L’evoluzione delle tecnologie di rete spinge verso una maggior uniformità architetturale. Ip e Mpls crescono su queste fondamenta.
Le tecnologie di rete e le architetture rese disponibili dai produttori nell’ultimo anno stanno cambiando profondamente lo scenario del networking a cui siamo stati abituati per anni.
L’evoluzione non è solo tecnologica, cosa a cui peraltro si è abituati, ma anche concettuale e, per alcuni aspetti, riporta al tempo in cui la differenziazione tra rete geografica e rete locale non esisteva o era poco marcata.
Al momento la maggior parte delle soluzioni di rete (quelle in esercizio) prevede una forte caratterizzazione su tre segmenti specifici: quello geografico interurbano, quello urbano e quello locale. A questi generalmente se ne aggiunge un quarto riferito come Campus, che però è assimilabile alle caratteristiche di una rete locale di livello enterprise, mentre una via di mezzo tra il geografico e metropolitano è costituita dalle soluzioni di rete per comprensori, ovverosia aree geografiche extraurbane, ma con una forte concentrazione di imprese.
Una tale differenziazione è risultata sopportabile (in termine di soluzioni e apparati specifici) da parte dei fornitori in momenti in cui le generazioni tecnologiche si sono succedute con ritmi abbastanza tipici, con evoluzioni consistenti ogni 5-7 anni e piccoli aggiustamenti (a livello di apparati) nel periodo intermedio.
Far fronte a evoluzioni molto rapide, come quelle che caratterizzano l’attuale momento e prevedibilmente il breve-medio termine, in tutte le tipologie di rete citate si è però dimostrato difficilmente sostenibile sotto il profilo finanziario e gestibile sotto il profilo tecnologico, dell’assistenza, della disponibilità di scorte, e via dicendo.
La soluzione che si sta affermando è volta quindi a supportare la rapidità dell’evoluzione tecnologica, ma cercando di espandere a quanti più settori del networking possibile lo stesso concetto architetturale di base in modo da poter far leva sull’economia di scala al fine di ridurre i prezzi delle soluzioni e rilanciare il mercato.
Verso una infrastruttura omogenea e semplificata
Nella direzione della razionalizzazione delle tecnologie del networking portano anche altri sviluppi del settore. Uno di questi è la progressiva diffusione delle tecnologie xDsl, che permettono di pensare a soluzioni ad alta velocità per le reti aziendali su base da utente finale a utente finale. Soprattutto se si pensa alla parte di una rete aziendale che collega sedi urbane (un esempio tipico è costituito dalle reti di una banca o di enti pubblici) si osserva come la disponibilità di soluzioni xDsl di tipo simmetrico che permettono di collegare sedi a velocità dell’ordine dei megabit al secondo apre la prospettiva di usare velocità perlomeno dello stesso ordine di grandezza di quelle locali per la connessione di utenti distribuiti geograficamente su più sedi. La sostituzione di connessioni a 64 Kbps con connessioni xDsl è quindi un fattore chiave verso l’adozione di una architettura di rete omogenea a livello di infrastruttura di networking aziendale.
Un ulteriore ruolo lo assume la continua accettazione di Ethernet come metodologia di trasporto anche per l’ambito geografico, complice in questo sia l’interesse degli operatori a semplificare l’architettura delle reti gestite, sia la spinta proveniente dagli utilizzatori che sono sempre meno propensi a dotarsi di apparati terminali (della rete geografica o metropolitana) basati su standard e protocolli diversi da Ethernet. Il trasporto di Ethernet su connessione xDsl verso il punto di accesso geografico si avvia così a costituire uno degli elementi caratteristici delle reti aziendali dell’immediato futuro.
Il ruolo degli standard nell’unificazione Lan-Wan
Se la spinta a una unificazione delle tecnologie e delle soluzioni di rete si sta trasformando in apparati di switching e di routing di nuova generazione, modulari, espandibili e ad alte prestazioni, ciò è dovuto non solo all’esigenza concreta di aziende, carrier e operatori ma anche alla disponibilità di strumenti di comunicazione standard che permettono di trasformare in pratica una tendenza di comune interesse alle aziende.
