Vogliono una software house in buona salute e capace di esprimere valore. Soprattutto in termini di sviluppo
«Mi basta guardare un bilancio: se vedo che il software è
stato ammortizzato capisco subito che quell’azienda va male. Il software
va spesato tutti gli anni». Edoardo Bolzani,
presidente di Rds Software di bilanci lui e i suoi soci (Luigi
Cameli e Guerino Conti) ne stanno visionando.
E probabilmente anche scartando. Tutto nasce dal fatto che Rds Software
aveva intenzione di aprire un canale per le proprie soluzioni (Erp on
demand): «Cercavamo partner all’avanguardia. Ma in giro pochi
sembrano essere spronati su questa strada. Così abbiamo cambiato
rotta e per obbligarli a essere innovativi abbiamo deciso di entrare nell’assetto
societario acquistando quote o direttamente l’azienda».
Il cash non sembra mancare a Rds Software, realtà modenese dai
sei milioni di euro di giro di affari e con una crescita costante di circa
il 10 per cento. Ma Bolzani è chiaro: «Intendiamo entrare
in contatto con società che conoscano i processi aziendali, quelli
interni come il controllo di gestione e il cost accounting, e quelli esterni
in area Crm ed e-business». Non è la prima volta che
Rds "acquista". Già nel ’98 il Gruppo aveva portato a
casa, dopo una lunga collaborazione, la Csm.
Ma ora l’attenzione è diretta precisamente sulle software house
che sviluppano in ambiente As/400. «Un’area che è in
forte evoluzione tecnologica – riflette il manager –. Ma forse
più sulla carta che nei fatti». Il che non vuol dire
diventare, comunque, rivenditore Ibm. «La nostra strada continuerà
a essere quella dello sviluppo software – riprende Bolzani – senza
aver alcuna intenzione di rivendere hardware. Preferiamo essere liberi
di sviluppare per e su tutte le piattaforme». Da ciò,
comunque, si deduce che un’altra discriminante d’acquisto sarà
la forza di sviluppo e non quella commerciale che l’azienda intenzionata
a essere acquisita deve mettere sul tavolo.
