Oracle riparte dalla base pensando alle applicazioni

Riuniti nella Fusion Architecture tutti gli asset abilitanti delle business application. Dentro, vi sono middleware e database per ambienti grid

Oracle ha inviato in Europa una delegazione di manager di alto livello per rilanciare il messaggio della nuova Fusion Architecture. Si tratta di una piattaforma che mette a fattore comune applicazioni, data base e middleware, ovvero le tre linee di business della software house, aderendo ai dettami delle SOA e delle Enterprise Information Architecture, concetto centrato sulla gestione sistematica dell’intero ciclo di vita di ogni tipo di informazione. Il tutto pensato per un utilizzo su piattaforme grid, per contenere i costi dell’hardware.


Tod Nielsen, senior vice president of marketing and global sales support di Oracle, ha spiegato che l’obiettivo dell’architettura è aumentare la visibilità delle aziende sul business e la flessibilità dei processi. Due elementi simbiotici che, calati nel quotidiano, dovrebbero permettere di dare risposta ai quesiti insoluti per l’incapacità di collegare fra loro le informazioni giuste al momento giusto.


Nel presentare la Fusion Architecture, Nielsen non fa mistero delle reticenze che oggi i clienti hanno verso il middleware di Oracle, e cita più volte Ibm e Bea, società, quest’ultima, in cui ha lavorato per molti anni. "Abbiamo reso il middleware hot pluggable – ha affermato -, per inserirlo senza modifiche sui sistemi di altre software house e farlo diventare affidabile e sicuro come il nostro database. Sono 26.000 i clienti che lo usano, a cui si aggiungono 7.000 società che hanno adottato anche le application". Secondo Nielsen, chi già utilizza le applicazioni oggi riunite sotto l’ombrello Oracle (Jd Edwards, PeopleSoft e Siebel) ha l’opportunità con Fusion di estendere il valore degli investimenti fatti. È a questi clienti, in particolare, che l’azienda si rivolge, portando esempi di realtà che hanno saputo ridurre tempi e costi dei processi nella gestione degli ordini, nella logistica, nell’utilizzo dei portali e via dicendo. Altri aspetti molto enfatizzati sono quelli della sicurezza, per esempio l’Identity management, e della collaboration, con la Web conferencing e l’Instant messaging. Massimo impegno dichiarato da Oracle anche per il rispetto degli standard, da Java a Eclipse, da BPEL (Business Process Execution Language) a XML.


Venendo al dettaglio dei prodotti confluiti nella Fusion Architecture, troviamo la Oracle Grid Infrastructure (database 10g e Fusion Middleware in configurazione grid, con Oracle Enterprise Manager e Grid Control come tool di gestione), Fusion Service Registry (derivazione del registro dei Web service di Oracle E-Business Suite) e Business Process Orchestration (strumento per il disegno dei processi basato su BPEL). A ciò si aggiungono Business Intelligence, Business Activity Monitoring e Unified Portal, che fa perno sugli asset della Collaboration Suite 10g e su Oracle Portal. Quanto ai partner, che hanno il compito di convincere i clienti della validità della proposta, in primo piano c’è Accenture, con cui è stata siglata una partnership strategica, ma anche Eds e Capgemini.

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