Computerlinks apre a nuovi mercati, ma ribadisce la propria vocazione per le soluzioni di security con tre nuovi brand
Computerlinks mostra cenni di volersi dedicare a mercati alternativi
alla sola security, ambito in cui il distributore con sede a Bolzano è
tradizionalmente specializzato. Lo dimostrano i contatti instaurati con
Zultys, produttore di centralini per il VoIp, che da
giugno compare nel suo listino. «Ovviamente
il nostro focus rimane sempre la sicurezza – dichiara Federico
Marini, amministratore delegato di Computerlinks –, ma abbiamo
voluto allargare la nostra offerta anche a un altro ambito che attualmente
incontra l’interesse dell’utenza quale è il VoIp. Di Zultys distribuiamo
tutta la linea di prodotti, ma quello che riteniamo particolarmente indicato
per il mercato italiano è l’Mx30, che ben si adatta alle esigenze
delle Pmi».
Solo una piccola diversione, dunque, più
che un nuovo orientamento, anche perché con 23 brand a listino
e solo una ventina di persone, il distributore non intende "distrarsi"
troppo dalla sicurezza, mercato per il quale risulta essere unico riferimento
italiano per alcuni marchi, quali Rainfinity, Microdasys,
Winproxy, MetaInfo e Ultimaco.
Con un ruolo, spesso, da pioniere per sviluppare il mercato, occupandosi
del marketing e dei servizi ai dealer. Dealer che Computerlinks supporta
con servizi di pre sale, affiancamento sul cliente e tanta formazione.
Proprio lo scorso mese, a Verona, si è tenuta la terza edizione
della Computerlinks University, una full immersion di formazione gratuita,
che è stata anche l’occasione per annunciare i nuovi brand che
sono entrati nel listino del distributore.
I dealer che si forniscono
da Computerlinks ora potranno trovare anche F5 Networks,
oltre alle soluzioni software per l’amministrazione di rete di Scriptlogic.
Quest’ultimo grazie a un accordo in esclusiva firmato a livello paneuropeo.
L’altro marchio new entry è Mirapoint. «Per ora siamo
gli unici a distribuire le sue soluzioni di antispam e sicurezza delle
e-mail in Italia – dettaglia il manager –, e per le quali ci
dovremo occupare dello sviluppo del mercato e della formazione e certificazione
dei partner». Marchi nuovi, poco conosciuti. Perché
tanta fatica? «Certo che con nomi noti si fa meno sforzo a penetrare
il mercato – conclude Marini –. Ma con dei brand meno "inflazionati"
riusciamo a garantire una marginalità più interessante ai
nostri rivenditori».





