La nuova gestione del dato targata Ibm

L’information management di Big Blue punta sul debuttante Db2 9, forte della gestione di Xml, e su Information Server, che ha dentro Ascential.

Il posizionamento che Ibm attribuisce al database, nell’insieme di piattaforme software di background, è chiarito dalle parole di Enrico Durango, direttore, Information Management Software Group, Ibm Italia: «Tra qualche anno non si acquisteranno più il database, il software per il content management e via dicendo, ma uno strato middleware deputato a svolgere determinati compiti». Durango si è spinto anche più in là prevedendo un mercato che cambia spinto dal consolidamento dei vendor (saranno in tutto meno di 5, anche se già ora, di fatto, si tratta di un gioco a tre, tra Ibm, Oracle e Microsoft).

Il database, dunque, cambia pelle, almeno formalmente, per diventare uno degli elementi indispensabili dell’”era del middleware”, come il manager ha etichettato lo scorcio temporale dell’It appena avviato. Ed è coerentemente con questa visione che Ibm ha avviato un cambiamento di brand, da circa un anno, teso a sostituire la denominazione Db2 con quella più evocativa di “information management”, area dentro la quale convergono anche i prodotti di gestione dei contenuti non strutturati (compresi quelli appena ereditati da FileNet, per i quali sembra ancora tutto da decidere) e che sta per beneficiare dell’ingresso di Ibm Information Server (in sintesi, una piattaforma di integrazione dati universale per l’accesso, la pulizia, la trasformazione e la fruizione di informazioni eterogenee), frutto di un’altra integrazione di “peso”, quella di Ascential.

Il volto nuovo della gestione del dato strutturato di Ibm è incarnato da Db2 9, presentato ufficialmente quest’estate e dunque all’inizio del proprio cammino. A distanza esatta di 40 anni dalla nascita del primo database gerarchico, e passando per la lunga epoca di quello relazionale (dai primi anni 70 ad oggi), la nuova piattaforma rappresenta, secondo il produttore, la prima multi-struttura, in grado di gestire in modo nativo oltre ai dati relazionali anche quelli Xml, soggetti del resto a una vera e propria esplosione (si pensi all’ammontare delle transazioni Internet).

«In realtà – ha precisato Durango – i database attuali sono già in grado di memorizzare dati Xml, ma di tratta di soluzioni inefficienti, che si pagano in costi di hardware aggiuntivi per poter velocizzare operazioni che, altrimenti, durano ore». Forzare la struttura Xml, che è gerarchica, nel modello relazionale, significa infatti doverla decomporre e quindi, perdere informazioni. Ciò fa sì, per esempio, che operare nuovamente sui documenti originali comporti serie difficoltà.

Per ovviare a questo problema di base, Db2 9 si basa su un nuovo modello ibrido, “frutto di 750 persone per 7 anni di lavoro”, come ci tiene a sottolineare il manager, che mantiene le peculiarità di classificazione dei due mondi (Sql e Xml) offrendo un’unica piattaforma di fruizione per applicazioni e sviluppatori. Db2 9 offre anche una tecnologia di compressione dei dati (sia relazionali che Xml) in grado di far utilizzare circa la metà di spazio storage, mentre serba un occhio di riguardo alla sicurezza (con autenticazione Ldap), con l’intenzione di ridurre il rischio di accessi non autorizzati.

Da sottolineare l’ottimizzazione spinta tra Bb2 9 e le applicazioni Sap. «Di fatto – ha commentato Durango – l’accoppiata Db2 più Sap si comporta come un unicum. L’insieme deve dare le migliori prestazioni possibili, i minori costi possibili e la minima attività di amministrazione». Un esempio di ciò è l’installazione “silente”, nel senso che implementando Sap si installa automaticamente il database, o il sistema di debugging unificato.

La partnership è strategica per entrambi gli interlocutori e ha come obiettivo principale il contrasto di Oracle. «Tra Sap e Ibm è in atto un’alleanza molto importante – ha precisato Durango -. La società tedesca non ha un database e deve vincere la battaglia dell’applicativo nei confronti del competitor». L’accordo proseguirà secondo una roadmap già stabilita fino al 2008.

L’offerta Db2 9 si articola nella versione Workgroup, Enterprise (con supporto di sistemi a 32 e a 64 bit) e specifica per z/Os. A queste si aggiunge la Express-C, una release gratuita scaricabile dal Web. «Rispetto ad altri prodotti free – ha chiuso Durango – il nostro è quello con le minori limitazioni. È utile per gli sviluppatori che, ad investimento zero, possono creare applicazioni utilizzando la stessa piattaforma dei loro clienti». La versione Db2 9 Express-C è aggiornabile ed è possibile acquistare il solo supporto.

Ibm si attende che la diffusione del nuovo ambiente sia trainata non tanto dalla sostituzione (del resto, è impensabile che si buttino via investimenti più che decennali su altre tecnologie di gestione del dato) , ma dall’affiancamento a database “altri”, specie se la realtà in questione non può rimandare il problema di gestire dati Xml in rapida crescita.

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