Ibm compra Sequent

Confermando le indiscrezioni uscite nei giorni scorsi, Big Blue ha deciso di potenziare la propria offerta sistemistica, integrando un’azienda ch potarta portare in dote soprattutto il know-how nella tecnologia Numa.

Superando un certo scetticismo, seguito alla fuoruscita delle prime
indiscrezioni (si veda,
x-link
Incontri ravvicinati… ; 000; A; 29-06-1999
x-fine-link
), Ibm ha effettivamente acquisito Sequent, per un cifra di 810 milioni di
dollari, che sarà regolata in contanti. Lo scetticismo era dovuto al fatto
che, secondo alcuni analisti, Big Blue non avrebbe avuto molto da
guadagnare dall’operazione, visto che già esistevano aree di collaborazion
e
fra le due aziende. In realtà le cose non stanno proprio così. Sequent p

portare in dote il know-how maturato sulla tecnologia Numa (Non Uniform
Memory Access), che va a coprire un gap nell’offerta server della casa di
Armonk. In particolare, si colma il divario che oggi esiste fra i Netfinity
(macchine Intel a quattro vie) e i sistemi più grandi, dagli As/400 agli
S/390. I server Numa di Sequent, infatti, girano sotto Windows Nt, ma sono
già in grado di scalare fino a 64 processori e l’intento è di arrivare a
256. Ibm ha fatto capire di attribuire un ruolo rilevante a questi prodotti
midrange, nell’ambito della propria strategia e-business e i programmi
prevedono di attribuirvi una certa quota di forza-vendita e canale
indiretto di supporto. Una volta completata l’operazione, Ibm rivenderà da
subito i sistemi Numa-Q 1000 e 2000, incurante del fatto che vi possa
essere forse qualche sovrapposizione con i propri sistemi Rs/6000. Verrà
sviluppato anche del middleware specifico per supportare i server Sequent.
Dal punto di vista software, appare importante anche l’integrazione di
NumaCenter, che consente di far girare simultaneamente applicazione Unix e
Nt sullo stesso server, potendo anche condividere dati.
Al di là di questo, c’è in ballo anche una fetta importante del futuro d
i
Unix. Entrambe le aziende, infatti, sono impegnate nel progetto Monterey,
insieme a Sco e, in posizione più defilata, a Compaq. Dall’unione delle
forze e delle attuali competenze dovrebbe scaturire uno Unix di nuova
gneerazione, a 64 bit, per il supporto dell’architettura Intel Ia-64. Se
Sco rimane fortemente radicata nel mondo Intel e conta su una consistente
base installata, Ibm assumerà ora nell’intesa un peso certamente
preponderante. Alla lunga, in sostanza, l’obiettivo di Big Blue diventa
quello di controllare anche la massa di utenti Sco, agevolandone la
transizione verso Monterey.
Per Sequent, la resa corrisponde alla consapevolezza di non possedere la
massa critica necessaria a sostenere i progetti nella quale si era
impegnata. D’altra parte, a fronte di una tecnologia dal valore comprovato,
l’azienda aveva dovuto registrare perdite per 52,5 milioni di dollari nel
1998, su un fatturato di 784,2 milioni. L’organico attuale è di circa 2.50
0
persone e non sono apparentemente attesi tagli futuri.

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