Business intelligence in cerca di identità

Con l’acquisizione di Hyperion da parte di Oracle, il mercato della Bi prosegue nella trasformazione. I pareri dei maggiori player

Il mercato della Business intelligence sta cambiando pelle. L’annuncio dell’acquisizione di Hyperion da parte di Oracle è solo uno degli ultimi movimenti registrati in questo segmento: all’inizio dell’anno, Hp ha fatto sapere di aver creato una business unit dedicata alla Bi e, più, in generale alla gestione delle informazioni (un business rivitalizzato con la piattaforma di data warehousing, acquisita con Neoview), mentre altri vendor di Business intelligence hanno continuato sulla strada del consolidamento di mercato nel tentativo di arricchire le linee di prodotto e incrementare il numero dei clienti. La frenesia è dovuta soprattutto al valore, pari a 50 miliardi di dollari, attribuito a questo segmento (middleware per l’estrazione dei dati, tool di analisi sul fronte client e server di data warehousing inclusi) e al suo tasso di crescita, attestato oltre il 10%.


«Il software di Enterprise performance management di Hyperion – ha sottolineato Larry Ellison, Ceo di Oracle -, abbinato ai nostri tool di Business intelligence e alle nostre applicazioni analitiche formano un sistema di gestione delle performance end-to-end comprensivo di strumenti di pianificazione, budgeting, consolidamento, analisi operazionale e reporting». Così il maggior grado della società di Redwood ha voluto commentare l’acquisizione di un attore di primo piano nel segmento del software di pianificazione e gestione finanziaria.


Tatticamente l’operazione, ancora soggetta alle approvazioni del caso, offre a Oracle la possibilità di rafforzare le soluzioni di Business intelligence in un ambito particolarmente specifico, caricandosi di una valenza strategica nel contrasto con la rivale Sap sul terreno delle applicazioni di business. Non a caso «migliaia di clienti Sap – ha precisato Charles Phillips, presidente di Oracle – si appoggiano a Hyperion come sistema di analisi e reporting finanziaria. Disponiamo già di Peoplesoft Hr, Siebel Crm, G-Log, Demantra, i-flex, Oracle Retail e Oracle Fusion Middleware presso i loro maggiori utenti. Ora iOracle Hyperion fornirà la lente attraverso cui queste aziende analizzano i dati Sap sottostanti». L’acquisizione si conferma, dunque, un passo avanti in quella manovra di accerchiamento messa in atto da tempo nei confronti dei clienti del colosso tedesco, che non risparmia commenti al vetriolo.


«La strategia di Oracle – ha fatto sapere un portavoce di Sap -, limitata dalla sua incapacità a crescere da sola, si è risolta nel tentativo di comprare clienti. In ambito applicativo, Sap ha due volte e mezzo il marketshare di Oracle e, nonostante i miliardi di dollari che la società ha speso in oltre 20 acquisizioni, noi abbiamo guadagnato 3 punti percentuali nel 2006. La nostra strategia punta, infatti, a una crescita organica e a incorporare aziende tecnologicamente avanzate e ben posizionate per completare i prodotti a vantaggio dei clienti». Come nel caso di Pilot Software, acquisita a febbraio per ampliare l’offerta nella direzione delle soluzioni per la gestione delle prestazioni.


Le reazioni degli altri vendor


Attualmente sul tradizionale mercato della Bi restano tre grandi vendor indipendenti: Sas (che nel 2006 ha fatturato 1,9 miliardi di dollari), Business Objects (con revenue 2006 pari a 1,25 miliardi) e Cognos (sul punto di superare il miliardo per l’anno fiscale 2007). Oltre a loro vanno, poi, menzionate realtà più piccole, come MicroStrategy. Per tutte, il commento è univoco. L’acquisizione di Hyperion è un’occasione per i vendor indipendenti: all’interno degli ambienti aziendali le fonti sono, infatti, eterogenee e chi meglio di un vendor di Bi, svincolato da qualsiasi database e piattaforma Erp, può garantire il massimo supporto a tutti?


«Le fonti di informazioni – ha commentato Timo Elliott, senior director of Strategic Marketing di Business Objects – continueranno a essere frammentate e un vendor neutrale è meglio posizionato per fornire una visione globale». Secondo Elliot, il fatto che Hyperion non sia più indipendente porterà, quindi, una parte dei suoi clienti a prendere in considerazione le soluzioni di Business Objects. Decisamente d’accordo con la necessità dei clienti di interfacciarsi con vendor di sistemi di performance management svincolati da database e soluzioni Erp proprietarie è Cognos, che attraverso Les Rechans, Chief operating officer, ha aggiunto: «Il nostro obiettivo è continuare a sviluppare soluzioni che soddisfano, prima di altre, le esigenze dei clienti, un impegno che solo un vendor indipendente può rispettare». Dello stesso parere è MicroStrategy. «Le aziende – ha dichiarato Pierpaolo Muzzolon, direttore marketing della filiale italiana – non si fidano che i vendor di Bi proprietari di database garantiscano gli stessi livelli di performance nell’accesso ai db dei competitor». Il posizionamento neutrale, questa volta rivolto nei confronti delle soluzioni Bi, è rivendicato anche da Hp, la cui nuova divisione dedicata vende software di data warehousing, server, storage e servizi in partnership con Business Objects, Cognos, MicroStrategy e Sas.


Parzialmente al di fuori di queste diatribe è Microsoft, che punta alla fascia più bassa del mercato, convinta di poter mantenere una delle promesse più sentite negli ultimi tempi: offrire la Bi alle masse. «In un settore in forte crescita – ha precisato Matteo Mille, direttore Server & Tools Business Group Microsoft Italia – miriamo a rendere la Bi un elemento sempre più pervasivo nelle aziende. In particolare, la sinergia tra le funzionalità di Sql Server 2005, Office System 2007 e di PerformancePoint Server rende completa, integrata e flessibile la nostra offerta e permette di rispondere in maniera esaustiva ai bisogni dei clienti».


A chiosare tutti i commenti ci pensa Sas, che aggiunge un elemento di suspance.


«Quello di Oracle non resterà un caso isolato – ha affermato Walter Lanzani, direttore marketing della filiale italiana -. La Bi intesa come query e reporting sarà sempre più una commodity per i giganti del software. Per noi, invece, è un processo che fornisce potenti capacità analitiche, in grado di fare previsioni e simulazioni sul futuro dell’azienda. A questo aggiungiamo soluzioni verticali, che con modelli di business specifici per mercati consentono di implementare applicazioni di supporto al business».

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