L’evoluzione dell’offerta nell’outsourcing di Atos Origin

Application e infrastructure management sono le strade seguite dalla società nei servizi continuativi, con accento sul facility management, sul global sourcing e sulla security. Il mercato, tuttavia, non sembra ancora pronto a un approccio di esternalizzazione globale.

Il mercato inizia a rispondere in modo più intenso all’outsourcing, che, soprattutto a livello infrastructure management si sta facendo largo tra le imprese italiane. E Atos Origin è pronta all’appello, ancora di più dopo l’acquisizione dello scorso anno di SchlumbergerSema, che ha portato in dote competenze specifiche che sono andate a completare l’offering della società di servizi, inizialmente votata all’application management in ambito servizi continuativi. L’organizzazione è suddivisa in due strutture che, pur facendo parte della medesima divisione e adottando gli stessi modelli e metodologie, fanno capo a gestioni distinte e al contempo correlate.


Roberto Carrozzino, managed services director di Atos Origin mette l’accento su come, soprattutto in Italia, l’ultimo anno abbia fatto da palcoscenico per uno spostamento significativo dell’asse delle capability: "Il merger delle due realtà ha reso la situazione più equilibrata, rafforzandoci anche in termini numerici in un mercato in cui i clienti valutano anche la dimensione dell’azienda fornitrice".


Se negli ultimi diciotto mesi l’orizzonte dell’esternalizzazione non è significativamente cambiato, l’interesse sta comunque crescendo, anche se non si connota ancora come full outsourcing. "Nel nostro Paese, soprattutto per l’application management, resistono fattori inibitori – ha indicato Carrozzino -, in primis la preponderanza della media impresa, ancora culturalmente lontana da questo tipo di approccio. Il midmarket deve, tuttavia, trovare dei fattori innovativi e, per competere sul mercato internazionale, dovrà considerare l’opportunità dell’outsourcing come una leva nel confronto con l’impresa estera".


Il criterio principale che muove le aziende verso un fornitore di outsourcing, resta, comunque, il fattore prezzo, la mera riduzione dei costi spesso oscura la qualità dei servizi, anche perché alcune tipologie sono considerate alla stregua di commodity. "Questo avviene più dal lato dell’infrastructure management che non dell’application management ove, tendenzialmente, le scelte sono più meditate e mature e la ricerca del partner tecnologico cui affidarsi tiene in considerazione anche il grado di innovazione che questo è in grado di offrire", ha specificato Carrozzino.

Gestire le applicazioni


Dal punto di vista dell’application management, l’offering di Atos Origin si rivolge sia a package sia a soluzioni legacy, con l’ambizione del trasformational outsourcing, vale a dire gestire le applicazioni di un cliente, facendolo evolvere da un livello custom a uno basato su pacchetti Erp con una riduzione dei costi di gestione.


Sono previsti servizi che vanno dalla gestione delle applicazioni al supporto dell’intero ciclo evolutivo del portafoglio cliente, superando il semplice concetto di manutenzione per arrivare all’Application lifecycle management, con progetti e servizi di upgrade e, appunto, di trasformazione da sistemi legacy a package based. "Il mercato ci sta anche chiedendo di prendere in gestione o di rinnovare dal punto di vista tecnologico la piattaforma Internet – ha detto ancora il manager -, per non parlare dell’integrazione tra applicazioni. Spesso, infatti, le grandi aziende dispongono di un puzzle di sistemi per cui diventa conveniente considerare l’esternalizzazione di questa gestione".


Per quanto riguarda l’infrastructure management, invece, ai servizi più usuali (quali server e storage management, network management e workplace management) Atos Origin ha aggiunto una linea in ambito security, che va dalla consulenza alla gestione della sicurezza, quindi con il concetto di operation center, e una relativamente al printing e alla gestione documentale.


"Va, tuttavia, evitata una visione troppo parcellizzata – ha proseguito il manager -. Il nostro interesse non è quello di vendere il singolo servizio ma di garantirne la globalità. Il mercato in questo momento è sensibile al facility management, che costituisce un ambito ben percepito".


Dallo scorso anno, poi, Atos Origin è anche in grado di offrire soluzioni di global sourcing, vale a dire la capacità di gestire il supply dei servizi in modalità locale, remota o in offshore.


Un servizio che, invece, in questo momento in Italia non è contemplato è il Business process outsourcing, inteso dalla società come gestione amministrativa dei processi logistici, anche se non è escluso che in futuro possa rientrare nel range d’offerta.

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