Dopo la sentenza della Corte Suprema chiudono i battenti un paio di società. Mentre BitTorrent va a alla grande
Fine del peer to peer, almeno negli Usa? Difficile da dire, ma sembra che per
lo scambio di file in rete si è arrivati al punto di svolta. Almeno negli Stati
Uniti dove il Congresso ha deciso di attendere prima di varare una nuova
legge e vedere come le corti applicheranno la recente sentenza della
Corte Suprema sui network di file-sharing prima di legiferare sulla questione.
In giugno la Corte ha stabilito che chiunque distribuisca uno strumento usato
per violare la legge sul copyright è responsabile per gli atti conseguenti di
violazione compiuti da altri. Una sentenza pesantissima per il mondo P2p che
soddisfa la potentissima Riia, l’associazione delle case discografiche. Gli
effetti sono stati immediati. Winmx ha chiuso i battenti
imitato da eDonkey che dovrebbe però tornare a pagamento.
E proprio il presidente di eDonkey ha affermato di attendersi che tutte le
società americane di open peer-to-peer esistenti cessino le loro attività nei
prossimi mesi a causa dell’incertezza sulla legalità dei loro servizi.
Nel frattempo, a sopresa, a Los Angeles per la prima volta
si sono incontrati la Riia e le società di software P2p. Nulla è trapelato
dall’incontro che potrebbe portare a un armistizio fra le parti. Chi non
sembra essere preoccupato della piega che sta prendendo la situazione è
BitTorrent che ha appena ricevuto 8,75 milioni di dollari da un fondo
di investimento utili per finanziare la crescita della società. Tecnicamente
BitTorrent è un protocollo per il trasferimento di files. Un server centrale che
si occupa solo delle connessioni coordina l’azione degli utenti che si
connettono tra loro per scaricare i contenuti. L’idea di base di BitTorrent, che
non sa nulla di quanto viene scambiato in rete, è che ogni utente deve
trasmettere dati all’esterno nello stesso momento in cui scarica il file. Una
soluzione che permette di utilizzare in maniera efficiente la banda disponibile.





