazioni contenute in Windows non sono usate – gli fa eco Timothy Yeaton, senior vice president Enterprise Solutions di Red Hat -, anche se incluse nella licenza. Basta pensare al client di posta. Spesso, infatti, l’utente accede online alle e-mail e il futuro delle applicazioni desktop è proprio questo». Secondo Szulik, il paradigma della licenza client sul desktop è ormai maturo «ed è per questo – conclude – che lavoriamo per migliorare le funzionalità dei singoli pc, impegnandoci a renderle utilizzabili anche su client low cost. Vogliamo che gli utenti possano migliorare la produttività senza essere costretti, ogni volta, a cambiare o ad aggiornare l’hardware».


Partnership e accordi tecnologici


Red Hat e Sybase ampliano i termini della partnership che li lega da 10 anni e presentano una appliance software destinata al mercato dei database. «La virtualizzazione, che è un elemento fondamentale della piattaforma Rhel 5 di Red Hat – esordisce Raj Nathan, Chief marketing officer e senior vice president Worldwide Marketing Operations di Sybase -, richiede che il database assicuri prestazioni al top. L’accordo siglato va proprio in questa direzione». Sybase Ase (Adaptive Server Enterprise) e il server analitico Sybase Iq certificati su Rhel 5 saranno disponibili concretamente nella seconda metà dell’anno, limitatamente alle piattaforme x86. Si tratterà, in pratica, di appliance software preconfigurate che il cliente potrà scaricare dal sito eShop di Sybase. «Grazie alle funzionalità di virtualizzazione e clusterizzazione del nuovo Os – si dice convinto Timothy Yeaton, senior vice president Enterprise Solutions di Red Hat -, la nuova appliance rappresenta la soluzione ideale per gli ambienti che richiedono alta disponibilità e affidabilità delle applicazioni». In base ai termini dell’intesa sottoscritta, i clienti potranno chiamare l’uno o l’altro vendor per il supporto e la manutenzione della soluzione congiunta. Questo grazie al fatto che Sybase entra a far parte del Red Hat Cooperative Resolution Center, un programma nato per migliorare le sinergie tra Red Hat e i partner tecnologici in merito alla risoluzione dei problemi delle soluzioni vendute.


Altra partnership annunciata nel corso del Summit 2007 di Red Hat, è quella tecnologica che vede coinvolta Intel. Verrà, infatti, resa disponibile una appliance di virtualizzazione per la gestione dei desktop basati sul processore Intel vPro. La collaborazione, in realtà, dura da tempo e l’obiettivo dichiarato dal Cto di Red Hat, Brian Stevens, è quello di avere, in futuro, una soluzione di virtualizzazione su ciascun desktop destinato al business. E la società sta muovendosi per raggiungere l’ambizioso traguardo. «Questa iniziativa va nella direzione di ridurre i costi operativi – dice Stevens -. La tecnologia Intel vPro, unita al nostro Virtual Appliance Os, costituisce una solida base di gestione e amministrazione delle risorse desktop, alla stregua di un ambiente di classe enterprise». Il sistema operativo Virtual Appliance può essere usato per supportare all’interno degli ambienti pc funzionalità di sicurezza delle reti, provisioning delle risorse, monitoraggio e gestione degli asset. La beta è prevista per la fine dell’anno.

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