La sostituzione della soluzione di archiviazione ottica in Carige.
Carige è un “conglomerato” bancario e assicurativo europeo con oltre 1.700.000 clienti. «La crescita della nostra organizzazione – afferma Maurizio Ferrando, responsabile Elaborazione del Gruppo Carige – ha comportato l’esigenza di gestire una quantità di dati sempre più cospicua. Tra queste, l’archiviazione delle stampe, che avevamo risolto già dalla prima metà degli anni 90, grazie all’implementazione di sistemi di archiviazione ottica con circa 2.230 Mips di potenza elaborativa».
Ma, al crescere delle dimensioni del gruppo, del numero di sportelli e clienti, il sistema a dischi ottici ha mostrato alcune limitazioni. «Con due unità di archiviazione ottica in linea – precisa Ferrando – avevamo a disposizione 244 Cd-Rom, ognuno con una capacità di 1,2 Gb. Se venivano richieste informazioni presenti su un supporto non caricato in libreria, si rendeva necessario un intervento manuale, con evidenti perdite di tempo e inefficienze».
Nella selezione dell’offerta più idonea, la scelta è ricaduta sui sistemi Centera di Emc, sui quali sono stati migrati i documenti operativi come estratti conto, scalari di conto corrente, tabulati e code di elaborazione, per un totale di circa 6 Terabyte di dati.
«Oggi l’accesso a tali informazioni da parte della clientela interna è molto più veloce che in passato – aggiunge Ferrando -, pur mantenendo lo stesso grado di affidabilità».
La società disponeva già di sistemi storage Emc, utilizzati per quelli che in Carige sono identificati come dati ad alta disponibilità. Questi costituiscono l’infrastruttura necessaria al disaster recovery remoto, che viene effettuato su un sito alternativo e che mantiene circa 4 Tb di dati ridondati in modalità sincrona, al fine di garantire una ripartenza praticamente immediata dei sistemi informativi.





