Senza grande clamore il decreto sul Wi-Fi è stato pubblicato, ma ora tutti pensano a WiMax. La partita è aperta.
Finalmente è arrivato.
Il tanto sospirato decreto sul Wi-fi è
improvvisamente apparso sul sito del ministero.
Senza grande clamore perché
ormai, per il vertice delle Comunicazioni, Wi-fi sa già un po’ di vecchio, di
stantio.
Davanti a noi c’è l’Eldorado del WiMax per il quale il 1° luglio
partirà la sperimentazione intorno alla quale invece c’è stato invece un
discreto fermento.
Noi tutto questo non riusciamo a comprenderlo, ma poco
importa. Ci accontentiamo, anche se registriamo le proteste di chi si chiede,
probabilmente anche giustamente, perché il libero accesso non deve essere
consentito anche ai privati in modo da permettere lo sviluppo di reti di accesso
spontanee a Internet (su Punto Informatico di oggi).
Nonostante questo siamo
contenti per lo scampato pericolo.
Con l’aria che tira meglio di così non
poteva andare.
Però per arrivare a questi quattro articoli, il primo dei
quali si limita a cancellare una parte della vecchia normativa, c’è voluto poco
più di un anno.
E’ vero che la politica ha i suoi tempi, ma visto che negli
ultimi dodici mesi ci siamo consumati le orecchie sentendo espressioni del tipo
“fare sistema” oppure che le Pmi hanno bisogno di innovazione e devono puntare
sulle nuove tecnologie non capiamo perché non si sia partiti subito con le norme
che andranno in vigore, si spera, fra pochi giorni.
Cosa è cambiato in un
anno?
Non è che 365 giorni sono stati buttati via?





