Presentato dal professor Guerci il progetto che ha coinvolto le principali aziende del settore per definire le priorità da sottoporre all’agenda politica
“La scelta di puntare sull’Ict come leva fondamentale della competitività
delle imprese e del paese è una decisione politica. Finora questa scelta non è
stata fatta in modo deciso. E’ stata più volte dichiarata, ma non è stata
sentita come una vera priorità. Senza un intervento della politica il settore
dell’Ict non potrà decollare”.
Con tre ministri all’ascolto Carlo Mario Guerci, ordinario
di economia politica presso l’Università degli Studi di Milano, non si lascia
scappare l’occasione di un forte sollecito verso il nuovo governo in occasione
della presentazione del progetto che ha coinvolto le principali imprese del
settore, interpellate per definire le priorità da sottoporre all’agenda
politica, che ha aperto il convegno d’apertura della 43° edizione di Smau..
Guerci ha sottolineato come obiettivi prioritari per l’esecutivo la diminuzione
dei costi, il potenziamento dei servizi e la reingegnerizzare i processi della
Pubblica Amministrazione. Sanità e assistenza, istruzione e formazione,
trasporti, turismo, sicurezza, ambiente e territorio, sono i settori sui quali
bisognsa intervenire.
Ma non si può fare tutto, ammette Guerci, e la politica deve
definire delle priorità. Tenendo conto che l’interoperabilità è fondamentale.
“Fra i problemi che possono frenare gli interventi di modernizzazione della
Pa” ha proseguito Guerci “abbiamo la frammentazione dei centri
decisionali, in alcuni casi definita a livello costituzionale, che ha con sé il
rischio della creazione di una Babele di piattaforme di servizi non
interfacciabili tra loro. Molti progetti, invece, avrebbero una valenza
locale replicabile in altri ambiti locali o scalabili a livello nazionale”.
I soldi però non bastano. Ci vuole anche un impianto
normativo adeguato e soprattutto al passo con i tempi. Per questo è necessario
un adeguamento normativo nel settore Ict. La legislazione vigente, infatti,
avanza con tempi non conciliabili con la rapidità con cui evolve la tecnologia e
questa mancanza di rapidità agisce negativamente sull’introduzione delle
indispensabili innovazioni tecnologiche nell’ambito della Pa.





