L’India diretta da 2,5 a 4 G

Il nuovo ministro per l’It e le comunicazioni suggerisce un passaggio diretto alla quarta generazione, senza fermarsi al 3G. Questione di tecnologia, ma anche di impatto sociale.

31 maggio 2004 La questione è a metà strada tra politica e tecnologia.
In India, in questo momento, telefonia mobile vuol dire Gsm, vuol dire Gprs, vuol dire Cdma.
Ma non vuol dire 3G.
E forse non lo dirà mai.
Perché nel paese il nuovo ministro per l’It e le comunicazioni Dayanidhi Maran sta seriamente pensando a saltare a piè pari verso il 4G, sulla scorta di una serie di considerazioni a cavallo tra la tecnologia e il sociale.
Nella sostanza, il ministro sostiene che in questa fase i servizi di terza generazione sono sicuramente evoluti, ma non hanno ancora dimostrato la loro efficacia in termini di costo. Vale allora la pena di pensare a un salto di generazione completo, magari con l’obiettivo per il Paese di giocare un ruolo da protagonista grazie ai propri skill.
Del resto, sostiene sempre il ministro, in
questo momento ci sono intere zone del Paese non ancora raggiunte dai servizi di
telefonia. Meglio allora pensare a una tecnologia davvero in grado di arrivare
alle masse, per poi spingere l’innovazione dopo aver garantito a tutti l’accesso
ai servizi di base.

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