Per l’elaborazione dei contratti di licenza gli operatori si sentono protetti dal supporto del vendor e dai tool che i distributori mettono a disposizione on line
Dicembre 2005, A sentire gli operatori di canale, ogni caso è
specifico e, almeno per ora, non c’è da preoccuparsi. Prima di tutto
perché in Italia di installazioni dual core e di virtualizzazioni non
se ne vedono ancora tante, in secondo luogo perché i vendor e i distributori,
con i tool on line, riescono a mettere tutti d’accordo. «Gli strumenti
messi a disposizione dai distributori e la linea diretta Microsoft, ci risolvono
sempre i dubbi» afferma Vittorio Trogher, titolare
della Eks di Gavirate (Va). È d’accordo anche Roberto Pittaluga,
responsabile commerciale dell’area valore della Tp di Genova: «In
caso di dubbio troviamo conforto presso Microsoft e i distributori».
Poi si scopre che l’obiettivo della azienda cliente è sempre quello di
trovare la soluzione più economica. «Molti contratti –
prosegue Trogher – prevedono il licensing per numero di accessi a un determinato
applicativo oppure per Cpu. Con il cliente si studia la soluzione più
conveniente, ma anche con una certa visione futura per preservare l’investimento».
Molto apprezzati, per esempio, sono i contratti Microsoft per i Data center
in cui si paga più in ottica di servizio usufruito che di prodotto licenziato.
«I nostri clienti sono svezzati – aggiunge Pittaluga -, scelgono
il licensing per processore, per esempio nel caso dell’Sql Microsoft, soltanto
se si eccede il numero di utenti». Anche Gianluca Celauro,
responsabile area sistemi della Disc di Bergamo, trova conforto ai suoi dubbi
parlando con i vendor (Microsoft, Ibm e Computer Associates). «Anche
nel nostro caso, il cliente tende a scegliere la forma di licensing più
conveniente – afferma Celauro – ed, eventualmente, preferisce spegnere
un processore di un server se in quel momento sa che ne ha bisogno. L’inibizione
di un processore è una pratica assolutamente legittima e che non comporta
nessun problema in caso di controlli da parte della Guardia di Finanza. L’importante
è che quella macchina sia tarata sul carico richiesto in quel momento.
In futuro, come è successo effettivamente a un nostro cliente su una
macchina Ibm con Domino, si può sempre attivare il secondo processore
rivedendo il licensing e dando comunicazione alle software house coinvolte».
Ibm è particolare. Come si legge nella tabella in alto, per Big Blue
i server con un processore Power5 dual core sono da considerarsi biprocessore,
mentre i server dual core Intel e Amd per Ibm sono monoprocessore.
Ibm con distinguo
«Il caso di Ibm è atipico, ma va approcciato con precisione
– prosegue Celauro -. Dei due processori di una macchina Power5, una
licenza per il sistema operativo è compresa nel prezzo, la seconda è
gratuita se si installa Linux o Aix, mentre è a pagamento se si sceglie
Os/2». In ogni caso il passaggio verso il pagamento per l’utilizzo
di sistemi operativi, middleware e applicativi, indipendentemente dal numero
di processori e dal numero degli utenti, è prossimo. «I contratti
di tipo select come quelli di Computer Associates – conclude Celauro -,
in cui è prevista l’attivazione automatica di un certo numero di
licenze solo in caso di bisogno, sono certamente l’orientamento futuro».
Se parliamo di piccole aziende poi, si capisce che c’è ancora tanta strada
da fare. «Il costo del licensing i miei clienti lo considerano per
ultimo dopo l’hardware e l’assistenza – afferma Massimo Perotti,
titolare di Personal Soft Service di Borgo San Dalmazzo (Cn) -, e spesso
mi chiedono quanto costa il software e quanto costa la licenza oppure pensano
che il costo del software sia compreso nell’offerta hardware. E, in ogni caso
– prosegue Perotti -, anche questa tipologia di costo, spesso irrisoria
rispetto al totale, è un problema». Anche per il titolare
di Personal Soft Service le formule di licensing di Microsoft sono sufficientemente
spiegate: «Quando i patti sono chiari – afferma Perotti –
si lavora benissimo. Con Microsoft si possono spuntare più licenze del
necessario a un prezzo interessante, per poi attivarle all’occorrenza. Oracle,
invece, è estremamente precisa e non fa deroghe».