La Regione ha siglato un accordo con Lombardia e Piemonte per una rete di laboratori dedicati alla ricerca industriale
La Regione Emilia Romagna è tra le più attive in fatto di innovazione, come conferma una recente indagine e come ci testimonia l’assessore delle Attività produttive, Duccio Campagnoli, che abbiamo intervistato durante una sua visita a Smau. Su questo fronte, l’assessore ci parla dell’accordo siglato con le Regioni Lombardia e Piemonte, per sviluppare un’idea di reti di laboratori dedicati alla ricerca industriale.
Allo scopo l’Emilia Romagna ha investito nel programma 150 milioni di euro in due anni, per far crescere i laboratori all’interno delle università (27 strutture che fanno ricerca e 20 centri per il trasferimento di conoscenza) sostenendo l’impegno di inserire nuovi ricercatori (oltre 300 a contratto a 20.000 euro ciascuno). Inoltre, come ha sottolineato Campagnoli “abbiamo sostenuto le ricerche delle aziende in connessione con le università e con i laboratori. Ne sono usciti 547 progetti di ricerca, che hanno attivato 730 collaborazioni con le università dell’Emilia Romagna. Abbiamo, inoltre, intenzione di sfruttare per il periodo 2006-2011 i finanziamenti dell’Unione europea per sostenere sempre la ricerca sul fronte l’innovazione. Il nostro obiettivo è di supportare la nuova manifattura che opera nella regione, che è sempre più integrata con l’elettronica e l’informatica. Infatti, si percepisce l’avvio di un nuovo percorso meccatronico che adesso diventa informatico. Per questo con le regioni Lombardia e Piemonte riteniamo che valga la pena sostenere anche tutte le reti di ricerca industriale presenti sul territorio, anche per un discorso di sinergie”.
La regione, peraltro, sta proseguendo l’impegno nel progetto relativo alla rete privata Lepida. La parte legata alla rete, come ha detto Campagnoli, che collega tutti i comuni, si dovrebbe concludere a metà del 2007, mentre sta partendo ora la parte Man (Metropolitan area network): per cui ogni comune oggi a sua volta deve procedere con tutti i suoi collegamenti interni. Questa rete è fatta per l’85% in fibra ottica, un 10% è in xDsl mentre per la parte montana si è fatto ricorso al satellite ma con scarsi risultati. La regione, tuttavia risente del basso livello di investimenti fatti dall’ex monopolista, in quanto va detto che solo la metà delle centraline presenti nella regione sono attrezzate per fare connessione a banda larga. In questo contesto, quindi, la rete Lepida può essere un aiuto per gli operatori locali che possono usare la rete per fare accordi e allargare la connessione.
”In un certo senso Lepida si mette sul mercato – ha osservato l’assessore – per cui verrà conferita a una società, che diventerà la proprietaria, in modo che la possa gestire. A questo poi si devono aggiungere i servizi, e la prima cosa che faremo è dotare con il Voip tutti i comuni. Un’altra valenza di Lapida è quella di aver consentito ai comuni di consorziarsi negli acquisti e quindi di realizzare significative economie di scala”. Un altro impegno sottolineato da Campagnoli è legato alla smobilitazione della carta in favore del documento digitale, grazie anche alla firma digitale che sta crescendo come utilizzo presso le aziende, anche se il vero problema è di accompagnare la tecnologia con la riorganizzazione delle persone. Sul fronte office la regione sta pensando anche ai servizi non solo online ma attraverso nuovi strumenti come la tv e la telefonia mobile. Il tutto nell’obiettivo di arrivare a una reale innovazione, che per Campagnoli è rappresentata “da un’amministrazione che sia più veloce, efficace e vicina ai cittadini”.





