Per un business dinamico serve il supporto di un’It dinamica

Anche gli analisti di Idc hanno riaffermato come le aziende, per sopravvivere, debbano riorganizzarsi per approcciare in modo nuovo il mercato: solo con una struttura agile e con il supporto di tecnologie innovative, possono far fronte alle sfide internazionali.

“Un’It dinamica per supportare un’azienda dinamica” è questo uno degli slogan lanciati da Idc a un recente convegno, nel quale la società d’analisi e di consulenza si è impegnata a dimostrare come effettivamente la tecnologia, se ben utilizzata, sia il miglior alleato per supportare un’azienda che oggi più che mai deve essere veloce nel percepire i cambiamenti del mercato e rispondere in modo adeguato con prodotti e servizi. Infatti, tra le richieste più frequenti che le aziende utenti fanno ai vendor di It, come ha sottolineato Frank Gens, senior vice president Research di Idc, troviamo quella di essere messe in grado di rispondere in modo rapido alle mutevoli necessità del business, di offrire un miglior livello di servizi ma anche di spendere sempre meno nei processi It. Purtroppo, tutto questo non si concilia con il fatto che, in generale, al momento il 95% dei budget It viene speso per gestire l’esistente, mentre solo il 5% viene dedicato a nuovi progetti. Invece, per ottenere un It dinamica, secondo Gens, bisogna procedere a una trasformazione dell’organizzazione aziendale su due livelli complementari e parallei: quello del business, avviando delle strategie che consentano di avere linee di produzione in grado di reagire prontamente alle esigenze del mercato e quello dell’It, per aumentarne l’efficienza delle operazioni.


Per realizzare tutto questo, Gens ha evidenziato che si deve far leva su 12 aree tecnologiche di riferimento, sei dedicate allo sviluppo di strategie di business e sei focalizzate sulle operazioni It. Nel primo blocco rientrano le tecnologie deputate a: analisi e monitoraggio del business; automatizzazione delle applicazioni e dei processi di business; gestione dei data service e delle informazioni; servizi di integrazione, implementazione e gestione degli eventi; servizi di collaborazione e comunicazione; servizi di accesso e di interfacciamento. Sei anche le leve su cui intervenire per rendere l’It dinamica: service level management e automatizzazione; valutazione e fatturazione dei consumi It; sicurezza; virtualizzazione delle risorse; approviggionamento delle risorse e infine monitoraggio e gestione delle risorse. Per ognuna di queste aree le aziende utenti devono cercare l’offerta di vendor che puntano su un approccio end-to-end, sulle archietture service oriented (Soa), su componenti standard e su modelli di virtualizzazione delle risorse, flessibili e consolidati.


Certo, non è facile tradurre tutti questi consigli in mosse pratiche da avviare in azienda, in quanto oggi i Cio devono fare i conti con una complessità di soluzioni e strutture che si sono stratificate in anni di attività. E proprio sul problema dell’It governance si è concentrato l’intervento di Roberto Mastropasqua, Research director di Idc Italia, che ha evidenziato come sia ancora oggi forte il peso delle vecchie infrastrutture It, spesso sottoutilizzate, per cui ci sono ampi margini d’intervento. Le opzioni da seguire sono diverse e vanno attentamente valutate in base al tempo e alle performance che si vuole ottenere. In particolare, Mastropasqua ha preso in esame l’utility computing, la consolidation, l’outsourcing e l’offshore. Per sfruttare i vantaggi dell’utility computing, l’azienda deve necessariamente effettuare dei cambiamenti nei business model. Sul fronte del consolidamento, è ormai impellente la decisione di razionalizzare la proliferazione di asset. Se, poi, si va a vedere quali sono i motivi che spingono le aziende italiane verso il consolidamento, si osserva che ancora una volta troviamo al primo posto il desiderio di ridurre i costi, seguito dal desiderio di ottenere una maggior disponibilità dei sistemi e un aumento delle performace, mentre passa più in secondo piano la volontà di offrire un maggior supporto all’utente finale e migliorare il system management.

Gestire il caos


Un’altra opportunità per gestire il crescente caos dell’It è offerta dall’outsourcing: oggi, si tende a ritornare a contratti prolungati nel tempo, in quanto consentono maggiori ritorni e sempre di più il fornitore si impegna a diventare anche partner dell’azienda cliente. Questo approccio porta nel complesso a buoni livelli di soddisfazione da parte dell’utente, (come è emerso da varie indagini di Idc). Riguardo all’offshoring, cioè trasferire alcune attività “labor intensive” in aree a basso costo di manodopera (come India e Cina), Mastropasqua ha evidenziato che i vantaggi sono dati sia da opportunità in termini di cost saving, sia dalla possibilità di avviare una strategia innovativa di sviluppo del proprio business. L’offshoring, che si sta affermando presso le società statunitensi (che, infatti, prevedono un aumento del 37% degli investimenti nei prossimi due anni), in Italia viene utilizzato in casi particolari, anche se c’è molto interesse. In generale, infatti, le società che offrono offshoring stanno crescendo con trend del 30% anno su anno è questa è già una dimostrazione tangibile dell’interesse del mercato.

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