Le nuove misure Iva e Irpef sono un danno per l’economia

Lo affermano Confcommercio e Confesercenti, secondo cui la manovra del Governo, che prevede un aumento dell’Iva dell’1% e un’uguale riduzione dell’Irpef, avrà effetti pesantissimi a carico dei consumi e degli investimenti, delle imprese e dell’occupazione.

Dopo avere ripetutamente dichiarato che il primo obiettivo della spending
review
e della legge di stabilità sarebbe stato quello di evitare, a
partire dal prossimo mese di luglio, l’aumento di due punti percentuali delle
aliquote Iva, il Governo ha deciso, nella seduta del Consiglio dei Ministri di
ieri di procedere alla riduzione di un solo punto dei programmati aumenti Iva
e, contestualmente, di ridurre di un punto l’aliquota Irpef sui primi due
scaglioni di reddito delle persone.

Quindi l’aliquota Iva a valere dal primo luglio 2013
aumenterà dal 21 al 22% (aliquota ordinaria) e dal 10 all’11% (agevolata)
,
mentre la riduzione delle aliquote Irpef
sarà dal 23 al 22% per il primo scaglione (fino a 15.000 euro) e dal 27
al 26% per il secondo scaglione (da 15.001 euro a 28.000 euro)
.

Tutto ciò, secondo Confcommercio, determinerebbe nel contempo maggiori risorse per le
famiglie pari a 1,5 miliardi di euro circa per l’anno 2013
e minori risorse per
le famiglie pari a 2 miliardi di euro per il 2014
. Questo conteggio non
considera ulteriori restrizioni in termini di minori detrazioni e deduzioni
nonché il blocco degli aumenti retributivi nella Pa. Lo scambio tra taglio delle aliquote
Irpef e aumento dell’aliquota Iva non è un favore alle famiglie sostiene anche
Confesercenti ma anzi è un’altra inaccettabile ‘mazzata’ da circa 1,5 miliardi
di euro mascherata da taglio della pressione fiscale
”.

In sostanza se, da un lato, le famiglie potrebbero ‘beneficiare’ in media di
circa 200 euro dal taglio Irpef, dall’altro, a parità di consumi, dovranno
sborsarne 264 in più in virtù dell’aumento Iva.
Un aumento di tasse netto di 64 euro a nucleo familiare con conseguenze ancora
più negative sulla deriva già preoccupante dei consumi. Inoltre questo scambio
ineguale sarà del tutto in perdita per quegli strati sociali più poveri che già
ora sono esenti dall’Irpef: per loro la prospettiva è una sola, ovvero pagare
per intero l’aumento dell’Iva.

Per Confcommercio-Imprese per l’Italia l’aumento dell’aliquota Iva in un
contesto ancora pienamente recessivo e segnato dall’estrema debolezza della
domanda interna
, genererà effetti pesantissimi a carico dei consumi e degli
investimenti, delle imprese e dell’occupazione. Effetti che non saranno
compensati dalle riduzioni Irpef, posto che gli aumenti Iva incideranno
maggiormente proprio sugli scaglioni di reddito più bassi, a partire dai
soggetti fiscalmente incapienti. Confcommercio sostiene inoltre che
l’inasprimento dell’aliquota Iva penalizzerà molti prodotti alimentari, la
competitività della nostra offerta turistica e l’intera area delle
ristrutturazioni edilizie.

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