La 12a edizione della nostra indagine su retribuzione e soddisfazione dei professionisti Ict ha evidenziato, quest’anno, una situazione meno brillante del 2001, che si concretizza in un calo percentuale di chi ha avuto un aumento dello stipendio. I dati delle retribuzioni a fondo pagina
Abbiamo messo lIct davanti allo specchio. È la dodicesima volta che "costringiamo" i nostri lettori, rappresentanti del mondo dellinformatica e delle telecomunicazioni in Italia, a tracciare il proprio identikit professionale ed economico con liniziativa "Gente dellinformatica". E, proprio come davanti a uno specchio, i lettori che hanno compilato i nostri questionari ci hanno restituito un volto un po diverso da quello dalle attese, nel quale possiamo scoprire trend non immaginati. Questanno, abbiamo voluto inserire nuove figure professionali, come il security manager, che obiettivamente, come si evince dalle tabelle, hanno ottenuto poche risposte, a testimonianza, forse, di quanto certe figure innovative siano ancora poco presenti nelle aziende e tra i nostri lettori, mentre si riconferma la figura dellEdp manager o del Cio (Chief information officer), per dirla allinternazionale, la figura più presente: anche questanno, infatti, ha rappresentato quasi il 40% del totale del campione.
Quindi, con il contributo decisivo di chi ha compilato il nostro questionario, e che ringraziamo, possiamo fornire una bussola per chi lavora nellInnovation and communication technology. Questo mondo lo troviamo, dopo un anno, abbastanza cambiato e un poco in crisi, ma con le preoccupazioni tipiche dei settori in crescita più che di quelli in declino. Le incertezze sugli investimenti e sulle aree applicative più che sulle tecnologie, i ripensamenti sui ruoli dellIt in azienda che spingono a ridefinirne le responsabilità e i rapporti verso gli utenti interni ed esterni sono, infatti, i principali temi che impegnano o preoccupano chi lavora oggi nel settore Ict.
La soddisfazione nel lavoro
Del resto, basta guardare cosa pensa la "Gente dellinformatica" del posto che occupa attualmente, in termini professionali e di stipendio. I nostri lettori sono, infatti, abbastanza soddisfatti della posizione che occupano. Un quarto del totale dichiara un gradimento "alto" e oltre il 61% uno "medio". Più contenti della media sono le funzioni di capo centro, capo progetto, marketing e commerciale, tutte sopra il 40% delle risposte "alte". Si sentono invece un po sacrificate due professioni storiche dellinformatica: gli analisti-programmatori e gli esperti di database/software di base.
Meno polarizzata rispetto alla domanda precedente è la gerarchia dei motivi di soddisfazione per il ruolo che occupano oggi in azienda. La preferenza maggiore (34% in media) è data alla "posizione", meno alla retribuzione (circa il 18% delle risposte) e ancor meno alla sicurezza del proprio posto di lavoro, che raccoglie poco più del 15% dei consensi.
Se confrontiamo queste medie con i valori espressi dai singoli profili professionali, possiamo vedere che gli Edp manager, i responsabili del centro di calcolo o del sistema informativo attribuiscono alla "posizione" molto più valore della media. Più soddisfatti dello stipendio sono, invece, i security manager e gli analisti rispetto ai loro colleghi.
I livelli di stipendio
Senza particolari picchi risulta, invece, la distribuzione delle retribuzioni nette annue fra i vari livelli proposti nel questionario. Su questo dato, oltre alla maggiore quantità di voci, influiscono in modo importante gli anni di anzianità nel ruolo e le dimensioni dellazienda in cui si lavora. In ogni caso, praticamente la metà (esattamente il 51,3%) delle persone che hanno risposto a questa domanda guadagna, netti in un anno, da 25mila euro in giù. Poco più di un quarto si colloca tra 25 e 40mila euro e il resto (il 23%) guadagna di più. Questanno, avendo un po cambiato le figure rispetto agli anni passati, non è possibile fare un diretto confronto dei dati. Tuttavia possiamo ricordare che se nel 2001 il 47% delle figure allora interpellate ha dichiarato un aumento dello stipendio, nelledizione 2002 questa media si è abbassata notevolmente ed è scesa sotto il 40%. Per cui è evidente il ridimensionamento apportato dallo scoppio della bolla speculativa di Internet, che ha costretto molte start up a chiudere e a rimettere sul mercato, con stipendi notevolmente ridimensionati, molte figure chiave dellIt. E, infatti, è salita al 58% la quota di chi dichiara di non aver avuto alcuna variazione della retribuzione. Tra tutti coloro che hanno denunciato un incremento, il 58% ha ricevuto un aumento di stipendio vero e proprio e il 21% circa perché ha cambiato mansione. Il resto ha tratto un vantaggio anche economico passando, invece, a unaltra azienda.
Il nostro sondaggio, a proposito della mobilità, segnala una tendenza prevalente alla stabilità. Più della metà delle persone non ha, infatti, mai lasciato lazienda negli ultimi dieci anni e solo il 5% nello stesso lasso di tempo ha cambiato più di quattro volte posto di lavoro. Siamo in presenza di una certa mobilità (il 41% ha comunque cambiato in dieci anni datore di lavoro, sia pure meno di quattro volte), moderata però da una consistente maggioranza di persone che trovano sufficienti motivi per restare nella stessa azienda anche per periodi piuttosto lunghi.
