Al recente Forum, organizzato da Idc, è stata analizzata la situazione del Sistema Paese e le aree di potenzialità su cui puntare per competere
In occasione del secondo “Innovation Forum”, è stato presentato a Roma il Rapporto “Il Sistema dell’Innovazione in Italia: Ict e società dell’informazione”, che costituisce il culmine dell’attività del secondo anno del Forum dell’Innovazione Digitale, un programma di iniziative pre-competitive promosso da Idc Italia insieme ai maggiori player Ict nazionali per sostenere lo sviluppo dei progetti di innovazione basati sulle tecnologie. Il Rapporto presenta i principali risultati dell’analisi sull’innovazione per regioni e per filiere verticali, mettendo in luce le criticità del Sistema nel nostro paese e motivando, in tal modo, la sua difficile posizione internazionale.
All’apertura del convegno Idc ha posto l’accento sull’indice del Sistema dell’Innovazione delle Regioni italiane (Isir), che raffigura un benchmarking dell’innovazione sul territorio valutato sulla base di fattori di input e di output dell’innovazione stessa, di fattori di sviluppo It e di fattori del contesto macro-economico. Per il periodo 2000-2005, l’Isir registrato colpisce per la sua scarsa dinamicità, con un valore medio per il Sistema Italia stabile e con alcune regioni di solito trainanti in leggera diminuzione: è il ritratto di un paese relativamente statico, influenzato da una congiuntura economica negativa, ma soprattutto da una scarsa produttività della capacità innovativa, caratterizzato da un calo della produzione di brevetti e segnato ancora una volta dalla distanza tra regioni più avanzate e regioni notevolmente arretrate.
Ciononostante, i relatori intervenuti, e in particolare Giacomo Vaciago, economista e presidente del Forum, hanno evidenziato segnali di ripresa della crescita e delle esportazioni, sostenute dalle imprese che hanno saputo ristrutturarsi, internazionalizzarsi e giocare la carta dell’innovazione per recuperare competitività.
L’indagine del Forum dell’Innovazione Digitale ha focalizzato l’attenzione anche sulle Politiche di Governo per l’Innovazione, a cavallo tra due differenti legislature. Il primo anno di attività del Governo Prodi presenta un rilancio delle politiche per l’innovazione industriale, sulla base di una visione strategica coerente e di nuove forme di intervento. In particolare, il Rapporto valuta positivamente il Piano Industria 2015 presentato dal Ministro per lo Sviluppo Economico, Pierluigi Bersani, che prevede una razionalizzazione degli incentivi alle imprese, la definizione di un piano strategico di selezione delle aree tecnologiche prioritarie per la competitività del paese, nuove misure per favorire e supportare le reti di Pmi e infine una riforma del sistema normativo dei brevetti.
Per quanto riguarda l’innovazione nella Pa e nel sistema pubblico in genere, il Rapporto nota invece una certa mancanza di efficacia delle azioni avviate, dovuta probabilmente anche alle necessità di riorganizzazione interna e al cambiamento delle priorità di Governo. A proposito di e-Government è intervenuto il Ministro delle Riforme e Innovazioni Luigi Nicolais, che ha auspicato il passaggio dall’attuale stato di «informatizzazione aggiuntiva» verso un futuro di «innovazione sostitutiva» nella Pa, per abbandonare definitivamente i vecchi processi amministrativo-gestionali e per attuare una “interoperabilità” digitale tra le amministrazioni centrali e le amministrazioni periferiche. Punto di debolezza strutturale della realtà italiana, le iniziative di technology transfer sembrano oggi aver invertito la rotta: secondo i dati presentati, tra il 2000 e il 2005 si è verificato un incremento degli attori dell’innovazione presenti sul territorio (distretti tecnologici, uffici universitari di trasferimento tecnologico, parchi scientifici e tecnologici), impegnati a migliorare lo scambio ricerca-impresa per ottenere una maggiore produttività dell’innovazione. Al tal proposito, il Forum raccomanda di introdurre una cultura di obiettivi e valutazione dei risultati, per guidare investimenti e incentivi, evitando di sostenere all’infinito esperienze fallimentari e non adatte alle caratteristiche del territorio.
Infine, il Rapporto ha osservato le dinamiche di sviluppo di tre filiere per le quali l’It rappresenta uno strumento indispensabile per il recupero di competitività: l’area della sanità elettronica, la domanda emergente di cultura e turismo digitale, l’innovazione It per il made in Italy.





