Sensibili, luminosi, musicali, flessibili. Non sono i partner ideali, ma gli schermi a cristalli liquidi del nostro presente. E del futuro
Lo scorso 20 settembre, Lg Electronics ha presentato un dispositivo che
migliora la qualità del video su schermi Lcd. Si tratta del chip f-Engine, che
aumenta contrasto e luminosità senza snaturare i colori dell’immagine. Al
momento il dispositivo funziona su Lcd di grandi dimensioni, ma ci sono ottimi
motivi per immaginarne una versione anche su schermetti piccoli piccoli. Se poi
la qualità dell’immagine è buona e vogliamo vedere immagini grandi, nulla ci
vieta di proiettare l’immagine su schermo o su muro bianco! A questo ha pensato
Texas Instruments con i suoi Dlp, Digital light processors, che
integrano in un chip migliaia di minuscole superfici riflettenti la cui
orientazione viene comandata in digitale. Per ora questi dispositivi vengono
usati in proiettori o schermi di grandi dimensioni, ma la tecnologia ha già
svariati anni ed è matura per entrare anche nella grande produzione.
Touchscreen adesivi. Una delle funzioni che spesso mancano
agli Lcd di vecchia generazione è l’interattività direttamente sullo schermo. In
sé non si tratta d’altro che di una pellicola sensibile al tocco, il cui schermo
può essere suddiviso in piccole aree indirizzabili singolarmente. Detta così non
è difficile immaginare una aggiunta opzionale agli schermi già esistenti.
Infatti lo scorso maggio è uscita Actalyst, una pellicola per Lcd di chioschi e
altri sistemi, completa della circuiteria di controllo. L’idea, venuta a Smart
Technologies, è attualmente disponibile per monitor da perlomeno 37 pollici, ma
nulla vieta di pensarla su schermi più piccoli. Sembra impossibile che possa
però approdare sugli smartphone: a parte l’integrazione del software necessario,
la circuiteria esterna richiede spazio ed alimentazione.
Lcd sonori. Con il passare del tempo, i dispositivi a base
elettronica diventano sempre più piccoli. Le altre tecnologie, generalmente con
una componente meccanica, non possono essere miniaturizzate allo stesso livello.
Pensate alle tastiere, che come visto possono essere inglobate negli schermi. Ma
possiamo fare a meno degli altoparlanti? La risposta, incredibilmente, è “sì”, e
sempre grazie allo schermo! Infatti se ci si accontenta una qualità audio ottima
ma non eccezionale, e di livelli sonori non forti come quelli delle discoteche,
oggi è possibile eliminare del tutto gli altoparlanti.
Appoggiando
sul suo piano un apposito trasduttore (pensate al magnete degli
altoparlanti), il segnale elettrico può essere convertito in vibrazione. Il
piano può essere di qualsiasi tipo: tavolo, finestra, controsoffitto! Non è
follia, ma prodotto già sul mercato da tempo: valga per tutti la tecnologia di
Feonic (www.feonic.com), basata su un
materiale interessantissimo, il Terfenol-D, composto di terbio, ferro e
disprosio. Il terbio è una terra rara metallica, come il disprosio, il cui
strano nome indica che è difficile da isolare. Il dispositivo più economico
della famiglia Feonic, adatto a muri e tavolini, viene circa 35 euro. Ovviamente
per impiegarlo sui telefonini serve un approccio a minimo ingombro e massima
resa. Ma già è stato fatto, quasi un anno fa: Il primo telefonino al mondo con
display musicale è l’N506iS, sviluppato da Nec per Ntt Docomo. In effetti Nec
aveva lanciato questo approccio già nel 2003, non sui telefonini bensì su alcuni
computer portatili. La tecnologia impiegata è la Dml, Distributed mode
loudspeaker, sviluppata insieme ad altri brevetti dalla Nxt (www.nxtsound.com).
Il produttore assicura che le modifiche necessarie alla
struttura dei “cristalli” peggiorano di poco la luminosità del display.
Problemi sul pannello potrebbero venire non tanto dalla corretta riproduzione,
ma piuttosto da suoni distorti che sicuramente creerebbero microfratture nella
superficie vibrante, che via via ne minerebbero tutte le funzioni audio e video.
Il sistema può essere impiegato anche per display da 40” di diametro. Ma le
vibrazioni impediscono di rendere gli schermi sensibili al tocco? Pare proprio
di no. La Dml è stata poi presa in licenza da 3M, che la impiega in una linea di
display parlanti sensibili al tocco. La linea di prodotto allo sviluppo si
chiama Dst, Dispersive signal technology.
Lcd microfonici? In sé, uno schermo flessibile può essere impiegato anche
come microfono. Certo la sensibilità non è elevatissima, e ci sono delle
difficoltà ad usarlo contemporaneamente alla funzione di riproduzione. Ad oggi
non sembrano esserci prodotti in commercio, anche se dai laboratori sfuggono
occasionali informazioni. La tecnologia non è impellente, visto il basso costo e
il piccolo spazio richiesto dagli odierni microfoni, che inoltre sono piuttosto
efficienti. Staremo a vedere. Allora gli Lcd sono flessibili! Tutti questi studi
presuppongono che lo spessore dei display Lcd sia decisamente più ridotto che
non in passato, e che possano vibrare senza frantumarsi. Insomma è possibile
produrre schermi flessibili! Ma qualcuno l’avrà fatto? Sì, come annunciato da
Philips nella tarda primavera del 2005. Nei suoi primi prototipi il PV-QML5,
display flessibile per cellulari, ha una risoluzione di 320 x 240 punti. Avremo
quindi schermi curvi con geometrie particolari, adatte ai giochi e ad altre
funzioni dell’oggi, ma soprattutto a idee nuove. I primi modelli in commercio
sono attesi per l’inizio del 2007.





