Il test di tre modelli entry level che rappresentano un buon compromesso fra i costi da sostenere e le esigenze professionali di imaging
giugno 2003 Il formato da 19” è molto discusso: alcuni lo
trovano troppo ingombrante e altri ritengono che non vada bene per le applicazioni
professionali. La verità, come al solito, sta nel mezzo. In passato la
sequenza dei formati passava da 17” a 20” o 21” con il prezzo
che raddoppiava. Il 19” fu creato per colmare questa lacuna, offrendo un
monitor dall’area visiva superiore a un 17” a un prezzo molto più
contenuto di un 20 o 21”. Oggi come in passato esistono dei 19” economici
che costano meno di un 17” di marca.
Un 19″ a confronto con un 17” o un
20”
Un 19” ha un superficie visiva di circa 155 pollici quadrati, più
o meno il 35 per cento in più rispetto a un 17 pollici. Un 20”
ha un’area visiva di 170 pollici quadrati, appena il 10 per cento in più
rispetto a un 19”.
Le dimensioni esterne però variano notevolmente: un 19” è
appena di qualche centimetro più grande rispetto al formato inferiore
di profondità, il parametro più importante da tenere da conto
nel posizionamento su una scrivania. I 19” di ultima generazione supportano
risoluzione elevate, dell’ordine di 1.920 x 1.440 punti. I produttori
evidenziano questo punto per differenziare il loro prodotto ma nella realtà
ha poco valore. Lavorare a queste definizioni su uno schermo da 19” è
impossibile, le immagini sarebbero troppo compresse, con perdita dei dettagli,
e il testo sarebbe così piccolo da risultare quasi illeggibile.
La risoluzione ottimale di un 19” è di 1.280 x 1.024 punti,
se si vuole lavorare con risoluzioni superiori è consigliabile il passaggio
a un formato più grande come il 21”. Molto più importante
invece è la frequenza di refresh supportata. Aumentando
la dimensione dello schermo aumenta la strada che il pennello elettronico deve
percorrere per disegnare l’immagine. Se in un monitor da 17” un
refresh rate di 85 Hz alla risoluzione di 1.024 x 768 punti è sufficiente
per avere immagini prive di sfarfallio lo stesso potrebbe non accadere con un
monitor da 19” o più grande. La cosa peggiora aumentando la risoluzione.
È importante quindi che i monitor di grandi dimensioni siano in grado
di supportare elevate frequenze di refresh alle alte risoluzioni, almeno 100
Hz a 1.280 x 1.024 punti nel caso di un 19”.
Il vantaggio dello schermo piatto
Lo schermo piatto è una funzionalità che si è affermata
nei monitor di fascia alta. Quali sono i vantaggi di una superficie visiva completamente
piana? La cosa migliore per rendersene conto è di appoggiare un foglio
di carta millimetrata sul vetro di un monitor. Su uno schermo piatto le linee
appariranno dritte, su uno schermo FST (Flat Square Tube, nonostante
il nome non è perfettamente piatto ma ha una leggera curvatura sul piano
orizzontale) avranno un andamento curvilineo, quasi inavvertibile per il ridotto
angolo di curvatura.
Gli schermi completamente piatti inoltre riflettono di meno la luce che proviene
da una fonte perpendicolare, tipo le lampade del soffitto. Il fenomeno è
conosciuto come glare (in inglese abbagliamento o riverbero),
la luce che arriva da fonti esterne interferisce con la luce emessa dal monitor
provocando uno degradamento dell’immagine.





