Anche per la casa soluzioni e non prodotti

27 gennaio 2003 La famiglia italiana si sta trasformando in e-family. Zitta, zitta mentre tutti pensavano che anche in questo settore il ritardo tecnologico fosse ampio, la famiglia Rossi ha continuato ad acquistare pc (non parliamo dei cellari) e oggi …

27 gennaio 2003 La famiglia italiana si sta trasformando in e-family. Zitta, zitta mentre tutti pensavano che anche in questo settore il ritardo tecnologico fosse ampio, la famiglia Rossi ha continuato ad acquistare pc (non parliamo dei cellari) e oggi si trova pienamente in linea con i principali Paesi europei. E’questo il principale risultato dell’indagine realizzata da Niche Consulting per Federcomin-Anie che stima al 158% la penetrazione del cellulare contro il 121% dell’Europa. Ma non ci siamo fermati al telefonino. Il pc arriva al 46% contro il 45% di penetrazione media in Francia, Germania e Gran Bretagna, il collegamento a Internet arriva al 29% contro il 37%, le console per videogiochi al 23% contro il 28% e la pay tv al 21 rispetto al 27%.

Fra i prodotti l’incremento maggiore arriva dalla banda larga (che prima era praticamente a zero) aumentata nell’ultimo anno del 335%. Al secondo posto si conferma il boom del Dvd con l’87% seguito da pay tv con il 28% (l’effetto delle nuove smart card anti pirateria?), il 14% del pc, il 12% di Internet, il 9% delle console e il 7% dei cellulari un mercato ormai maturo in attesa dell’arrivo del 3G. Non esiste più grande divario fra centro-nord e sud, le donne (a parte quel 25% di casalinghe) smanettano sul pc come gli uomini e poco cambia fra metropoli e provincia.
“Il gap sul territorio è ormai estremamente ridotto” conferma il presidente di Federcomin Alberto Tripi. Una divario importante rimane però fra l’utilizzo del pc e Internet. A differenza di quanto succede negli Stati Uniti in Italia computer non si traduce ancora con Internet. La rete rimane infatti la terza motivazione d’acquisto del pc e il 45% degli utilizzatori di un personal computer non utilizza l’online. Note dolenti arrivano anche dal mondo della scuola. L’indagine in un 30% gli studenti che hanno accesso a un pc. Secondo Giancarlo Lizzeri, amministratore delegato di Niche Consulting, una particolarità emerge dall’indagine.

Anche il consumer è venuto il momento delle soluzioni al posto dei vecchi prodotti. I rivenditori dovrebbero puntare non solo sul pc a prezzo scontato ma nelle loro vetrine espore anche qualche offerta per collegare in rete i personal oltre a soluzioni per la sicurezza della casa, home theater, home office o per il monitoraggio delle persone (bambini, anziani, handicappati) all’interno delle mura casalinghe. Per fare entrare queste soluzioni nelle case, però, l’ostacolo più grosso è rappresentato proprio dagli edifici. “La casa italiana è ostile all’innovazione”, sostiene Lizzeri. Gli edifici italiani hanno un’anzianità media di 44 anni, il rinnovo del parco abitativo non supera il 2% annuo e la mobilità delle famiglie è molto bassa. Se negli Stati Uniti ci si sposta con frequenza durante l’arco della propria vita in Italia nella stessa casa ci si sta mediamente per 25 anni. L’ostacolo diventa così infrastrutturale con la tecnologia pronta a entrare nelle abitazioni e a sviluppare le applicazioni di domotica ma con le case che non sono pronte ad accoglierla. Un problema non da poco visto che secondo Niche “La tecnologia fa aumentare il valore della casa”.

Per arrivare a un pieno sviluppo, anche da questo punto di vista, è necessario però che l’hi tech si integri con il design e gli arredi. Un concetto ribadito da Renzo Tani, presidente dell’Anie, secondo il quale “E’ matura l’integrazione fra le diverse tecnologie domestiche”. Magari è venuto il momento di fare due chiacchiere con il negoziante che vende arredamenti visto che Lizzeri sostiene che “Anche dal punto di vista dei canali distributivi bisogna fare qualche riflessione”.

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