L’intuito del Cio gioca a favore del business

Il direttore dei sistemi di Ideal Standard riflette sul ruolo del responsabile It oggi: oltre a saper far funzionare le tecnologie deve anche essere un abile manager, un po1 psicologo

È la capacità di guardare avanti, di essere parte attiva e non passiva della propria organizzazione, l’aspetto che deve principalmente caratterizzare il responsabile dei sistemi informativi.


L’assioma emerge chiaramente anche dalla parole di Loris Dal Magro, It director South Europe di Ideal Standard (parte della divisione Bath & Kitchen del gruppo statunitense American Standard Companies), che evidenzia come il Cio (a prescindere dalla dimensione dell’azienda in cui lavora), in base alla sua abilità, può ribaltare in positivo situazioni in partenza difficili o inaspettate, proponendo magari soluzioni alternative rispetto alle richieste del management. «Sempre più spesso – spiega Dal Magro – ci vengono richiesti interventi di business, cui dover dar seguito in modo strutturato e convincente. Ma non dobbiamo aspettare di ricevere degli input e limitarci a reagire. Sta a noi essere in grado di capire in che direzione si sta muovendo l’azienda per cui lavoriamo. Dobbiamo rimanere al passo con i tempi e non farci scappare il business di mano. Solo così si possono pilotare gli investimenti in modo corretto in una direzione specifica».


E l’appeal propositivo del responsabile Edp deve essere tale indipendentemente dall’impostazione organizzativa societaria, che nel caso di Ideal Standard è matriciale. Se perdersi nei meandri organizzativi di una società sempre più globalizzata potrebbe essere comprensibile, in Ideal Standard è, invece, la trasparenza a farla da padrone. «A seconda della criticità della fase di un progetto – prosegue Dal Magro -, puntualizziamo le situazioni con cadenza settimanale, mensile o trimestrale, sia che si tratti del controllo della spesa sul budget assegnato, dell’avanzamento dello sviluppo stesso o di meeting. Un aspetto da non trascurare è, sicuramente, quello della comunicazione ma, anche in un gruppo internazionale come il nostro, non esistono problemi, soprattutto visto che la lingua ufficiale dell’impresa è l’inglese».


L’asse Italia-Europa


La compagnia italiana, la più grande all’interno della divisione di prodotto, conta circa 450 utenti Office su 700 postazioni totali di pc. Di questi, 330 sono utilizzatori dell’Erp (nella fattispecie Sap) e possono contare sul supporto di un team It di 10 persone (6 puramente tecnologiche e 4 maggiormente collegate al gestionale). Quest’ultimo rientra in un gruppo di circa 130 risorse organizzate a livello continentale, «visto che l’It di American Standard Europa è unico – puntualizza Dal Magro -. Da noi, in realtà, ci sono altri 10 specialisti Sap che lavorano su progetti europei. Abbiamo, quindi, persone assegnate per nazione e altre che hanno responsabilità europea e possono, su richiesta, gestire progetti cross country o cross region». Fino a qualche anno fa, la struttura era composta da tanti It manager quante erano le nazioni coinvolte. «Eravamo tutti più o meno autonomi e magari ci incontravamo per armonizzare qualche programma – ricorda il responsabile It -. Da un quinquennio circa, ci siamo, invece, strutturati a livello regionale: un Cio in America, uno in Europa e uno in Asia-Pacifico». Nel corso di quest’anno avverrà un ulteriore passaggio che prevede un solo Chief information officier per divisione di prodotto.


Per ora, però, la società continua a essere suddivisa in Information technology e Information system. «I direttori sono responsabili sia di tecnologia sia di sistemi – indica l’interlocutore -. In un’impresa grande come la nostra, inoltre, ha senso firmare contratti quadro con i fornitori. E a questo è preposto un "ente superiore", American Standard Business Service, che, oltre a stipulare accordi con i vendor, si fa carico della standardizzazione e si occupa di rispondere alle esigenze di reti e pc per le nuove aziende acquisite nelle varie aree del mondo. Se, però, viene scelto un software che a mio parere non calza alla situazione italiana, lo faccio presente, soprattutto se si vanno a toccare alcune aree come quella legale o il finance in cui noi siamo particolarmente "delicati».


L’esistenza di una struttura dedicata a intrattenere rapporti con i fornitori non è considerata da Dal Magro come una minaccia alla sua autonomia bensì più un vantaggio, una possibilità di demandare ad altri compiti non ritenuti centrali per il funzionamento del sistema informativo, «che è invece il compito primario dell’It manager, il quale deve garantire anche livelli di servizio accettabili», precisa il direttore Edp, che si considera soddisfatto della situazione It nella propria società. «Il sistema centrale funziona regolarmente e dovendo esprimere un voto, stando basso, propenderei per un 8. Logicamente, in una compagnia ramificata a livello europeo, servono compromessi». E non solo. Come in tutte le aziende, gli investimenti in It si concretizzano più facilmente se i progetti fanno presupporre un discreto ritorno. «A prescindere dalla cifra richiesta, si investe per raccogliere. Spendere per spendere non ha senso», commenta Dal Magro.

Investire per migliorare


«Dopo cinque anni di lavoro stiamo ora guardando a progetti di miglioramento, quelli che dovrebbero fare la differenza», sottolinea Dal Magro. Al centro delle mosse attuali rientrano lo sviluppo dell’Edi (Electronic data interchance) e l’implementazione del Customer relationship management, che ha preso il via proprio in Europa e che dovrebbe, entro l’anno, coinvolgere l’intera struttura a livello mondiale. «Le risorse dedicate all’Edi sono cinque, e siamo autosufficienti e soddisfatti della comunicazione B2B con clienti e fornitori. Per quanto riguarda il Crm, già in passato abbiamo provato ad adottarlo, ma per motivi diversi il progetto si è sempre bloccato. Nel 2004, invece, è stata la volta buona e alla fine di quell’anno eravamo in produzione in Inghilterra con 120 utenti. Ora, dopo un periodo di consolidamento e roll out, coinvolgiamo nel complesso 150 utenti. Alla fine saranno circa 300 su un bacino europeo di 2.500 nell’area sales and marketing».


Un discorso non destinato a chiudersi visto che, anche per il prossimo biennio, Dal Magro ha in mente progetti interessanti, orientati a ottenere una vicinanza sempre maggiore al cliente e alla capacità del portale aziendale di richiamare attenzione.

Relazioni ramificate


Il responsabile dei sistemi It di un’ impresa, però, deve anche essere un abile manager e un po’ psicologo. Le relazioni con la direzione, con gli utenti interni e con la squadra di lavoro si reggono, infatti, su un filo sottile. «Quando ci si interfaccia con molte persone, si tocca per forza la sfera caratteriale», continua Dal Magro. Ma se l’It manager, che non vuole essere un mero operativo, deve esser parte del team di leadership e avere una buona visione del business, e se lo spessore dei progetti aiuta a motivare i propri collaboratori, le difficoltà maggiori spesso si incontrano nel rapporto con gli utenti interni, «che continuano a considerare come unica soluzione It possibile quella già assimilata».


Nel contatto con i vendor, poi, che Dal Magro preferisce definire partner, il rapporto è chiaro: «Lavoro con un numero abbastanza ridotto di aziende e consulenti, che per certi parametri hanno carta bianca. Ci si trova e si discute come tra colleghi. Però, alla seconda "fregatura" si estrae il cartellino giallo. L’errore è contemplato, può capitare a tutti, ma alla terza è cartellino rosso».

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