Gli elementi di base da considerare sono due. Il primo è, inutile dirlo, il protocollo Ip, che oramai è indiscutibilmente il protocollo di rete universalmente accettato sia come base per Internet ma, soprattutto, per il trasporto di applicazioni voce, video e dati sulle reti di nuova generazione in chiave convergente. Il secondo elemento, apparso più di recente ma caratterizzato da una rapida accettazione (perlomeno nei confronti dell’Ip, che ha richiesto due decenni per affermarsi) è costituito dall’Mpls (acronimo che sta per Multi protocol label switching). Ip e Mpls sono due degli elementi chiave che stanno portando alla convergenza verso piattaforme e architetture comuni le soluzioni per reti locali e per reti geografiche.
Quando si parla di Mpls va, però, considerato che non si tratta di un apparato ma di una metodologia, un protocollo (di livello superiore all’Ip), che permette di trasportare in rete i pacchetti dati di altri protocolli (e quindi, in astratto, non solo Ip, anche se il massimo dei benefici si hanno con il convogliamento di traffico Ip).
Ma perché si è sentita l’esigenza di creare un nuovo standard di trasporto in un quadro di standard già abbastanza affollato e che, a livello geografico, va dal Frame Relay all’Atm, all’xDsl o alle evoluzioni nel settore della fotonica?
Una prima considerazione è che le realtà aziendali connesse alle nuove esigenze dell’It stanno attraversando una fase complessa, che si traduce in un consolidamento delle infrastrutture e nell’adozione di soluzioni convergenti, in un quadro economico di crescente competitività internazionale. Ciò ha portato a chiedere ai produttori di networking non solo soluzioni omogenee a livello Lan e Wan, ma anche soluzioni di rete sulle quali il traffico delle diverse applicazioni, con protocolli diversi e che coinvolge più sottoreti virtuali logiche, possa essere trasportato in modo sicuro, trasparente e con QoS garantito su base da utente finale a utente finale.
A queste esigenze, fatte proprie dagli operatori, i produttori hanno risposto sviluppando una modalità aperta che potesse, almeno in teoria, restare valida su un lungo arco temporale, ricalcando in un certo modo quanto verificatosi prima con la Sna e poi con l’X.25 e il Frame Relay. Risposta che si è concretizzata nello standard Mpls.
Una corsa all’Mpls
Mpls è una modalità di trasporto di sessioni voce o dati in via di larga adozione e risulta molto adatto per la realizzazione di reti virtuali private. Un aspetto che ne favorisce la diffusione è che permette il trasporto di più protocolli. Per esempio, alcuni carrier forniscono il trasporto sulla propria rete basata su Mpls di traffico sia Ip nativo che Sna e questo favorisce ulteriormente la convergenza verso soluzioni omogenee di rete Lan-Wan.
Mentre l’Ip è un protocollo di tipo datagramma, dove ogni pacchetto dati può, idealmente, seguire un percorso diverso, l’Mpls è orientato alla connessione e i pacchetti sono instradati lungo un percorso preconfigurato in modo simile al funzionamento delle reti dati degli anni 80 e 90. Cosa che però favorisce e facilita l’implementazione di politiche di QoS e di Sla.
Va osservato poi che reti virtuali centrate su Ip e Mpls sono sempre più viste come l’evoluzione naturale, con prestazioni a larga banda, delle reti virtuali basate su Atm e su Frame Relay, che hanno nel tempo presentato criticità in termini di scalabilità e di costi di servizio.
Se Ip, nella realizzazione delle reti virtuali, è un approccio innovativo, va osservato che la vera novità risiede nel campo delle applicazioni, perché viene a svanire la modalità di sviluppo differenziato tra applicazioni Lan e Wan. L’interesse per l’Mpls è ulteriormente rafforzato dal fatto che si tratta di uno standard aperto applicabile a qualsiasi tipologia di rete.
Nell’adozione di Mpls da parte dei carrier e dei produttori come elemento per la realizzazione di soluzioni Lan-Wan omogenee gioca anche il fatto che è una tecnologia all’inizio del suo ciclo di vita e molto flessibile. Le modalità di connessione possibili spaziano, infatti, da topologie a stella sino a soluzioni che permettono una interconnessione di tipo any-to-any come si riscontra tipicamente in una Lan.
Come accennato, Ip e Mpls sono anche un modo più semplice per disporre di una infrastruttura dotata di funzioni specifiche per definire classi di servizio (CoS) e di funzioni per la qualità del servizio (QoS). Se a questo si aggiunge un’ampia gamma di possibilità nella classificazione e nella gestione di traffico che spazia da quello voce con esigenze di real time sino a quello di videocomunicazione, per arrivare a quello meno critico (del quale è comunque garantito il corretto inoltro) si capisce l’interesse crescente di operatori e produttori.





