La rivincita dei NAS parte dai cluster

Storage unificato e aggregazioni di server rivitalizzano la richiesta di soluzioni di memorizzazione collegate direttamente alla rete locale. Al pioniere NetApp si aggiungono Emc, Hp e Ibm

Si potrebbe parlare di rinascita del NAS (Network attached storage). I sistemi storage direttamente collegati alla rete locale stanno vivendo, infatti, una seconda giovinezza. Il mercato ha ampliato l’offerta, che ora può contare su una pletora di soluzioni che spaziano dalle appliance desktop “tutto incluso” a sofisticati cluster. I dati, infatti, lo sappiamo tutti, crescono in modo esponenziale. Aumentano le esigenze di storage e, eccezion fatta che per poche tipologie di file (quali e-mail e record transazionali) che devono essere conservati su database (online), tutti gli altri dati devono essere immagazzinati per diverso tempo e, nel caso, recuperati tempestivamente. Ma come? Le architetture NAS sfruttano sistemi dotati di un proprio Os interno (microkernel), appositamente studiato per la gestione dei protocolli di rete e dello storage. In pratica, i dispositivi vengono collegati direttamente alla rete locale (LAN) e sono facilmente utilizzabili per compiere operazioni specifiche (tipicamente di file server), gestendo lo storage “per singoli file”. L’aspetto negativo di queste architetture è legato ai colli di bottiglia creati a livello del traffico dati sulle LAN, anche se a questo si può in parte ovviare attraverso un’accurata segmentazione della rete di computer. L’architettura SAN (Storage area network), per contro, permette di ottimizzare il percorso dei dati, attivando canali di comunicazione diretti tra i diversi dispositivi storage, senza far transitare i record dai server e senza impattare, quindi, sulla LAN, gestendo lo storage “per blocchi di file”. Si tratta, in linea di principio, della soluzione ideale per gli ambienti di lavoro “critici”, che richiedono un utilizzo intensivo dei dati e un elevato consumo di capacità storage. Questi due ambienti possono, in realtà, coesistere all’interno dell’azienda. Anzi, in molti casi si tratta di tecnologie complementari all’interno dei moderni approcci di “storage unificato”. La maggior parte dei dati immagazzinati, infatti, è oggi di tipo destrutturato. Questo significa che i dati sono ricavati dalle più svariate applicazioni, nei formati più disparati, come immagini, suoni o porzioni di file.


Per dare un senso a questo fiume in piena di informazioni, i vendor negli ultimi tempi hanno ampliato notevolmente il numero di soluzioni destinate a gestire sia i blocchi di dati che i file. Le soluzioni di nuova generazione sono in grado di gestire al meglio i volumi di dati delle SAN e, parallelamente, di leggere e scrivere file da un’ampia varietà di client. Pioniere di questa nuova visione è stata NetApp, già qualche anno fa, anche se di recente la sua offerta si è arricchita di due modelli (il Fas6070 e il Fas6030), entrambi basati sul concetto di Fabric attached storage, che permette di supportare contemporaneamente centinaia di applicazioni sia SAN che NAS.


Nei mesi scorsi, anche Emc sembra essersi finalmente convinta della fondatezza di questo approccio, con il rilascio di una soluzione (Multi-Path File System per iScsi), un software di file sharing che consente di migliorare le performance dei sottosistemi storage in ambienti ad alto processing di dati (come nel caso delle applicazioni di grid computing o nello sviluppo software).


Hp, con il suo StorageWorks San/Nas Fusion (incorporato, ad esempio, negli StorageWorks Nas B3000 o negli E7000), è in grado di supportare la gestione sia dei file che dei blocchi nella stessa appliance storage.


Ibm ha sperimentato lo stesso approccio a livello server, con il General Parallel File System (Gpfs) per il sistema operativo proprietario (Aix) o Linux, che permette l’accesso ai file distribuiti all’interno delle più svariate applicazioni. Ciascun file è diviso in blocchi e Gpfs, leggendo e scrivendo in parallelo questi blocchi tra diversi dischi, assicura performance elevate in termini di richiamo/consultazione dei dati e risulta utile per le applicazioni particolarmente complesse, come lo streaming audio/video, le analisi finaziarie complesse o la progettazione.


Performance e gestibilità


A tali approcci si affiancano soluzioni che prevedono l’unificazione (clustering) di diversi sistemi di storage diretto all’interno di un unico ambiente. Il cluster permette di raggruppare diversi NAS, che appariranno all’utente finale come un solo server logico. All’interno del cluster, ciascun server viene denominato “nodo” quindi, ad esempio, un cluster a otto nodi è costituito da otto server di archiviazione. Anche in questo caso, l’obiettivo è di sopperire ai limiti di scalabilità e prestazioni delle architetture NAS assicurandosi la possibilità di gestire diverse fonti dati. Nella sua versione più semplice (si veda schema a pag 4), un sistema NAS per ambienti critici è costituito da un server che può condividere o meno l’enclosure che lo contiene con i dischi storage. Nel secondo caso, il server risiederà su una propria enclosure dedicata e le capacità storage verranno aggiunte attraverso moduli esterni. In alcuni casi sarà prevista la presenza di un altro server per il failover. In genere, questo tipo di soluzioni utilizza le infrastrutture NAS in abbinamento al protocollo iSCSI (Internet Small computer system interface), per facilitare il trasferimento di grandi blocchi di dati all’interno delle LAN o sulle lunghe distanze delle WAN (Wide area network). Alcuni vendor propongono (come NetApp sulla linea Fas) anche l’alternativa della connettività FibreChannel (più costosa). Queste soluzioni si rivelano spesso adatte agli scopi, anche se manifestano un problema di scalabilità e non consentono di gestire file di grandi dimensioni, in grossi volumi e con rapidità. Ovviamente, questo tipo di implementazioni non è proprio quel che si possa definire un “progettino”, anche se il mercato, per ora di nicchia, si dovrebbe sviluppare parallelamente all’evoluzione dei prodotti verso una più facile gestibilità.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome