«Collega, cosa ne pensi di…»

Dalla formazione all’interesse per l’opensource. Le confessioni di un Cio, fatte a un altro Cio.

Capofila di un gruppo comprendente 4 aziende e 8 marchi, Ifi (Industria Frigoriferi Italiana), opera a livello europeo nella produzione di arredamenti per bar. Nata nel 1962 a Montecchio di Pesaro, la società nel 2004 ha fatturato 54 milioni di euro, con 360 dipendenti. Possiede stabilimenti produttivi per un totale di 60.000 mq, distribuiti tra le provincie di Pesaro, Rimini e Treviso.


Inizialmente dedita alla produzione artigianale di arredamenti per locali pubblici, a metà degli anni ’60 l’azienda si è trasformata in industria, grazie all’idea vincente di operare esclusivamente nella nicchia del settore “arredo per locali pubblici” con la produzione di arredamenti industriali ed artigianali, di semilavorati tecnologici e di sedie e tavoli per uso collettivo. Il 2005 vede tutto il gruppo impegnato a consolidare la propria presenza nel mercato domestico e ad espandersi nel mercato internazionale.


Su invito di Linea Edp abbiamo incontrato il Cio del gruppo Stefano Berrettini (nella foto, sotto), il quale, dopo la laurea in ingegneria elettronica conseguita all’Università degli studi di Ancona, ha deciso di lavorare nel luogo in cui è nato.


«Ho svolto le prime esperienze nell’area dell’organizzazione aziendale e dei sistemi informativi a partire dal 1987 – ci spiega Berrettini – a contatto con aziende manifatturiere e commerciali del distretto industriale pesarese, nella veste di consulente. Ciò mi ha fornito l’opportunità di entrare in contatto con diversi aspetti dell’organizzazione aziendale e dei sistemi informativi, con un notevole arricchimento professionale e culturale».

Partiamo proprio dalla formazione, un tema spesso negletto in tempo di budget ristretti. Che ruolo ha per lei la formazione?

«Prioritario. Io per primo nel 2004 ho conseguito la Microsoft Certified System Administrator per Windows 2000 Server e sto preparandomi all’esame di aggiornamento a Windows 2003: sono convinto che le certificazioni non siano indispensabili ma aiutino a razionalizzare lo studio e l’approfondimento delle problematiche di progettazione ed amministrazione del mondo Microsoft Windows. Ai ragazzi che vengono a chiedermi un lavoro dico sempre che la laurea, i corsi Fse, i seminari e soprattutto la voglia di rimanere aggiornati sono la base di partenza per avere il posto in uno staff Ict. Poi se la stoffa c’è, si cresce.
La “formazione permanente” è stata sempre la linea guida della mia carriera professionale, sia per gli argomenti strettamente connessi con l’informatica che per quelli inerenti l’organizzazione. Questo approccio mi è stato d’aiuto quando nel 1996 sono entrato in Ifi, occupandomi di tutti gli aspetti del sistema informativo: dall’acquisto e manutenzione dell’hardware, alla ricerca del software, passando per la progettazione della rete e la customizzazione del sistema gestionale. Oggi mi avvalgo di un ristretto staff di collaboratori giovani e motivati, con competenze elevate».

Avere a fianco personale competente, consente anche di offrire all’azienda servizi It di qualità. Quale importanza riveste per la sua azienda la gestione della qualità?

«Per Ifi ha notevole importanza; non per nulla abbiamo ottenuto la certificazione congiunta Cisq (Settore elettrico/elettrotecnico, ndr) ed Icila (Settore legno/arredamento, ndr) in conformità alla procedura Uni En Iso 9001:2000».

Per un’azienda come la vostra, riveste una grande importanza gestire in modo ottimale la catena produttiva. Come affrontate il problema della logistica?

«II prodotto finito di Ifi è composto da elementi modulari di lunghezza variabile, stoccati in attesa della spedizione su scaffalature canti-lever e movimentati tramite carrelli elevatori.


Gli obiettivi della logistica per noi sono vari: in fase di stoccaggio “suggerire” all’operatore addetto un’ubicazione di lunghezza adeguata in cui poter immagazzinare l’elemento approntato e in fase di picking fornire ai magazzinieri l’elenco delle ubicazioni da cui effettuare il prelievo per la spedizione in base al piano di carico. Dopo aver analizzato varie soluzioni presenti sul mercato e aver riscontrato diverse divergenze rispetto alle nostre esigenze, difficilmente colmabili se non attraverso costose personalizzazioni, abbiamo optato per uno sviluppo interno dell’applicazione su piattaforma As/400. Abbiamo mappato le scaffalature canti-lever usando codici a barre con l’indicazione dell’ubicazione, così come tutti i colli prodotti sono stati etichettati, mentre sui carrelli elevatori abbiamo installato terminali veicolari wireless dotati di lettori di codice a barre long-range. Nel 2001 il nostro Ced ha impiegato meno di un mese per realizzare e integrare la logistica con il resto del sistema gestionale. In seguito abbiamo realizzato anche la gestione del magazzino “materie prime” con relativa mappatura dei prodotti nelle ubicazioni: l’applicazione è stata rilasciata dopo circa nove mesi dall’analisi iniziale, sempre sfruttando la rete wireless».

E sul fronte sicurezza, come vi siete organizzati?

«Per garantire la sicurezza delle rete aziendale utilizziamo un firewall hardware in noleggio da una società esterna: la scelta del noleggio è motivata dalla ricerca continua di una soluzione quanto più possibile aggiornata al mantenimento della sicurezza stessa. L’attività quotidiana ha mostrato che la posta elettronica ed il sito Web sono le aree maggiormente esposte, il nostro fianco scoperto, per cui abbiamo predisposto servizi antivirus e antispamming a protezione del perimetro. Inoltre, usiamo una macchina Linux come testa di ponte per la posta, ottenendo soddisfacenti risultati. Ad ulteriore protezione della Lan abbiamo installato un antivirus centralizzato su client e server, indispensabile per proteggere la rete dagli attacchi, anche da quelli involontari provenienti dall’interno. L’aggiornamento dei sistemi volto a limitare le vulnerabilità su As/400 e le macchine Windows è curato dal personale Ict, mentre per quanto concerne i sistemi Linux, l’onere è stato affidato in outsourcing a un partner di fiducia. Periodicamente commissioniamo rigorosi test di penetrazione ed utilizziamo un Ids per individuare precocemente qualsiasi tipo di attacco, anche se finora abbiamo riscontrato, per fortuna, solo falsi positivi».

In tempi di budget sempre più contenuti, come riuscite ad innovare? Per il 2005 quali programmi avete e quali sono le prospettive per il 2006?

«Per quest’anno abbiamo due grandi progetti in corso. Il primo è l’acquisto di una soluzione di “Business intelligence” per consentire agli utenti aziendali una migliore fruibilità dei dati presenti nei database aziendali e consentirne la “navigazione” mediante strumenti Olap. Dopo aver analizzato diversi prodotti, siamo sul punto di prendere la decisione finale con un occhio alla riusabilità del software, non solo nella casa madre ma in tutte le aziende del gruppo.
Il secondo progetto è l’acquisto di un configuratore grafico di prodotto. Gli elementi modulari che compongono l’arredo di un bar sono ricchi di opzioni e varianti, spesso realizzati su misura come le più complesse cucine, per cui la configurazione commerciale non può avvenire tramite la classica interfaccia di un gestionale, ma deve partire da un prodotto Cad per arredamento. I dati generati dal Cad vengono poi esportati in formato Xml sul gestionale che provvede a gestire l’ordine cliente e le successive fasi di produzione. Il progetto sarà di notevole impegno e sicuramente si protrarrà anche nel prossimo anno. Nel 2006 concentreremo poi l’attenzione sulla creazione di un portale che nascerà da un sistema Cms, che possibilmente ci permetta di gestire forum e Crm, da utilizzare inizialmente nella intranet e poi da estendere anche sulla Wan».

Cosa si aspetta nel breve periodo dalla tecnologia Ict?

«È difficile riuscire a distinguere le tendenze tecnologiche del mercato separando le “mode” ed il marketing dalla vera evoluzione. Ritengo che la tendenza più evidente dal punto di vista tecnologico sia l’affermazione dell’utilizzo di applicazioni Web che sfruttano la Service Oriented Architecture. Seguo poi con attenzione la piattaforma di sviluppo legata al linguaggio Java fin dal 1995 e ritengo che i concetti di portabilità e flessibilità che sottendono all’idea iniziale siano veramente interessanti. È fiorito un gran numero di progetti open source legato alla piattaforma Java, forse anche troppi, perché se da un lato la competizione genera prodotti sempre più raffinati, dall’altro la scelta tra tante alternative implica dispersione di energie e un maggiore Tco che si riverbera negativamente sul Roi. La piattaforma proposta da Microsoft, .Net, ha sicuramente attinto dall’esperienza di Sun e, forte anche del valido marketing della casa di Redmond, ha posto le basi per uno scontro che nei prossimi anni porterà benefici e innovazioni a tutti».

Qual è il nucleo centrale del suo sistema informativo?

«Il nucleo principale del sistema informativo è costituito da un gestionale integrato, profondamente customizzato, installato su un minisistema Ibm As/400 -iSeries -i5 che personalmente, come molti colleghi, preferisco chiamare ancora As/400, nonostante i vari cambiamenti di denominazione. Il sistema gestionale è nato in outsourcing su specifiche aziendali nel 1994, in linguaggio Rpg ed è diventato operativo dal 1995, momento dal quale è stato oggetto di una costante evoluzione superando indenne i problemi dell’anno 2000 e dell’introduzione dell’euro. L’azienda considera il sistema informativo una leva strategica, per cui ha deciso di manutenerlo grazie a competenze interne. Abbiamo, quindi, acquistato il codice sorgente che customizziamo in Rpgiv/Rpg Ile e Java e che ci permette di integrare altre applicazioni, come quella della Zucchetti per la gestione delle buste paga. Nel momento in cui il sistema in uso dovesse rivelarsi inadeguato nel coprire le esigenze aziendali valuterò la transizione verso un Erp da adottare per tutte le aziende del gruppo».

Che cosa l’ha guidata nella scelta del software?

«Il mio obiettivo è scegliere il prodotto migliore, indipendentemente dalla piattaforma su cui è disponibile, e nella valutazione il parametro “disponibilità del codice sorgente” ha un peso determinante, in quanto facilita l’integrazione e ci rende indipendenti dal vendor. Ritengo il movimento open source molto interessante e privilegio i prodotti standard che abbracciano questa filosofia, anche se è innegabile l’impegno iniziale in termini di risorse e curva d’apprendimento».

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