Il CEO della società parla di “smartphome generation”. Dal computer su ogni scrivania si passa a un telefono intelligente in ogni tasca
La "smartphone generation" sta crescendo e il PC si sta avviando verso
il tramonto. Il CEO di Symbian Nigel Clifford non usa mezze parole ed è
convinto che l’impatto degli smartphone sul lavoro e sulle attività
delle persone sarà paragonabile a quello avuto dal computer e da Internet
negli anni ’90.
"25 anni fa – commenta Clifford – Bill Gates
preconizzava un computer su ogni scrivania. Ora la visione è cambiata
e puntiamo su uno smartphone in ogni tasca".
E per suffragare questa convinzione, Clifford snocciola una paio di dati: entro
il 2008, secondo Gartner Group si venderanno 200 milioni di smartphone all’anno;
il 50% per cento delle vendite entro cinque anni sarà appannaggio delle
economie emergenti che molto probabilmente salteranno la fase dell’infrastruttura
cablata per andare subito in mobilità.
Del resto, già adesso gli smartphone dispongono di una memoria che arriva
a 6 GB, alcuni montano fotocamere da 5 Mpixel, gestiscono in tutta tranquillità
documenti office e videogiochi, fungono da navigatore satellitare. E siamo solo
all’inizio.
Certo, i display limitati non giovano certo a una soddisfacente esperienza
di utilizzo degli smartphone, senza contare l’autonomia della batteria
un po’ limitata per un uso intensivo del terminale. Ma l’evoluzione
della tecnologia dei display e alcuni progetti pilota per innovare le modalità
di input possono fornire una risposta.





