Un tedesco, due francesi, tre italiani: tre storie, quali analogie?
25 settembre 2003 Ci sono un tedesco, un francese e un italiano che…
Quante storielle amene della nostra infanzia iniziavano così.
Come spesso accade, per quella strana voglia che il destino ha di far incrociare i nostri ricordi con il paradosso della realtà, situazioni che sono sempre state presenti solo nel nostro immaginario di colpo ci si materializzano di fronte.
C’è un tedesco che si chiama Panke Helmut, che di lavoro fa il presidente della Bmw, e che a novembre entrerà a far parte del consiglio di amministrazione di Microsoft.
Che c’entra un “automobilistico” con l’informatica? Forse più di qualcosa, se pensiamo che la sua società, nel frattempo, ha anche ingaggiato un saldo rapporto con Ibm, che le consentirà di sviluppare assieme al colosso informatico i propri nuovi modelli.
Un affarone per entrambe, consce del fatto che il 90% delle innovazioni sulle automobili riguardano solo elettronica e software (le quattro ruote le hanno inventate già da un po’) e che i costi di questi componenti peseranno per la metà del costo complessivo di un modello entro il 2010.
C’è un francese, anzi ce ne sono due, Chiraq Jacques e Raffarin Jean Pierre, che di lavoro fanno il presidente e il primo ministro francese, che un giorno si sono accorti che un’azienda transalpina, tale Alstom (mica poco tale, poi, data la sua ramificazione produttiva nel settore trasporti mondiale) aveva 5 miliardi di euro di debiti.
Alla faccia del principio di integrità che dovrebbe valere in Europa, sono andati da Mario Monti e Romano Prodi e hanno detto: “noi, Stato francese, ripianiamo il debito, chiaro?”, salvando, per giunta, un po’ di posti di lavoro. E rinfrescando così la consolidata tradizione di salvataggio “à la parisienne”, che mantenne in piedi la Bull e France Telecom. La Alstom, tra le altre cose, acquistò tempo fa la Fiat Ferroviaria.
C’è un italiano. Anzi, ce ne sono tre, Berlusconi Silvio, Tremonti Giulio e Agnelli Umberto, che di lavoro si sa quello che fanno. E poi c’è la tecnologia applicata alle quattro ruote: la Panda.
Call all of them, baby?
