Seminari e workshop per conoscere le dinamiche di Basilea 2

Dalla sinergia di alcune società è nata Phedro Consulting, che si propone come service provider di formazione, consulenza e strumenti operativi a imprese, associazioni e professionisti, per aiutarli a orientarsi fra le procedure legate al protocollo internazionale.

Il 1 gennaio 2007 entrerà in vigore Basilea 2, nuovo protocollo che si prefigge di rendere più efficace il controllo dei rischi legati allo svolgimento dell’attività bancaria, con particolare attenzione ai crediti concessi alle imprese. A cambiare radicalmente, dunque, sarà il rapporto tra banca e impresa perché i bilanci aziendali verranno analizzati al fine di valutare la probabilità di default in un delta temporale pari a 12 mesi, con evidenziazione, mediante rating, degli effettivi margini di rischiosità di ogni azienda. Unioncamere ha condotto una ricerca su un campione di 7.860 piccole e medie imprese italiane, rilevando uno scenario abbastanza destabilizzante, se è vero che solo l’1% delle società intervistate sarebbe in grado di superare i nuovi criteri imposti dall’accordo Basilea 2; il 17,5% è stato valutato a un livello “discreto” e il 65% in “situazione critica”, mentre il 16,5% si presenta a rischio di esclusione di credito.


Cambiando le regole, le aziende devono adeguarsi a nuovi parametri di riferimento nella valutazione dei propri equilibri economici e già entro il 31 dicembre di quest’anno Banca d’Italia vuole conoscere la rischiosità degli impieghi delle grandi banche per verificare l’adeguatezza del capitale di vigilanza; questo significa che tutte le banche di grandi dimensioni dovranno attribuire entro questi termini il rating ai propri clienti e nel caso si sia verificata un’eccedenza di impieghi rispetto al capitale di vigilanza, si avrà la conseguente immediata necessità di riduzione o addirittura revoca degli affidamenti più rischiosi già in essere. In risposta alle nascenti esigenze dell’impresa è nata Phedro Consulting, una società che offre consulenza e supporto alle organizzazioni proprio in vista dell’introduzione delle regole definite dall’accordo conosciuto come Basilea 2.


“La nostra mission – spiega Carlo Canestri, presidente della società – è quella di proporci come service provider e di fornire a professionisti consulenti d’impresa, ad associazioni e realtà aziendali, formazione, consulenza e strumenti operativi per effettuare l’analisi degli equilibri economico-finanziari delle organizzazioni e determinare un giudizio di rating, nella logica di quanto stabilito da Basilea 2. Per questo organizziamo e organizzeremo seminari e workshop insieme a varie associazioni di categoria tra cui Alipa, Associazione Dottori Commercialisti Milano (Adc, ndr), Api di Alessandria, Proservizi-Consilp Confprofessioni Veneto, FederManager Friuli Venezia Giulia e Compagnia delle Opere Verona”. All’attività di formazione, Phedro Consulting affianca uno strumento, fruibile via Web, che si propone come un sistema di analisi della dinamica d’impresa e di calcolo del rating, denominato Adi e ideato dallo staff di ricerca e sviluppo presieduto da Roberto Cappelletto, professore ordinario di Finanza aziendale presso l’Università di Udine, nonché responsabile della Scuola Superiore di Specializzazione di Treviso; un programma che in quindici anni è già stato utilizzato e adottato da diversi istituti di credito per elaborare oltre 150mila bilanci all’anno e che da una decina di anni elabora anche lo scoring.


“La logica di Adi è profondamente differente da quella comunemente utilizzata – precisa Cappelletto -. Definita nel linguaggio tecnico “criterio della liquidabilità-esigibilità” l’approccio tradizionale effettua un’analisi slegata dello stato patrimoniale e del conto economico di un’impresa, fornendo una visione non integrata dell’andamento di un’azienda. Il metodo che proponiamo, invece, studia l’evoluzione positiva e negativa dell’impresa in modo integrato e dinamico, prendendo in considerazione diverse variabili al cui interno precisi indicatori sono in grado di segnalare la nascita di disquilibri nell’evoluzione aziendale. Il fatturato viene esaminato tenendo conto dei fabbisogni finanziari; il capitale investito viene valutato in base all’esistenza di un equilibrio patrimoniale e finanziario tra le fonti di finanziamento e i relativi costi, computando anche il costo del capitale e l’esistenza di un equilibrio economico adeguato ai margini di gestione rispetto al rendimento degli investimenti. L’obiettivo è quello di identificare il margine operativo netto e reale scorporando dagli incassi i costi di gestione e i costi di ammortamento, per poter centrare l’utile effettivo rispetto agli oneri finanziari”.


Adi, insomma, si basa su una logica diversa, definita “pertinenza gestionale”, che studia come l’evoluzione del fatturato di un’impresa vada a impattare sui fabbisogni finanziari dell’impresa stessa, sulle fonti di finanziamento che servono a coprire tali fabbisogni, e infine sulla capacità dell’impresa di creare margini maggiori del costo delle fonti di finanziamento.


“Va, purtroppo, detto che nel nostro Paese parte dei grossi errori finanziari si deve a una traduzione errata dei termini utilizzati dai paesi anglosassoni – commenta Cappelletto -. Questo fatto ha generato distorsioni e fraintendimenti rispetto a una corretta vision del mercato. L’analisi tradizionale, per esempio, confonde la gestione a breve con quella corrente, mentre quest’ultima significa “continua nel tempo”, cioè proprio il contrario del hic et nunc”.


Effettuando l’auto-diagnosi con Adi Web, l’impresa raggiunge un duplice obiettivo: verificare nel tempo se si mantiene equilibrata durante il suo trend di crescita, definendo, e poi monitorando non solo gli obiettivi di carattere economico, ma anche il corretto rapporto di indebitamento e la struttura patrimoniale ottimale; controllare costantemente l’esistenza di uno scoring ottimale dal punto di vista di Basilea 2, garantendosi l’accesso al credito a condizioni favorevoli.

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