Raffaele Bianchetti – Tutte le note

[1] Bauman Z., Paura liquida, Laterza,
Roma-Bari, 2006; Castel R., L’insicurezza sociale, Che significa essere
protetti
, Einaudi, Torino, 2004; Giddens A., Le conseguenze della
modernità. Fiducia e rischio, sicurezza e pericolo
, Il Mulino, Bologna,
1994.

[2]
I progetti normativi degli ultimi anni sono in prevalenza indirizzati in tal
senso, pochissimo viene speso sul piano delle tematiche integrative, ovvero,
quantomeno, su quelle di una mera, semplice umanità. E ciò nonostante i
molteplici richiami nei confronti del nostro Paese da parte di Enti
internazionali, quali l’O.N.U. e il Consiglio d’Europa. Si vedano, tra molti, i
contributi diMazza O., Viganò F (a cura di), Misure urgenti in materia
di sicurezza pubblica (d.l. 23 maggio 2008, convertito in legge 24 luglio 2008,
n. 125)
, Giappichelli, Torino, 2008; Corbetta S., Della Bella A., Gatta
G.L. (a cura di), Sistema penale e sicurezza pubblica. Le riforme del 2009,
IPSOA, Milano, 2009; Pepino L., “Le migrazioni, il diritto, il nemico.
Considerazioni a margine della legge n. 94/2009
”, in Diritto,
Immigrazione e Cittadinanza
, 4, 2009; Furlan S., “La normativa sulla
cittadinanza italiana e le modifiche apportate dalla legge 15.7.2009 n. 94
”,
in Diritto, Immigrazione e Cittadinanza, 4, 2009; Renoldi C., “I
nuovi reati di ingresso e di permanenza illegale dello straniero nel territorio
dello Stato
”, in Diritto, Immigrazione e Cittadinanza, 4, 2009;
Della Rocca P.M., “Gli effetti collaterali del reato di presenza irregolare”,
in Diritto, Immigrazione e Cittadinanza, 4, 2009; Gatta G.L., “Aggravante
della ‘clandestinità’ (art. 61 n. 11-bis c.p.): uguaglianza calpestata
”, in
Riv. it. dir. e proc. pen., 2, 2009; Masera L., “Costituzionale il reato
di clandestinità, incostituzionale l’aggravante: le ragioni della Corte
costituzionale
”, in Diritto, Immigrazione e Cittadinanza, 3, 2010.

[3] Calvanese E., Media
e immigrazione tra stereotipi e pregiudizi. La rappresentazione dello straniero
nel racconto giornalistico
, FrancoAngeli, Milano, 2011, quarta di
copertina.

[4] L’Autore ricorda
come non si debba mai dimenticare lo straordinario potere suggestivo esercitato
dai mezzi di comunicazione di massa su di un’utenza frequentemente priva di
strumenti critici sufficienti, quanto meno idonei ad instillare il dubbio sulla
credibilità dell’informazione fornita.

[5] È una storia che
si ripete quella della concentrazione dell’interesse mediatico sulle tematiche
di problematicità e di conflittualità sociale, quali appunto, in modo
peculiare, quelle attinenti alla criminalità, e si è visto come in letteratura
si ritrovino osservazioni analoghe in ricerche precedentemente effettuate. Tra
molte si vedano Mansoui M., Noi stranieri d’Italia. Immigrazione e
mass-media
, Maria Pacini Fazzi, Lucca, 1990; Corte M., Stranieri e mass
media. Stampa, immigrazione e pedagogia interculturale
, CEDAM, Padova,
2002; Morcellini M, Binotto M., Bruno M., Lai V., Ricerca nazionale su
immigrazione e asilo nei media italiani, Sintesi del rapporto di ricerca
,
Sapienza Università di Roma, 2009, www.comunicazione.uniroma1.it

[6] “Per chi pensi
non ortodosso un procedere sui grandi numeri, posto che in questa stima restano
esclusi i 6.952 articoli nei quali manca l’informazione sulla nazionalità dei
rei, ricordiamo come la forza d’urto e l’impatto sul lettore avvengano proprio
in ragione della percussione costante delle notizie date, e quindi del continuo
reiterarsi di articoli aventi per protagonisti autori di reato stranieri.
D’altronde, anche se si voglia seguire la meno pragmatica, ma in astratto più
corretta, metodologia del rapporto percentuale, tale proporzione si attesta sul
24,67% di articoli dedicati a rei stranieri, a fronte di un 49,81% di pezzi con
protagonisti italiani; percentuali che si completano, nell’universo degli
articoli riservati alla commissione di reati, con un 25,52% di articoli nei
quali non si fa alcuna menzione della nazionalità dei protagonisti dei fatti
delittuosi raccontati dalle testate giornalistiche”. Calvanese E., op. cit.,
2011, p. 182.

[7] Le cui presenze
stimate – posto che, proprio per la loro posizione tendente a evitare limiti e
controlli, è impossibile pervenire a cifre certe – oscillano tra le 500.000 e
750.000 entità. Fonte dati Caritas/Migrantes, Dossier statistico
immigrazione 2007, 2008, 2009, 2010
, www.caritas.it.

[8] Nell’ambito
della Communication research la teoria dell’Agenda Setting si
caratterizza in quanto sostiene che le persone propenderebbero a far proprio,
ovvero a non conoscere, ciò che i media includono o escludono dalla
comunicazione, tendendo altresì a conferire all’oggetto della informazione
un’importanza direttamente correlata e proporzionata con l’enfasi con cui le
singole notizie vengono riportate. I media, secondo Schaw, forniscono
anche le categorie ove le informazioni possono essere classificate e
catalogate, nonché la gerarchia di importanza degli argomenti, attraverso la
presentazione di questi secondo profili più o meno alti e di effetto, potendo
inoltre addirittura penalizzarne la conoscenza tramite l’omissione. Vedi al riguardo Schaw, Agenda setting and Mass
Communication theory
, in Gazette (International Journal for Mass
Communication Studies
), vol. XXV, n.2,
1979.

[9] In tema di
realtà virtuale si veda, tra molti, l’interessante lavoro di Cheli E., La
realtà mediata. L’influenza dei mass media tra persuasione e costruzione
sociale della realtà
, FrancoAngeli, Milano, 2002.

[10] Tali
considerazioni trovano ulteriore supporto ove si rifletta sulle variazioni
dell’informazione negli anni e sulle ragioni sottendenti la decisione di
aumentare vieppiù in certi periodi, l’uscita dei ‘pezzi’ riguardanti la
criminalità degli stranieri, come nell’anno 2008. Circostanza questa che sembra
ancora una volta ricondurci ai non tanto imperscrutabili rapporti tra media
e politica e, più precisamente, alla necessità dei “potenti” di agevolare –
appunto con l’aumento nella collettività della paura e dell’allarme legato alla
pericolosità dei migranti -, consenso e aspettativa nei confronti delle leggi
restrittive allora in preparazione.

[11] Calvanese E., op.
cit
., 2011, p. 185

[12] Cfr. Barbagli
M., Immigrazione e sicurezza in Italia, Il Mulino, Bologna, 2008.

[13] Calvanese E., op.
cit
., 2011, p. 186

[14] Calvanese E., op.
cit
., 2011, p. 188

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