L’acquisizione di PeopleSoft è stata per Oracle un’importante dimostrazione di forza. E un monito per coloro che big non sono e vorrebbero diventarlo.
Al di là di tutte le implicazioni di mercato e dei legittimi interrogativi
che l’operazione ha fatto e farà sorgere, l’acquisizione di PeopleSoft da parte
di Oracle è stata soprattutto una dimostrazione di forza.
Non molte aziende
possono permettersi di sostenere per un anno e mezzo un’Opa ostile, aspramente
contestata dal management dell’azienda presa di mira e senza modificarne i
termini proposti al mercato.
Basti pensare che persino una big come Hp
dovette recedere, in tempi diversi da questi ma non troppo lontani, dal
tentativo di acquisire PriceWaterhouse.
Non dimentichiamo, poi, che
l’operazione partì come risposta all’attacco che la stessa PeopleSoft portò
quasi due anni fa con l’acquisizione di Jd Edwards.
Il decisionismo mostrato
da Larry Ellison lascia intendere che la sua azienda è pronta ad accettare lo
scontro anche estremo con chi si azzardi a stuzzicarla oltre i limiti, a meno
che non ci si chiami Ibm o Microsoft.
Quest’ultima ha già provato ad
approfittare della fase di transizione che si è creata, proponendo agli utenti
nordamericani, in particolare della suite World, ex Jd Edwards, di passare a
Great Plains, con uno sconto, per la verità non strabiliante, del 25% sulle
licenze.
Comunque vada, con Sap ancora alla finestra a guardare ciò che
accade, il mondo Erp pare destinato a una partita fra i grandi.
Italia a
parte, forse, dove sarà dura per tutti vincere l’estrema frammentazione ancora
esistente, dalle medie aziende in giù.





