Nuovi paradigmi per un canale al punto di svolta?

Da Channels 2003, l’introduzione di Maurizio Cuzari. Uno scenario che lascia presagire la necessità di un cambiamento e di una reazione.

12 marzo 2003 Non ha sciorinato cifre, ma sensazioni. Aprendo i
lavori di “Channels 2003 – I driver della ripresa e il ruolo delle terze
parti
”, Maurizio Cuzari ha evitato di ribadire le cifre
del rallentamento (del resto ampiamente raccontate non più di un mese fa durante
un altro incontro), soprattutto in assenza di segnali di un qualche
significativo cambiamento.
Ma non ha evitato le prime tirate d’orecchie:
Non facciamo squadra – ha sottolineato con forza -. Valiamo 50
miliardi di euro ma non facciamo ecosistema, non riusciamo a farci percepire
come componente strategica.Per di più siamo anche rei di un eccessivo
asservimento a esempi, modelli e fantasie che vengono dall’estero
”.
Ciò
non toglie che il momento sia difficile, con il decremento confermato, la fatica
confermata, le conseguenze della bolla scoppiata e del conflitto che incombe.

Ed è qui che il tono di Cuzari si fa provocatorio
all’estremo: “Mors tua vita mea. In questo momento per le aziende l’unica
via di uscita è picchiare duro su chi sta perdendo. Per guadagnare terreno,
visibilità e credibilità
”.
Ma dopo le provocazioni, i toni tornano di
nuovo analitici. E si torna a parlare di concentrazione, di una convergenza non
ancora reale con le tlc, della saturazione di un mercato che quasi vive di
sostituzione, di un segmento business ancora trainante a fronte di un consumer
che zoppica. E soprattutto di un canale.
Di un canale che
forse è il momento di non chiamare più tale, o forse di non considerare più
aprioristicamente. Perché forse è il momento di rendersi conto che qualche
paradigma è cambiato e che “i clienti stanno cercando buoni fornitori, non
partner
”.


Nei prossimi giorni riporteremo gli altri interventi di Channels
2003
 

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