Lo sotiene la Cgia di Mestre che è giunta a tale cifra sottraendo dai 19 miliardi di tasse e contributi introdotti dal Governo Monti, i circa 13,6 miliardi di euro di alleggerimento fiscale che l’Esecutivo praticherà nel triennio considerato,
Mettendo a confronto gli
effetti economici che andranno ad aggravare il carico fiscale e
contributivo delle imprese con quelle, invece, che ne alleggeriranno il peso,
il saldo, nel triennio 2012-2014, sarà positivo: ovvero, le imprese
italiane si troveranno a pagare quasi 5,5 miliardi di euro in più. A questo
risultato è giunta la Cgia di Mestre che ha fatto questo calcolo
sottraendo dai 19 miliardi di tasse e contributi introdotti dal Governo Monti,
i circa 13,6 miliardi di euro di aleggerimento fiscale che
l’Esecutivo praticherà nel triennio considerato.
Le più penalizzate dal
pacchetto di misure introdotte dal Governo, fa sapere l’Associazione, saranno le micro
imprese: in particolar modo quelle senza dipendenti che non potranno avvalersi
degli sgravi Irap previsti per i dipendenti e dell’Ace (Aiuto
alla Crescita Economica), visto che per le aziende in contabilità semplificata
non potranno applicare quest’ultima misura. Se si considera che il 75% degli
imprenditori individuali lavora da solo, si può affermare che gli artigiani e i
commercianti che non hanno dipendenti subiranno forti aumenti di tassazione
non ammortizzati dagli sgravi previsti dal Salva-Italia.
Innanzitutto il 2012 è
l’anno dell‘Imu e rispetto all’Ici il prelievo medio per i negozi e i
laboratori risulta mediamente raddoppiato, mentre per i capannoni
(categoria catastale D1) si registrano incrementi di imposta che superano il
60%. Oltre all’Imu, nel 2012 sono aumentate del 1,3% anche le aliquote contributive Inps a carico degli artigiani e dei
commercianti.
Nel 2013, entrambi i
prelievi appena descritti subiranno ulteriori aumenti. Rispetto all’Ici, con
l’Imu il prelievo sui capannoni aumenterà di circa l’80%. Ciò è dovuto
all’aumento del coefficiente per la determinazione della base imponibile che
passa da 60 a 65. Le aliquote previdenziali, invece, subiranno un ulteriore
aumento dello 0,45% sino a portare nel giro di qualche anno l’aliquota di
questi lavoratori autonomi al 24%.
Sempre nel 2013 le imprese
si troveranno a farei conti con la riduzione della deducibilità dei costi per le auto aziendali che il
fisco non riconoscerà più nella misura del 40%, ma solo del 27,5%. Sono circa 7
milioni gli automezzi interessati da questa misura.
Infine, per quanto riguarda la
tassa sui rifiuti che verrà rinnovata e si chiamerà Tares, bisognerà versare al
Comune una maggiorazione pari a 0,3 euro al mq che i Sindaci potranno
aumentare sino a 0,4 euro. Gli imprenditori dovranno quindi pagare questa maggiorazione anche sulla superficie degli immobili
destinati all’ attività commerciale/produttiva.
Messe tutte in fila, l’Associazione
stima che queste misure valgano circa 5 miliardi di euro nel 2012, che diventano
quasi 6,7 mld nel 2013 e salgono a 7,3 mld nel 2014. Pertanto, nel triennio
2012-2014 le maggiori tasse e contributi a carico delle imprese saranno
pari a poco più di 19 miliardi di euro.
Sempre nel triennio preso in
esame sono stati anche introdotti provvedimenti a favore delle imprese: l’Ace
(Aiuto alla Crescita Economica); la deducibilità dell’Irap (relativa al costo
del lavoro) dalla base imponibile Irpefe Ires; l’aumento delle deduzioni forfettarie
(dalla base imponibile) Irap se tra il personale dipendente vi sono donne o
giovani di età inferiore a 35 anni.
Complessivamente queste
misure valgono poco più di 2,5 miliardi nel 2012, 5 miliardi nel 2013 e quasi 6
miliardi nel 2014. Nel triennio 2012-2014, l’alleggerimento fiscale
sull’intero mondo imprenditoriale sarà pari a quasi13,6 miliardi di euro.
Pertanto, il saldo tra
aggravi e sgravi penalizzerà il mondo imprenditoriale per oltre 2,4 miliardi
nel 2012, 1,6 miliardi nel 2013 e quasi1,4 miliardi nel 2014. Nel
triennio, quindi, il peso fiscale sulle imprese crescerà di quasi 5,5 miliardi
di euro.
“Pur riconoscendo che questo Governo ha dimostrato in più di un’occasione di avere una certa sensibilità nei confronti delle piccole imprese, grazie
all’approvazione del decreto per il pagamento dell’Iva per cassa, i 6,7
miliardi messi a disposizione alla Pubblica Amministrazione per pagare i fornitori o la riduzione del
versamento dell’acconto Irpef relativo al 2011 – ha commentato Giuseppe
Bertolussi, segretario della Cgia di Mestre –, la situazione generale è tale che
difficilmente le imprese, soprattutto quelle di piccola dimensione, potranno
superare questo triennio con un carico fiscale aggiuntivo di questa portata.
Non possiamo sperare di rilanciare l’occupazione e in generale l’economia se
penalizziamo soprattutto le piccole imprese che costituiscono il tessuto
connettivo della nostra economia”.





