Le banche, traino dell’Ict

Il rapporto Abilab su scenario e trend del mercato Ict per il settore bancario

Le banche, almeno fino al 2004, sono state il motore principale dello
sviluppo del mondo Ict con investimenti che sono arrivati a un quarto del
totale. Un ruolo di primo piano che il rapporto di Abilab,  il Consorzio
per la ricerca e svilluppo delle tecnologie per la banca, su scenario e
trend del mercato Ict per il settore bancario indica come necessario visto che
la tecnologia in banca rappresenta un asset vitale per lo sviluppo di soluzioni
di ottimizzazione dei processi e per l’erogazione dei servizi finanziari.



Addirittura l’osservatorio Costing
benchmark

dell’Abi calcola il numero di pc e terminali per dipendenti superare l’unità. Secondo Assinform le banche nel 2004 hanno speso 4,3 milioni di euro in It, mentre Abilab, con un differente metodo di calcolo, ha stimato quasi cinque milioni di euro.
Soldi andati a sostenere
l’evoluzione dei sistemi informativi degli istituti di credito che hanno dovuto
sostenere le integrazioni architetturali connesse ai processi di fusione tra
istituti, ma anche per sfruttare le potenzialità offerte dalla multicanalità per
l’offerta di servizi innovativi.




La ricerca di una maggiore
efficienza
operativa dei sistemi informativi è stata però mediata dalla
crescente necessità di contenere i costi operativi e l’evoluzione del business
ha indirizzato le nuove architetture verso la standardizzazione e il
consolidamento delle risorse. La revisione che ne è conseguita ha visto
affermarsi la tendenza a integrare i sistemi legacy tradizionali che si trovano
nel back end con un nuovo front end, tipicamente Web. Questo processo di
integrazione ha visto confermarsi il ruolo del mainframe come elemento ancora
centrale per il core business della banca, in cui i sistemi di accesso e di
scambio delle informazioni via Web sono basati su application server.


Per il futuro l’attenzione maggiore
da un punto di vista architetturale sarà rivolta alla revisione critica dei sistemi informativi di sportello, in un’ottica che vede le filiali come elemento centrale della relazione banca-cliente.
In ottica di
integrazione tra nuove tecnologie Web e sistemi legacy, anche sulla spinta delle
positive esperienze extranazionali, sono in fase di valutazione dalle banche
italiane le potenzialità offerte dalle Soa (Service
oriented architecture).
L’interesse verso questo tipo di architettura è
tanto maggiore quanto più è sentita la necessità di supplire ai problemi di
comunicazione tra i sistemi legaci e gli altri applicativi sviluppati con
linguaggi o su sistemi operativi differenti.. In Italia, l’introduzione di Soa è
ancora a uno stato embrionale, mentre a livello mondiale l’attenzione è in
crescita.

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