Il nuovo deve fare i conti con i budget ed essere digeribile dalle organizzazioni dei clienti o bisogna saper cambiare i processi? Di certo serve un coinvolgimento dei partner
Settembre 2005, Se qualcuno pensava che i rappresentanti di
grandi produttori Hi-tech chiamati a confrontarsi sul tema dell’innovazione
avrebbero finito per inseguire i voli pindarici della ricerca, si sbagliava.
La tavola rotonda dedicata a competitività e innovazione di Ict
Trade ha visto emergere il concetto di un’innovazione intesa come tecnologia
più vicina ai clienti.
La strada l’ha subito indicata Giuliano Noci del Politecnico
di Milano, ricordando che la tecnologia è strumentale al cambiamento
e che «l’innovazione di per sé non aumenta la competitività
delle imprese». Partendo da questo concetto Noci ha chiesto
ai fornitori se «stanno facendo effettivamente tutto quello
che serve per rispondere alle esigenze del mercato».
Per Marco Zamperini di Etnoteam, nessuno può pensare
di aumentare la propria competitività senza passare dall’innovazione,
tuttavia i fornitori devono puntare su un’offerta di «innovazione
sostenibile» che tenga conto delle risorse reali delle imprese.
Per Marco Piattelli di Amd «l’innovazione è
nella natura stessa delle imprese Ict e si trasforma in competitività
reale per le imprese utenti solo attraverso un processo di integrazione
di "valori" diversi».
Gianandrea Gattinoni di Progress Software insiste a sua
volta sull’importanza della partnership: «L’innovazione è
frutto di un sistema di imprese che collaborano e che consentono agli
utenti finali di trasformare la soluzione innovativa in un vantaggio competitivo.
Un risultato che se ha come base l’innovazione tecnologica deve, però,
anche avere come presupposti una profonda conoscenza delle esigenze del
cliente e del suo business».
«L’ecosistema è fondamentale» osserva Massimo
Manzari di Web Models, che però lamenta da parte del sistema
dell’offerta una scarsa propensione culturale a intervenire sui processi
dei clienti. Un modo elegante per dire che bisogna scendere più
in profondità. «L’innovazione mette a disposizione opportunità
straordinarie, ma richiede ai partner più coraggio per intervenire
sui processi delle imprese».
Sulla stessa linea, ma con un accento diverso, anche Pierpaolo
Muzzolon di Microstrategy Italy: «Innovazione è
gestione della conoscenza, le imprese hanno al proprio interno uno straordinario
potenziale, ma devono conoscerlo e valorizzarlo. Nessuno meglio dei partner
può aiutarle per raggiungere questi obiettivi».
La conclusione per Noci è che l’introduzione dell’innovazione nelle
imprese deve tener conto che i soggetti "sensibili" stanno cambiando.
«Occorre estendere il dialogo, usare linguaggi appropriati,
portare messaggi anche a chi non ha un coinvolgimento diretto con la tecnologia,
ma ha il potere di decidere».





