Gli associati alla catena riuniti a Milano per tre giorni per prendere contatto con vendor e distributori. L’Information technology ora è strategica
15 ottobre 2002 La Grande distribuzione guarda con sempre maggiore interesse al mondo It. E la faccenda non sembra dettata dal Natale in arrivo ma è strategica. D’ora in poi bisognerà fare i conti anche con loro. Dov’è la novità, si chiederà qualcuno. Pc e stampanti già si vendevano nei punti vendita di grandi dimensioni. E’ vero ma quando sbarca in Italia una catena come Pc City, la prima per l’It in Europa, e Euronics decide di convocare a Milano per tre giorni i suoi associati per parlare di information technology forse significa che qualcosa per il mondo consumer sta cambiando.
A Milano, in una sorta di piccola fiera con tanto di stand di vendor e distributori allestita per l’occasione, la catena ha annunciato ai soci di avere concluso accordi con distributori come Actebis, Esprinet, Cdc e Opengate e vendor come Acer, Aashima, Canon, Epson, Jujitsu Siemens e Hp per la fornitura di prodotti agli associati. L’accordo con i big dell’It ha portato alla modifica della precedente intesa con Cdc. Fino a oggi, infatti, alcuni punti vendita Euronics ospitavano i Compy del distributore toscano. Una convivenza un po’ sofferta che causava un mix di marchi poco gradito al vertice della catena. Per questo, il nuovo accordo prevede la chiusura dei Compy presenti all’interno di Euronics e una collaborazione molto più flessibile rispetto alla rigidità del franchising che riserva a Cdc un ruolo che va oltre la semplice fornitura di prodotti per arrivare fino all’assistenza e alla formazione del personale dei punti vendita. Al di là dell’accordo con Cdc, rimane per gli associati alla catena l’obbligo di avere un corner, circa il 10% dello spazio, dedicato all’informatica. Una scelta che può sembrare curiosa in un momento nel quale l’It è in affanno ma che il presidente di Euronics, Albino Sonato, giustifica anche con le cifre di Gfk che indicano uno spostamento della domanda consumer dai punti vendita classici alla Grande distribuzione che non a caso non soffre di diminuzione della domanda. Non sono previsti condizioni particolari per i soci di Euronics che possono comprare da qualsiasi distributore (anche se non rientra nell’accordo) ma che in questo modo non vedono conteggiata quella parte di fatturato ai fini della quantificazione della loro quota sociale. Caso unico in Italia, Euronics non è infatti una cooperativa, ma una SpA dove il peso dei soci dipende dal fatturato che realizzano con le aziende con le quali la catena ha concluso accordi di fornitura.





