Come una fusione impone Tco e facility management

Dalla Campania al Piemonte solo andata “overnight”: la storia del trasferimento del Ced del Banco di Napoli in quello di Sanpaolo Imi

L’obiettivo di migliorare i livelli di competitività in uno scenario bancario in evoluzione sta spingendo gli istituti di credito a intraprendere azioni volte alla riduzione dei costi, all’espansione dei canali di distribuzione, allo sviluppo di nuovi prodotti bancari. Nel corso del 2000 il Banco di Napoli è entrato a far parte del gruppo Sanpaolo Imi. È partito, quindi, un progetto di integrazione organizzativa che, per quanto riguarda il facility management, prevedeva di specializzare le strutture con riduzione dei costi e ottimizzazione nell’utilizzo delle risorse. Per i sistemi centrali è stato deciso di concentrare la struttura hardware dell’intero gruppo, presso il centro di Moncalieri (praticamente, Torino) di Sanpaolo Imi.

Il trasferimento del centro
A metà del 2001 l’istituto di credito ha effettuato il consolidamento dei sistemi elaborativi centrali, attraverso il trasferimento da Napoli a Torino del centro elaborazione dati del Banco. Il gruppo di lavoro congiunto Banco di Napoli e Sanpaolo Imi ha proceduto alla definizione degli obiettivi del progetto e all’analisi delle tecnologie disponibili sul mercato che potessero soddisfarli. Considerando la distanza significativa fra le due locazioni interessate (circa mille chilometri) e la dimensione del centro (circa 3.000 Mips di potenza elaborativa, 10 Tb di dati su disco, e nastroteca automatizzata contenente altri circa 28 Tb di dati), il progetto aveva specifiche estremamente esigenti:
– i tempi di riattivazione delle applicazioni dovevano essere estremamente brevi;
– nel caso fossero emersi problemi durante le operazioni di trasloco doveva essere possibile far ripartire il carico elaborativo a Napoli, le prove delle procedure di trasferimento dovevano potersi effettuare con la massima libertà.
– bisognava limitare al massimo gli impatti sui servizi, sulla clientela, e sulle strutture operative senza alterare le normali procedure batch e Tp.
Ibm ha proposto una soluzione comprensiva di tutto l’hardware e di tutti i servizi necessari per il “moving”. Per poter soddisfare i requisiti del progetto è stato necessario utilizzare le tecnologie e le soluzioni più avanzate oggi disponibili.
Per lo spostamento degli elaboratori centrali è stata proposta una soluzione basata sulla famiglia di Serventi Ibm zSeries 900; grazie alla possibilità di variare dinamicamente la configurazione delle macchine, il cliente ha potuto acquisire esattamente la potenza elaborativa necessaria nelle varie fasi dell’operazione e nelle varie locazioni, senza necessità di dover sovradimensionare l’infrastruttura.
Per quanto riguarda i dati su disco, gli obiettivi e le specifiche di progetto hanno richiesto una soluzione basata sulla copia in tempo reale dei dati via rete da Napoli a Torino. Ibm ha offerto una soluzione basata sui sottosistemi dischi Enterprise storage server e sulla tecnologia di replica dei dati asincrona Xrc (eXtended Remote Copy). Grazie alla modalità con cui è eseguita la replica, attraverso un componente software intelligente, è stato possibile garantire il raggiungimento degli obiettivi del progetto limitando il dimensionamento dell’infrastruttura di rete. La tecnologia di replica dei dati sincrona Ibm Pprc (Peer to Peer Remote Copy) è stata invece proposta per ottenere una terza copia di dati da utilizzare per poter eseguire con la massima libertà le prove delle procedure di trasloco. Per il trasferimento dei dati su nastro, infine, è stata usata una soluzione basata sulla tecnologia Ibm Magstar Peer-to-Peer Virtual Tape Server, che attraverso l’interconnessione di due sottosistemi nastri consente di duplicare il contenuto di una libreria. È stata così ottenuta una seconda copia della nastroteca da utilizzare per l’attivazione delle applicazioni a Torino, mentre la prima, lasciata a Napoli, avrebbe consentito la ripartenza in caso di problemi.
Il Banco di Napoli è riuscito a ruotare il proprio carico elaborativo da Napoli a Torino in circa un’ora di tempo, e a completare nell’arco di un fine settimana tutte le operazioni di “moving”. Il tutto con la garanzia che, se fosse emerso qualche problema prima della chiusura delle attività, anche dopo l’esecuzione delle elaborazioni a Torino, sarebbe comunque stato possibile far partire nuovamente le applicazioni nel Ced di Napoli. L’utilizzo della tecnologia Xrc ha consentito di mantenere in vita in tutte le fasi del progetto la struttura per l’alta disponibilità delle applicazioni del Banco di Napoli, con dati critici su disco disponibili in due diverse locazioni fisiche.

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