Propositi per il 2003. Recuperare efficienza con la storage consolidation

L’annosa necessità di mettere ordine negli archivi dati, spesso induce a rivedere le tecnologie, le architetture e le soluzioni gestionali implementate. Tutto questo è possibile seguendo criteri di interoperabilità, semplificazione, massimizzazione del Roi e miglioramento dei processi.

Dopo il periodo di grande crescita che ha visto lo storage evolvere da commodity a risorsa strategica, è ora tempo di razionalizzazione anche per il settore della memorizzazione dei dati.


La necessità di rendere le informazioni sempre disponibili e di utilizzarle al meglio, ma anche la spinta a risparmiare sui costi indotta dall’attuale crisi del mercato, induce i responsabili aziendali a sfruttare nella piena potenzialità le risorse di cui dispongono o a fare investimenti che concorrano alla semplificazione e al migliore utilizzo delle stesse. L’interazione tra dispositivi di vendor differenti è, in questo scenario, uno degli obiettivi primari perseguiti.


Per lo storage si va configurando un processo analogo a quello che si è verificato nel campo del networking, in cui, dopo un periodo di sviluppo tecnologico indirizzato a migliorare le prestazioni di apparati e delle tecnologie di interconnessione, si è avviato un processo di razionalizzazione e recupero di efficienza, con la messa a punto di nuovi tool gestionali e il consolidamento delle risorse multivendor.


Il concetto di consolidamento, insomma, viene applicato, ciclicamente, alle risorse It critiche: ecco spiegato perchè, sempre più spesso, lo si trova riferito allo storage.

Dal "direct attach" alla San


Il successo dello storage ha generato, nel tempo, una serie di dispositivi eterogenei in azienda, alimentato anche dalla moltiplicazione dei server, ognuno gestito con un tool particolare. Come è successo per i server e per altri dispositivi, ci si è spesso trovati in situazioni in cui la gestione delle risorse era fatta male o costosa. Il primo passo verso un’organizzazione più efficiente delle risorse di storage si è indirizzato a rendere più flessibile l’accesso allo storage dei server.


I primi tentativi di storage consolidation si sono, dunque, avuti attraverso l’adozione di sistemi multipiattaforma, che permettevano di collegare lo storage al server utilizzando diverse modalità di attacco quali, per esempio, Scsi, Ultra Scsi, Escon o Fibre Channel.


Rispetto a una soluzione Das tradizionale, l’uso di soluzioni multipiattaforma permetteva di allocare risorse dinamicamente spostando, per esempio, uno storage precedentemente associato a un server Scsi a uno Fibre Channel. Questo primo step dava risposta in un periodo in cui ancora non si era affermata una tecnologia standard per la connessione dei server.


Negli ultimi due anni si sono consolidate le tecnologie di interconnessione attorno a Fibre Channel (oggi tutti i server sono abilitati per un collegamento Fc) e attualmente il modo più utilizzato per fare storage consolidation è quello di implementare una Storage area network (San), ovvero una rete dedicata su cui sono presenti server che hanno la possibilità potenziale di accedere a tutte le risorse storage presenti.


Una San offre benefici in termini di gestione, mettendo a disposizione uno storage unificato caratterizzato da un set di tool omogenei e la possibilità di assegnare dinamicamente le risorse nel tempo. Il consolidamento di questo tipo permette di affrontare in modo più efficace le tematiche di protezione dati, poiché la loro replica in ambiente eterogeneo (con tool proprietari) sarebbe un processo troppo costoso e complesso, mentre in una San è possibile, per esempio, effettuare la data protection dello storage di vendor diversi su un’unica libreria a nastri. Inoltre la presenza di storage omogeneo permette di affrontare meglio le tematiche di disaster recovery, dato che nel caso di remotizzazione dei dati su un’altra San, a tutt’oggi, ogni storage server di uno specifico vendor usa metodologie di collegamento remoto diverse dagli altri.

La virtualizzazione logica


L’affermarsi delle San ha portato a un processo di standardizzazione e miglioramento delle modalità di interconnessione dei dispositivi.


Tuttavia questa interconnessione è, di fatto, ancora abbastanza rigida. La riconfigurazione della San per l’aggiunta o lo spostamento dei vari dispositivi, costituisce un’attività che può essere "disrupting" nei confronti dell’applicazione.


Un miglioramento lo si ottiene con l’introduzione di tecniche di virtualizzazione. In assenza di soluzioni di questo tipo, infatti, ogni server possiede ancora i propri storage e la suddivisione logica può avvenire solo all’interno di una stessa risorsa di memorizzazione allocata a un server.


La virtualizzazione rappresenta, invece, il passo successivo verso la migliore fruibilità delle risorse di memorizzazione, consentendo di rendere omogenea la gestione dello storage e di disaccoppiare l’attività dell’applicazione da quella del device presente sulla San. La virtualizzazione è interpretabile in un’ottica di storage consolidation poiché permette di sfruttare potenzialità insite in una San che restano spesso inutilizzate, quali l’allocazione su base logica delle risorse, grazie alla quale un application server può utilizzare "pezzi" di storage distribuiti e gestirli come un’unica entità. Lo storage virtualizzato, quindi, può essere aggregato logicamente in pool di storage ad alte prestazioni e disponibilità oppure di tipo "low cost" e usufruire di livelli di servizio assegnati sulla base di opportune policy.

L’intelligenza in rete


Un ulteriore passo in avanti nel processo di semplificazione e consolidamento è associato alle iniziative rivolte alla standardizzazione dell’interfaccia per la gestione. All’interno di Snia è in fase di realizzazione l’iniziativa Blufin (ora denominata Smi, acronimo di Storage management iniziative) per il supporto dello standard Cim, un protocollo di comunicazione indirizzato ai dispositivi per la memorizzazione dei dati.


Il supporto di questo protocollo su dispositivi di diversi vendor permetterà di definire un dispositivo in termine logico e non fisico e quindi di poter realizzare un software in grado di gestire più dispositivi indipendentemente da chi li ha realizzati, in modo analogo a quanto succede sulle reti di telecomunicazione.


La prossima "fase evolutiva" su cui si sta concentrando l’attenzione riguarda la possibilità di spostare un po’ dell’intelligenza che oggi risiede nello storage server, sulla rete. Ciò consentirebbe di portare, per esempio, le funzioni di copia remota dei dati che oggi sono diverse per ogni storage server a livello di "virtualization engine" e usare questo engine per fare copie remote, locali e così via, omogeneizzando le procedure di tipo gestionale.

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