Guai in vista per i tool di integrazione

I prodotti oggi in circolazione rischiano l’invecchiamento precoce se dovesse prendere piede un mercato di servizi Web focalizzati sulle nuove tecnologie. L’avvertenza arriva dagli specialisti di ZapThink.

18 aprile 2003 Un nuovo rapporto pubblicato dalla società di analisi ZapThink sostiene che la possibile nascita di un mercato di servizi Web focalizzati sulle nuove tecnologie per il business process, rischia di far diventare obsoleti gli attuali prodotti per l’integrazione delle applicazioni. Secondo lo studio, il valore dei tool di processo erogati come servizio è destinato a esplodere nei prossimi cinque anni, raggiungendo gli 8,3 miliardi di dollari contro gli attuali 20 milioni.

Un’architettura service oriented offre l’opportunità di realizzare sistemi software complessi in cui le informazioni possono essere facilmente condivise tra diverse applicazioni e risorse dati. In alternativa ai collegamenti predefiniti tra queste applicazioni, una architettura service oriented sfrutta meccanismi più flessibili, come il linguaggio Xml e i Wweb services. Il vantaggio di questa forma di interconnessione “a maglia larga” è che un’eventuale modifica di un modulo software collegato non provoca ripercussioni negative sull’intero sistema.
Questo approccio alternativo potrebbe mettere nei guai le aziende concentrate sull’aspetto dell’Enterprise application integration. Il tradizionale middleware integrativo estrae le informazioni da un software e le trasferisce in un altro.
Secondo ZapThink, gli sviluppatori dell’Eai cercano di dare una risposta mirata a un problema reale, ma presto la diffusione dei Web services potrebbe far passare questo problema in secondo piano. Il mondo dell’Eai risponde cercando di estendere le proprie piattaforme ai protocolli dei Web service e alcuni hanno introdotto strumenti per il modellamento dei processi di business, ma un eventuale successo di una strategia service based metterebbe in difficoltà i fornitori di Eai puro. Lo studio elenca una serie di standard che riguardano direttamente i servizi “di processo”, come il Business Process Execution Language for Web Services, il Business Process Modeling Language e la Web Service Choreography Interface, tutti al centro di diverse controversie tra proponenti e enti certificatori.

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