Questo in media, ma ci sono notevoli eccezioni ed è difficile trovare lo stesso comportamento in ogni funzione. Molto più mobili risultano, ad esempio, marketing e commerciale, esperti di reti e telecomunicazioni, capi progetto e consulenti, mentre più "fermi" sono i capi centro, gli addetti ai personal computer o alle workstation. Il caso dei security manager poi (100% sempre nello stesso posto), è dovuto evidentemente più alla novità della funzione e quindi alla brevità dellimpiego in questo ruolo, che allassoluta fedeltà alla stessa azienda.
Come si trova lavoro
In ogni caso, al di là della stabilità o della mobilità, è interessante sapere come la "Gente dellinformatica" trova o cambia un posto di lavoro. Lo "strumento" più diffuso, quasi per tutte le qualifiche, è di gran lunga il passa parola fra i conoscenti. Con questo sistema il 54% di chi ha risposto ai questionari ha trovato lattuale impiego, in media, mentre il 23% ha consultato gli annunci sui quotidiani, quasi il 10% si è rivolto a società che operano selezione del personale, circa il 7% ha utilizzato i servizi presenti su Internet e il resto ha cercato fra le inserzioni delle riviste specializzate.
Anche su questo aspetto ci sono però forti scostamenti dalle medie. Così, Edp manager o analisti-programmatori ricorrono più di altri alle riviste specializzate, mentre gli esperti di reti hanno usato, naturalmente, Internet più della media, come pure hanno fatto gli esperti di software. Infine, se nella scelta di un capo centro o di un commerciale, contano molto di più i rapporti personali, i tecnici hardware o di assistenza e i security manager hanno avuto maggior fortuna con le inserzioni sui quotidiani. Se volessero cercare un nuovo posto di lavoro i nostri lettori ritengono determinante per il buon esito del nuovo impiego innanzi tutto lesperienza lavorativa acquisita. Su questo punto si è concentrato quasi l80% delle risposte, con punte superiori fra Edp manager, capi centro, consulenti e sviluppatori di applicazioni per pc/workstation. Al secondo posto per importanza sono indicate le proprie caratteristiche personali, con una media del 52,7%.
La formazione professionale e la specializzazione in un campo particolare, raccolgono, invece, meno della metà dei consensi e per la precisione il 46,3% e il 34,2%, rispettivamente. Sembra, quindi, che ci sia più fiducia nella propria personalità e nella propria esperienza che nelle competenze tecniche in senso stretto. Segnaliamo che anche su questi punti ci sono notevoli scostamenti dalla media nelle opinioni delle singole
Altre spinte al cambiamento
Sotto una relativa stabilità del posto di lavoro, covano però spinte forti verso il cambiamento. Spinte interne al mondo dellinformatica (ad esempio, quelle prodotte dalla diffusione crescente di Internet), o esterne, come la maggiore attenzione/controllo da parte del top management aziendale verso gli investimenti in tecnologie Ict. Senza parlare poi dei cambiamenti continui dei contenuti delle singole attività e la nascita di nuovi profili professionali. Vediamo cosa pensano i nostri lettori di questi fenomeni.
Internet sta modificando tutto
Oltre il 72% è daccordo nel considerare Internet come un fattore che ha cambiato molto il mondo dellIct. Limpatto è stato più o meno forte sulle diverse funzioni, ma cè consapevolezza da parte di tutti delle modifiche che Internet ha prodotto. Basta scorrere la tabella con le risposte alla domanda se "Internet ha cambiato i contenuti della funzione" per vedere come in nessuna attività prevalga il "no", anzi in alcune aree la Rete ha influenzato oltre l80% delle persone. Anche i cambiamenti attesi in futuro da chi ha risposto "sì" non sono marginali. Infatti, in media più del 55% delle persone ritiene che Internet produrrà nuove professioni o darà maggiori opportunità professionali.
Più convinti della media sono gli analisti-programmatori e gli esperti di database e software di base, chi lavora nelle reti e nelle telecomunicazioni e i tecnici hardware. Altri due gruppi di risposte, più meno equivalenti e intorno al 38%, sottolineano che Internet dovrà comunque entrare a far parte dellattuale bagaglio di conoscenze o che produrrà benefici effetti per laggiornamento della propria professione. Capi centro, security manager e tecnici hardware danno maggiore importanza al primo aspetto, mentre commerciali-marketing, e addetti pc/workstation pensano più allaggiornamento che si potrà trarre da Internet.
Un futuro tranquillo
In ogni caso, nessuno pensa che la propria mansione sparirà dal mercato Ict, anzi il 61,9% ritiene che le potenzialità occupazionali della propria posizione professionale resteranno immutate. Tuttavia, questa ampia fiducia in alcune funzioni è inferiore ed è comunque accompagnata dalla consapevolezza che cambieranno i contenuti delle varie attività (in media il 21,4% delle risposte) o che perderanno un po di mercato, anche se continueranno ad esistere (il 16,6%).
Queste certezze, sembrano essere sostenute anche dal grado di considerazione del top management aziendale verso le varie qualifiche. Infatti, anche su questo tema il 61,1% ritiene che la propria figura professionale sia vista come abbastanza strategica dalla direzione dellimpresa, il 22% ha un giudizio ancora più positivo e solo il restante 16,7% pensa di essere sottovalutato dal vertice aziendale.





